07/11/2023
Andrea Orlando
Scotto, Guerra, Fossi, Gribaudo, Laus, Sarraccino, Braga, Bonafè, Casu, Ciani, De Luca, De Maria, Ferrai, Fornaro, Ghio, Morassut, Toni Ricciardi, Roggiani
3-00777

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   anche quest'anno, come nella legge di bilancio per il 2023, nonostante le reiterate dichiarazioni di esponenti di Governo di superare la «legge Fornero», le misure in materia previdenziale contenute nel secondo disegno di legge di bilancio del Governo Meloni rappresentano, addirittura, un arretramento rispetto a quelle già deludenti inserite nella legge n. 197 del 2022;

   si riducono i già esigui margini di flessibilità del sistema pensionistico italiano, introducendo inoltre a giudizio degli interroganti forme di penalizzazione economica per i lavoratori che volessero avvalersene;

   da questo punto di vista, esemplari sono le misure che riguardano gli istituti di «opzione donna», «quota 103» e «ape sociale»;

   per «opzione donna», le già restrittive misure introdotte per il 2023 saranno ancor più limitate dall'innalzamento del requisito anagrafico che passa da 60 a 61 anni, riducendo ulteriormente la platea delle potenziali beneficiarie a solo 2.200 lavoratrici;

   anche la conferma della impropriamente detta «quota 103» viene fortemente scoraggiata dalla penalizzante applicazione del calcolo contributivo su tutti i periodi lavorativi, anche su quelli antecedenti il 1996, con una drastica riduzione dell'assegno pensionistico, oltre all'abbassamento da 5 a 4 volte il trattamento minimo, quale soglia per poter accedere alla misura. Con tali ulteriori vincoli, la platea di lavoratori e lavoratrici interessati dalla misura viene stimata in 17 mila, rispetto ai 48.000 del 2023;

   non sfugge a tali inasprimenti anche l'ape sociale, il cui requisito anagrafico viene fatto crescere, portandolo a 63 anni e cinque mesi, elemento che produrrà una riduzione della platea dei beneficiari dai 16.600 del 2023 ai 12.500 del 2024;

   come se non bastasse, si interviene retroattivamente sui rendimenti delle gestioni previdenziali per i lavoratori ex-Inpdap e uffici giudiziari, per le anzianità contributive inferiori ai 15 anni dei lavoratori che avevano maturato meno di 18 anni contributivi prima del 1996. Una misura che, in venti anni, produrrebbe risparmi pari a oltre 21 miliardi di euro e che ha determinato l'immediata reazione delle categorie interessate, in primis dei medici per i quali si stima un taglio della pensione fino al 25 per cento, con il conseguente rischio di esodi anticipati e il proliferare di possibili contenziosi;

   si tratta di un quadro che va nella direzione opposta rispetto alle promesse elettorali e che rappresenta una clamorosa smentita degli orientamenti che sembravano emergere dall'evidentemente inutile confronto con le parti sociali sul tema della previdenza –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere per rivedere strategicamente le misure in materia previdenziale per i prossimi anni.

Seduta dell' 8 novembre 2023

Illustrazione di Andrea Orlando, risposta del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, replica di Andrea Orlando

ANDREA ORLANDO, Signor Ministro, avete fatto diverse campagne elettorali, l'ultima su tutte, promettendo agli italiani che sarebbero andati in pensione prima, senza penalizzazioni. L'ha fatto anche un Ministro che è seduto nel suo stesso banco. Però alla prima legge di bilancio avete ristretto i requisiti per l'accesso a Opzione donna, nella seconda avete fatto di più, avete previsto un taglio unilaterale delle pensioni per 700.000 lavoratori del pubblico impiego, senza alcun tipo di confronto, a partire da quel comparto che tutti insieme abbiamo definito come quello degli eroi del COVID: il personale sanitario, i medici, il personale paramedico, gli infermieri. Questa scelta è stata fatta, dicendo, nel frattempo, che si sarebbe tornati indietro; lo ha detto il sottosegretario Durigon, perché la Ministra Calderone di queste cose non si occupa. Ora, vorrei capire se tornate indietro o no e, se tornate indietro, come vi sia venuta in mente questa idea.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, la manovra di quest'anno, com'è noto, conferma tutti gli obiettivi approvati con la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza al fine di garantire non solo adeguatezza sociale, equità e convergenza dei regimi pensionistici pubblici e privati, ma anche la sostenibilità del sistema previdenziale, in attesa di una riforma strutturale dell'ordinamento che costituisce un obiettivo del Governo.

