15/11/2022
Irene Manzi
BERRUTO, ORFINI, SPERANZA, ZINGARETTI e FORNARO
3-00019

Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   verso il termine della XVIII legislatura è stata approvata definitivamente ed è entrata in vigore la legge 15 luglio 2022, n. 106, recante «Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo»; composta di 12 articoli, contiene disposizioni volte sia a ridefinire la governance complessiva del settore, sia a disciplinare i profili di più stretta attinenza lavoristica, previdenziale e assistenziale;

   si tratta di una tra le riforme di settore attesa da anni dai lavoratori dello spettacolo, che consente l'avvio di un nuovo welfare, centrale per la vita economica e culturale del Paese;

   la legge ha fissato alcuni principi fondamentali e introdotto strumenti innovativi: la definizione di nuove norme in materia di contratti di lavoro e di equo compenso per i lavoratori autonomi, il riconoscimento del ruolo professionale degli attori, l'introduzione dell'indennità di discontinuità e benefici previdenziali e, inoltre, ha redatto un vero e proprio codice dello spettacolo;

   entro 12 mesi dall'entrata in vigore, si attendono i decreti legislativi con cui verranno stabilite le modalità di attuazione;

   con l'approvazione della suddetta legge delega l'allora Esecutivo ha unito, a tutela di un settore per molto tempo penalizzato e in grande sofferenza a causa dell'emergenza sanitaria, due grandi valori costituzionali: il diritto al lavoro, di cui agli articoli 4, 35 e 36, e la promozione e la diffusione culturale, di cui agli articoli 9 e 33 –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative – in occasione del prossimo disegno di legge bilancio – per implementare le risorse destinate all'attuazione delle disposizioni recate dalla legge 15 luglio 2022, n. 106, in materia di spettacolo, di cui si attende l'approvazione in tempi brevi dei decreti attuativi.

Seduta del 16 novembre 2022

Illustrazione di Mauro Berruto, risposta del Ministro della Cultura Gennario Sangiuliano, risposta di Irene Manzi

MAURO BERRUTO. Grazie, Presidente. Nel luglio scorso, verso la fine della precedente legislatura, in un momento di drammatica ed epocale crisi del settore dello spettacolo, è stata approvata una legge di riforma attesa da anni, un vero e proprio codice dello spettacolo, dodici articoli che ridefiniscono la governance del settore, disciplinano profili lavoristici e assistenziali, disegnano nuove norme in materia di contratti, riconoscono il ruolo professionale degli attori, introducono l'indennità di discontinuità e benefici previdenziali. Una legge attesa da anni dai lavoratori del mondo dello spettacolo che consente l'avvio di un nuovo welfare centrale per la vita economica e culturale del nostro Paese, soprattutto riconosce la dignità di quei lavoratori.

Le chiediamo, signor Ministro, se, in fase di approvazione della prossima legge di bilancio, intenda implementare le risorse destinate all'attuazione delle disposizioni e se possa dare al mondo dello spettacolo indicazioni puntuali sull'approvazione in tempi brevi dei decreti attuativi.

 

GENNARO SANGIULIANO, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. Grazie per questa interrogazione che mi consente di affrontare una questione viva della cultura italiana.

La legge n. 106 del 15 luglio 2022, recante delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo, come ha anche ricordato, contiene disposizioni volte al riordino della disciplina in materia dello spettacolo, nonché l'introduzione di importanti strumenti di tutela dei lavoratori del settore. Mi riferisco, fra le altre, alla disposizione recante la delega per l'adozione del codice dello spettacolo e ancora a quella riguardante la delega del Governo per l'introduzione di una indennità di discontinuità quale indennità strutturale e permanente in favore di tutti i lavoratori discontinui del settore dello spettacolo e su questo punto le posso dire che, compatibilmente con le esigenze generali di bilancio, mi adopererò per integrare e aumentare la consistenza finanziaria di questa indennità.

Vi è poi la previsione riguardante l'istituzione di un nuovo osservatorio dello spettacolo, la cui attivazione certamente sarà utile a promuovere e a favorire l'attivazione di nuove iniziative nel settore. E, ancora, penso alla disposizione riguardante l'istituzione del tavolo permanente per lo spettacolo che, una volta istituito, sarà sicuramente un importante strumento per favorire il dialogo tra gli operatori, e, in tal modo, individuare e risolvere le evenienze critiche del settore; sarà una sorta di cinghia di trasmissione tra coloro i quali fanno spettacolo e noi che siamo chiamati, in un certo senso, a sostenerli, a riordinare l'intero settore.

È volontà di questo Ministero dare attuazione alle misure introdotte dalla legge delega, nonché di attivarsi al fine di valutare la possibilità - come le dicevo anche prima - di incrementare le risorse necessarie per l'introduzione dell'indennità di discontinuità, nel caso in cui quelle già previste nella legge delega del 2022 non risultino sufficienti a tale scopo. Tale volontà dovrà certo conciliarsi, lo dicevo anche prima, con i tempi previsti per l'esercizio della legge delega (maggio 2023), che risulta assai stringente per il Governo appena entrato in carica. Inoltre, è all'attenzione del Ministero lo studio e l'elaborazione di politiche detrattive in materia di spettacolo.

 

IRENE MANZI. Grazie, signor Ministro. Questa interrogazione voleva condividere con lei e con gli altri colleghi le preoccupazioni, penso comprensibili, rispetto a quel testo di legge, il codice dello spettacolo, che ha avuto una genesi lunga e complessa, ma anche - e questo è un elemento importante da ricordare - una condivisione, ampia e trasversale, con le forze politiche dell'attuale maggioranza.

Nonostante i tempi stringenti, riteniamo sarebbe davvero una sciagura, per la seconda volta dopo il precedente codice dello spettacolo, sprecare l'occasione dei decreti attuativi, lasciandoli decadere, come è avvenuto in passato.

Il Parlamento, in questo momento, si trova in una condizione importante, quella di attuare un testo che è stato condiviso, tra l'altro, con tanti operatori del settore, che ha dato grandi e giuste aspettative a questo comparto, tra l'altro con una miglioria anche rispetto al passato, un principio fondamentale, quello secondo cui la cultura è condizione fondamentale per la democrazia e chi lavora in questo campo è un soggetto che merita attenzione, tutele e soprattutto riconoscimenti. Chi sceglie di lavorare nella cultura, nella musica e nel teatro va incoraggiato e aiutato, soprattutto in quei momenti di vuoto lavorativo che sono ordinari e che caratterizzano questo mestiere. Nella legge c'è una parte di queste risorse. Cogliamo, in questo senso, con speranza le parole da lei pronunciate in questa sede rispetto all'incremento delle risorse e, soprattutto, rispetto ai tempi di quei decreti attuativi.

Sarà nostro compito ricordare questo impegno in sede di legge di bilancio, quando ci troveremo a lavorare sugli emendamenti, per far sì che quei lavoratori, che oggi ci ascoltano, possano veder riconosciuto un diritto fondamentale che la legge stessa ha riconosciuto loro.