29/04/2020
Davide Gariglio
BRUNO BOSSIO, CANTINI, GIACOMELLI, PIZZETTI, ANDREA ROMANO, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO
3-01497

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 apre la cosiddetta «fase 2» dell'emergenza da virus COVID-19 e introduce ulteriori disposizioni in relazione a scadenze precise e a regole per consentire una graduale ripresa delle attività, nei settori produttivi e dei servizi, e una graduale e sicura circolazione dei cittadini che dovranno recarsi sui luoghi di lavoro;

   la gestione dei flussi di persone, in particolare sui mezzi pubblici, è una delle questioni più complesse e delicate della «fase 2», che al tempo stesso coniuga l'obiettivo di assicurare il trasporto con quello di garantire la sicurezza sanitaria dei cittadini;

   gli interventi da realizzare presentano un costo non indifferente, che arriva in un momento molto difficile sul fronte delle entrate per le aziende del trasporto pubblico;

   secondo le stime fatte dall'Inail, sono 700 mila i lavoratori dipendenti che con la «fase 2» potrebbero tornare a utilizzare i mezzi di trasporto pubblici. L'Inail, in un documento tecnico pubblicato sul proprio sito, sottolinea che l'intero sistema di trasporto pubblico «deve essere considerato un contesto a rischio di aggregazione medio-alto, con possibilità di rischio alto nelle ore di punta, soprattutto nelle aree metropolitane ad alta urbanizzazione»;

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 prevede uno specifico protocollo del settore del trasporto e della logistica (allegato 8), sottoscritto il 20 marzo 2020, e delle linee guida (allegato 9) del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con procedure specifiche per il contenimento della diffusione del COVID-19 nel settore del trasporto pubblico locale;

   accanto alla procedura base della sanificazione e dell'igienizzazione dei locali, dei mezzi di trasporto e dei mezzi di lavoro, si prevedono: flussi separati di salita e discesa dei passeggeri e aperture differenziate delle porte; applicazione di marker sui sedili non utilizzabili; aumento della frequenza dei mezzi nelle ore considerate ad alto flusso di passeggeri; numero massimo di passeggeri per consentire il rispetto della distanza di un metro, anche non effettuando alcune fermate; apparati di videosorveglianza per monitorare i flussi ed evitare assembramenti; sospensione vendita e controllo dei titoli di viaggio a bordo –:

   se, oltre alle prescrizioni già adottate per il contenimento della diffusione del COVID-19, siano allo studio ulteriori misure per assicurare un migliore utilizzo dei mezzi pubblici e per favorire altre forme di mobilità.

 

Seduta del 29 aprile 2020

Illustrazione e replica di Davide Gariglio, risposta della Ministra per le infrastrutture e i trasporti Paola De Micheli

DAVIDE GARIGLIO: Grazie, Presidente. Buongiorno, signor Ministro. Come dimostrano le domande dei colleghi che si sono concentrati tra le sue tante competenze proprio sul tema del trasporto pubblico locale, il settore del trasporto pubblico locale è uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica e maggiormente chiamati a uno sforzo nella fase cosiddetta 2 della pandemia. Attraverso il trasporto pubblico locale si avvierà la ripartenza delle nostre città e delle nostre comunità. Noi abbiamo chiesto attraverso l'interrogazione di sapere quali misure ulteriori il suo Ministero abbia allo studio dal punto di vista delle misure di sistema per pensare a una riorganizzazione complessiva del settore dei trasporti e dei tempi di vita delle città e per favorire altre forme di mobilità dei cittadini proprio per far fronte ai problemi strutturali ineludibili del trasporto pubblico locale.

