04/07/2018
Vito De Filippo
CARNEVALI, CAMPANA, UBALDO PAGANO, PINI, RIZZO NERVO, SCHIRÒ, SIANI, GRIBAUDO, FIANO e ENRICO BORGHI
3 - 00049

Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 73 del 2017, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 119 del 2017, ha elevato il numero delle vaccinazioni obbligatorie da 4 a 10 per i minori fino a 16 anni di età ai fini della frequenza scolastica, in base alle specifiche indicazioni contenute nel calendario vaccinale vigente nel proprio anno di nascita;

   la circolare del Ministero della salute del 16 agosto 2017 ha posto la data del 10 luglio 2018 come termine ultimo per la presentazione della certificazione che provi l'avvenuta vaccinazione ai fini dell'iscrizione per l'anno scolastico 2018-19;

   la data del 10 luglio 2018 è indicata anche nella circolare del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 14659 del 13 novembre 2017, in cui sono fornite le indicazioni in merito all'obbligo vaccinale per l'iscrizione all'anno scolastico 2018/2019 nelle regioni in cui l'anagrafe vaccinale non è stata istituita;

   il Governo, come riferisce l’Ansa, starebbe vagliando l'ipotesi di una proroga per la scadenza del 10 luglio 2018;

   il contratto di Governo Lega-MoVimento 5 Stelle sulla sanità prevede che: «va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all'istruzione e il diritto alla salute, tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale»;

   la revisione dell'obbligo vaccinale per l'iscrizione a scuola è stata riaffermata anche dal Vice Presidente del Consiglio dei ministri Salvini che ha sottolineato come «10 vaccini obbligatori siano troppi, inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi»;

   alle parole del Vice Presidente del Consiglio dei ministri ha replicato il Ministro interrogato, ribadendo che: «l'obbligatorietà è un argomento politico, che ha a che fare con una strategia di tipo politico. Ma le valutazioni di tipo scientifico non competono alla politica. La politica non fa scienza (...)»;

   solo dopo un'adeguata formazione ed informazione sull'importanza vaccinale si può aprire una discussione non sul «se» vaccinare, ma sul «come» raggiungere la cosiddetta immunità di gregge;

   il cosiddetto decreto Lorenzin nasceva dall'esigenza di contrastare il progressivo calo delle vaccinazioni in atto dal 2013 che ha determinato una copertura vaccinale media nel nostro Paese al di sotto del 95 per cento, soglia definita «immunità di gregge» –:

   se sia fondato l'intendimento del Governo di prorogare la data del 10 luglio come termine ultimo per consegnare la documentazione relativa all'avvenuta vaccinazione necessaria all'iscrizione scolastica per l'anno 2018/2019, nonché, alla luce di quanto sopra riportato, quale sia l'effettiva linea politica in materia vaccinale.

Seduta del 4 luglio 201

Illustrazione di Vito De Filippo, risposta  del Governo di Giulia Grillo, Ministra della Salute, replica di Elena Carnevali.

Ilustrazione

Grazie, Presidente. Ministra, la guerra tra scienza e politica che lei considera un errore è purtroppo drammaticamente in corso: uno scontro quotidiano tra virologi, scienziati e anti-vaccinisti improvvisati. È una guerra di superstizione, di ignoranza, di cinismo e di spregiudicatezza. Lei ha il dovere di fermare questo sterminio di verità e di scienza. La risposta precedente è molto ambigua, Ministra. L'Italia ha fatto un grande balzo in avanti. Molti Paesi europei ci imitano, da ultimo la Francia. La copertura vaccinale è un'antica prospettiva del nostro Sistema sanitario, dell'Organizzazione mondiale della sanità e di tutta la scienza accorta del pianeta. Vuole sostituire, concludo, questi risultati della ricerca con i “Nobel improvvisati” che da Pontida diramano editti degni di stregoni? Spostare una data negli adempimenti significa dare a costoro un detonatore micidiale. Non lo faccia, resista: lei può farlo.

Risposta del Governo

Grazie, Presidente. Ho già avuto modo di precisare rispondendo al precedente atto ispettivo quali siano le iniziative che il Governo sta intraprendendo nell'immediata vigilia dell'anno scolastico 2018-2019 per raggiungere un'ulteriore semplificazione degli adempimenti burocratici che ricadono su quei milioni di famiglie italiane che intendono rispettare le indicazioni contenute nella normativa in materia di vaccini, senza per questo motivo essere gravate da eccessivi oneri. Impegnerò allora il tempo concessomi da quest'ulteriore interrogazione per ribadire, anche in questa sede solenne, i convincimenti che, non appena nominata Ministro della Salute, ho già avuto modo di esternare in altre sedi.