Nel dettaglio, sono prorogate, per tutto il 2024, la misura per l'anticipo pensionistico, la cosiddetta APE sociale, con un adeguamento del requisito anagrafico da 63 anni a 63 anni e 5 mesi, e la misura Opzione donna con un aumento di un anno del requisito anagrafico. In tal modo, è stato mantenuto un importante veicolo di flessibilità in uscita, rispettando le esigenze di sostenibilità finanziaria delle misure in esame e fermo restando ogni possibile valutazione e verifica ulteriore nel corso del dibattito parlamentare sul disegno di legge di bilancio. Per il 2024, è stata, inoltre, confermata la cosiddetta quota 103, introducendo, peraltro, alcune modifiche per chi matura i requisiti nell'anno 2024. Si prevede, inoltre, la facoltà, anche per il lavoratore che matura i requisiti per accedere a quota 103 nell'anno 2024, di richiedere l'esonero del versamento della quota contributiva a proprio carico per averla così accreditata in busta paga, secondo il cosiddetto bonus Maroni.

Infine, la disciplina riguardante l'adeguamento dell'aliquota di rendimento delle gestioni previdenziali, l'articolo 33, mira ad assicurare una proporzionalità tra anzianità utile e la percentuale di rendimento pensionistico per le anzianità inferiori ai 15 anni, con l'introduzione del sistema cosiddetto misto ad opera della legge n. 335 del 1995. Saranno, quindi, utilizzate anche nei prossimi anni per la valorizzazione delle quote retributive delle pensioni per coloro che, al 31 dicembre 1995, possiedono un'anzianità utile inferiore ai 18 anni. Sul punto si sta lavorando e sono in corso verifiche ulteriori per trovare possibili soluzioni in un'ottica di intervento complessivo. Infine, per completezza espositiva, si intendono precisare i seguenti punti. La complessa manovra di bilancio di quest'anno contiene, comunque, diverse misure a sostegno delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori: basti pensare alle norme sulla riduzione della pressione fiscale, del cuneo contributivo, sul welfare aziendale e a quella a tutela delle lavoratrici madri, anche con una maggiorazione del bonus nido per favorire la conciliazione tra la vita e il lavoro. Sul fronte pensionistico si intende favorire l'accesso alla pensione di vecchiaia con una riduzione del requisito relativo all'importo a soglia da 1,5 a 1 volta l'assegno sociale, nonché misure per il riscatto dei periodi non coperti da retribuzione e il riconoscimento, dal 1° gennaio 2024 - dunque in via strutturale e non più in via sperimentale - di una indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa per i lavoratori autonomi.

ANDREA ORLANDO, Sì, grazie. Non mi posso dire soddisfatto, ma devo dire anche che non si dovrebbe dire neanche lei è soddisfatto, Ministro, rispetto a chi le ha scritto lo speech, perché per rispondermi lei mi ha confermato il fatto che, per tutte le altre misure di uscita, sono state ristretti i criteri di accesso. Quindi, non è una gran buona notizia, né per me, né per i lavoratori che attendono di andare in pensione. Tuttavia, mi ha confermato, in sostanza, che andrete avanti sulla revisione delle rendite. Ora le voglio far notare che, su una pensione da 30.000 euro lordi, taglierete 4.500 euro di pensione; questo è un dato su quale bisognerebbe riflettere, perché non sono pensioni da nababbi, ma non sono neanche bruscolini. Voi state facendo cassa sulle pensioni dopo aver fatto campagna elettorale sulle pensioni. Questo è il punto fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quello che è più grave è che se anche troverete le risorse - immagino che ci sarà una spinta molto forte, perché non si tagliano del 10 per cento le pensioni a 700.000 persone, senza coinvolgerle, senza un confronto -, anche se poi tornerete indietro, il danno l'avrete già fatto, perché chi sta decidendo in questi giorni se andare o meno in pensione in settori strategici, come la sanità e gli enti locali, che dovrebbero gestire il PNRR, se ha i requisiti, cerca di andarci, perché li avete spaventati. Quindi, vi invito non soltanto a tornare indietro, ma a dirci anche chi è quel genio che ha escogitato questa misura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché sono convinto che abbia fatto il più grande errore per l'interesse del Paese, ma il miglior regalo possibile all'opposizione che farà tutte le battaglie possibili per tutelare questi lavoratori e per fare in modo che qualcosa di quello che avete promesso si realizzi grazie alle nostre battaglie.