 

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Relativamente al trasporto pubblico locale con i protocolli, allegato 8 e allegato 9, al DPCM del 26 aprile abbiamo condiviso con le associazioni di settore, con i sindacati e con gli assessori ai trasporti alcune linee guida e si è stabilito di procedere lungo tre direttrici fondamentali. La prima, misure di sanificazione dei mezzi pubblici, forme di contingentamento e monitoraggio dei flussi di passeggeri; la seconda, mobilità alternativa ai mezzi pubblici; la terza, misura di sostegno al settore del trasporto pubblico locale. Riguardo al primo punto, le linee guida in materia di trasporti, accolte con il DPCM, si basano sul presupposto di adottare tempi di lavoro flessibili tali da precludere i picchi di accesso ai servizi pubblici. Inoltre, vengono confermate le regole fondamentali per la necessaria protezione individuale tramite il distanziamento sociale e l'utilizzo dei dispositivi di protezione. Attraverso l'impiego di adeguati sistemi verranno monitorati e contingentati, ove necessario, i flussi di passeggeri anche per adeguare o intraprendere ulteriori misure per le quali ovviamente il Ministero e il Ministro sono sempre disponibili.

Inoltre, con il decreto-legge di prossima adozione, al fine di evitare un incremento non sostenibile del traffico privato e dei relativi problemi di congestione e di inquinamento, ho proposto, d'intesa con il Ministro Costa, la promozione di forme di mobilità alternativa, la diffusione della micromobilità elettrica e l'utilizzo di mezzi di trasporto innovativi e sostenibili. È allo studio il riconoscimento di un buono mobilità alternativa per i residenti nelle città metropolitane e aree urbane con più di 60 mila abitanti pari ad euro 200 per l'acquisto di biciclette anche a pedalata assistita nonché di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, i monopattini, ovvero anche per l'utilizzo dei servizi di mobilità condivisa a uso individuale. Per le medesime finalità, inoltre, si è proposto di introdurre nel codice della strada la definizione di bikeline ovvero una corsia con destinazione prioritaria alla circolazione dei velocipedi nella quale è consentita la circolazione anche dei veicoli a motore con numero totale di ruote non superiore a tre, come ad esempio i ciclomotori, motocicli e tricicli: avremo così indubbi vantaggi sulla sicurezza e lo snellimento della circolazione. E ancora intendiamo rendere obbligatoria la predisposizione del piano degli spostamenti casa-lavoro con la nomina del responsabile della mobilità aziendale per le aziende e gli enti pubblici con più di 100 dipendenti (a legislazione vigente sono 300) aventi sede in città metropolitane o comuni con più di 60 mila abitanti. Per il resto rinvio gli onorevoli interroganti anche alle altre risposte che ho già dato ai colleghi sia per le misure già attivate che per quelle da attivare. Concludo solo, Presidente, evidenziando la prosecuzione dell'impegno circa il piano per il rinnovo del parco rotabile urbano per cui sono già stati stanziati, ripartiti e trasferiti 2 miliardi e 600 milioni alle regioni e ai comuni, mentre ulteriori 400 milioni saranno ripartiti nel prossimo mese di maggio.

 

DAVIDE GARIGLIO: Presidente, signor Ministro, siamo soddisfatti della risposta. La ringraziamo per il lavoro fatto: sia per il lavoro che ha portato alle misure recepite nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile sia per queste misure che speriamo vedano la luce al più presto. Sappiamo che il trasporto pubblico locale sarà un elemento cruciale per l'avvio in sicurezza della fase 2. Per far sì che tutto funzioni meglio sono necessarie misure strutturali: sicuramente il cambiamento degli orari di vita delle città per evitare flussi maggiori nelle ore di punta ma anche misure di mobilità alternative. Quelle citate sono misure che possono essere attuate in un arco di tempo assolutamente ragionevole. Spingiamo perché questo avvenga. Abbiamo apprezzato molto anche la disponibilità del Governo a recepire, in sede di esame del Senato, la modifica introdotta dal gruppo parlamentare del PD all'articolo 92 che ha stabilito che le aziende di trasporto pubblico locale non possono vedersi decurtati i corrispettivi dei contratti di servizio a fronte della riduzione dei chilometri dovuta alla pandemia e apprezziamo altresì l'attenzione che il Ministero ci ha detto sta dando anche al tema dell'integrazione dei mancati ricavi derivanti dal crollo delle vendite di biglietti e quindi dal crollo dei ricavi tariffari delle aziende di trasporto pubblico locale. Ci tengo a dire che, senza queste misure, tutto il sistema del trasporto pubblico locale sia che si tratti di aziende pubbliche sia che si tratti di aziende private andrebbe inesorabilmente in default. Grazie e buon lavoro.