A seguito dell'applicazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale introdotte nel giugno 2017 si è verificato, a livello nazionale, un significativo innalzamento delle coperture vaccinali, anche se gli obiettivi di sicurezza previsti dal piano nazionale di prevenzione non sono ancora stati del tutto raggiunti. Poiché non è in alcun modo in discussione il valore sanitario delle vaccinazioni, ciò di cui bisogna discutere a livello politico è l'individuazione delle modalità migliori attraverso le quali esse debbano essere proposte alle famiglie affinché sia sempre più consapevole e senza riserve la loro volontaria adesione. Al riguardo il Ministro della Salute e i dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie, anche avvalendosi della collaborazione operativa dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale, accompagneranno ulteriormente le famiglie formandole e informandole sia in merito all'accesso alle vaccinazioni, le sedi, gli orari, le modalità di prenotazione presso i centri vaccinali, sia in ordine alle finalità dei vaccini, alla loro efficacia e al loro grado di sicurezza. Il Ministero della Salute si sta inoltre già attivando anche per promuovere una nuova campagna di informazione sul valore dei vaccini come fondamentale misura di prevenzione primaria. Ciò posto, oggi, grazie all'arresto del trend in diminuzione delle coperture vaccinali, è possibile tenere in maggiore considerazione le esigenze di semplificazione dell'attività amministrativa senza pregiudizio per l'interesse pubblico alla tutela della salute. Si collocano in quest'ottica dunque le iniziative illustrate nel corso della discussione del precedente atto ispettivo le quali, voglio ribadirlo, vedranno accomunati il Ministro della Salute e il Ministro dell'Istruzione semplificando quanto più è possibile la legislazione vigente.

Allo stesso tempo, questo Governo, nella ferma e sincera convinzione della centralità del ruolo del Parlamento nell'ambito delle istituzioni del Paese, ascolterà ogni seria e condivisa proposta di modifica della normativa vigente, nell'ottica di un migliore bilanciamento tra il diritto all'inclusione, il diritto all'istruzione e il diritto alla tutela della salute, individuale e collettiva. Un atto, questo, di doverosa attenzione alle prerogative parlamentari, che - mi spiace fare notare - non ha caratterizzato l'adozione del decreto sui vaccini da parte del precedente Governo, che non ha tenuto in debita considerazione le tante sollecitazioni provenienti dalle minoranze, che avrebbero potuto rendere più pacifica e serena l'applicazione della nuova normativa.

Replica

Onorevole Presidente, Ministra, la demagogia non fa salute. E voi avete fatto una demagogia e una campagna di denigrazione contro il più grande intervento - e il più efficace - sulla salute pubblica.

Oggi non siamo usciti dall'ambiguità, perché, vede, Ministra, la semplificazione si può anche introdurre, ma non si possono introdurre autocertificazioni, quando si parla di interventi di salute a protezione della collettività e dell'individuo, come l'articolo 23 della Costituzione ci chiede (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E non può essere un'autocertificazione. Lo faccia la ASL, lo faccia il medico di base, lo faccia il pediatra, semplifichiamo le famiglie, ma la garanzia dell'effettiva vaccinazione deve essere garantita.

Inoltre, signora Ministra, lei deve prendere le distanze, nette e indiscutibili, di fronte a chi qui fa il vero Premier. Si chiama Matteo Salvini, che ha avuto il coraggio di dire pubblicamente che i vaccini sono inutili e dannosi. Il danno prodotto non è solo un danno. Quella è una colpa grave, perché avete minato la credibilità delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete minato soprattutto l'affidabilità che i cittadini hanno nei confronti dello Stato e di chi ha il dovere di difendere in particolare i più piccoli. Lo dobbiamo, lo dobbiamo ai più fragili, lo dobbiamo ai bambini che non possono proteggersi, perché quel diritto, che lei vuole conciliare tra il diritto allo studio e il diritto alla salute, vale davvero per tutti. E vale soprattutto per coloro che non possono frequentare, perché sono deboli e perché sono fragili e perché sono malati. Questo lo deve e questo dobbiamo fare in modo che il nostro Governo, il nostro Stato, lo garantisca e lo debba garantire, senza se e senza ma.