03/07/2019
Maria Chiara Gadda
Cenni, Critelli, D'alessandro, Dal Moro, Incerti, Portas, Scalfarotto, Gribaudo, Enrico Borghi, Fiano.
3-00846

Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo . — Per sapere – premesso che:

dopo vent'anni di trattative, l'Unione europea ha raggiunto un accordo commerciale con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay);

il Ministro interrogato, in merito al suddetto accordo, nei giorni scorsi ha testualmente affermato come riportato dagli organi di stampa: «se le voci sull'accordo raggiunto tra l'Unione europea e i Paesi del Mercosur fossero confermate (...) non sono assolutamente soddisfatto e sono profondamente preoccupato per le ripercussioni negative che potrà avere (...) verso le nostre produzioni sensibili»;

tale accordo segue quello Ceta tra Unione europea e Canada e l'accordo di partenariato economico tra Unione europea e Giappone, aventi come finalità quello di facilitare gli scambi commerciali anche nel settore agroalimentare;

per l'Italia l'apertura dei mercati è cruciale sia per le ripercussioni sulle filiere produttive, sia per le legittime preoccupazioni di tutela della qualità e della sicurezza anche in campo agroalimentare;

gli accordi di libero scambio devono essere basati su principi di equilibrio e reciprocità a salvaguardia delle certificazioni di qualità, Igp e prodotti a denominazione, attualmente prive di qualsiasi protezione fuori dall'Unione europea, che sono un'eccellenza dell'agroalimentare made in Italy;

anche in riferimento a quest'ultimo accordo risulta indispensabile informare gli operatori del comparto agricolo e agroalimentare sui possibili effetti e su quali siano i profili di interesse per il comparto –:

quale sia la posizione del Governo italiano in merito agli accordi di libero scambio richiamati in premessa e quali strategie intenda adottare nelle sedi internazionali a tutela del made in Italy e delle eccellenze italiane nel settore agroalimentare. 

Seduta del 3 luglio 2019

Illustrazione di Ivan Scalfarotto, risposta del governo di Gian Marco Centinaio,  Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, replica di Maria Chiara Gadda.

Illustrazione

Signor Ministro, guardi, la domanda è molto, molto semplice, vorremmo sapere una volta per tutte se questo Governo è a favore degli accordi di libero scambio o se è un Governo protezionista, perché noi siamo il nono Paese esportatore al mondo e il sesto Paese per avanzo della bilancia commerciale, ma non riusciamo a sentire dal Governo una precisa presa di posizione a favore dell'eliminazione dei dazi e delle barriere non tariffarie. Lei non dice mai niente, signor Ministro, non ci dice se ratificate il CETA, un accordo che ha dato nel primo anno di applicazione quasi l'8 per cento in più di esportazioni nell'agroalimentare, che ha cominciato finalmente a tutelare le nostre indicazioni geografiche, per la prima volta possiamo parlare di Prosciutto di Parma, prima non si poteva, e ha tenuto tutti gli standard normativi europei in piedi. Oggi, non sappiamo niente neanche sul Mercosur che ci apre un mercato di 280 milioni di persone, con una zona geografica a cui siamo legati in modo strettissimo da vincoli storici, antropologici e culturali.

Allora, ci vuol dire se è d'accordo o non d'accordo che la nostra Italia ha bisogno di eliminare dazi e barriere non tariffarie, oppure lei pensa che quell'8 per cento di esportazioni in più in Canada ce le possiamo dimenticare e qualcuno, ma mi dica chi, restituirà ai produttori dell'agroalimentare italiano quell'8 per cento in più di esportazioni che il CETA che lei non ha ancora ratificato ci ha portato.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Per sapere cosa pensa il Ministro Centinaio basta leggere i giornali e lo si capisce benissimo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), però, caro collega, sono qui in Aula per risponderle ufficialmente su qual è la posizione del Ministro Centinaio. Per quanto riguarda l'accordo col Giappone noi abbiamo fatto un plauso all'accordo col Giappone, perché l'accordo col Giappone tutela i marchi e in particolar modo i marchi italiani.

Mi spiace contraddirla, ricordandole che noi siamo contrari al CETA, ma proprio per questo motivo, perché a differenza dell'accordo col Giappone, il CETA non tutela i marchi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). In Canada il Parmesan viene riconosciuto e non vengono tutelati il Parmigiano o il Prosciutto crudo di Parma.

Per quanto riguarda il Mercosur, caro collega, ritengo opportuno premettere che lo scorso 28 giugno il Presidente della Commissione europea Juncker e i leader del Mercosur hanno annunciato di aver raggiunto un'intesa politica di massima sull'accordo di libero scambio. All'indomani dell'annuncio sono stati resi noti alcuni dettagli dell'accordo che, per la parte agricola, sono assolutamente insoddisfacenti.

Dalle informazioni in nostro possesso, purtroppo ancora parziali, non sarebbero infatti stati tutelati gli interessi degli agricoltori in genere, non solo quelli italiani, ma anche di quelli europei, sia sul lato difensivo che su quello offensivo.

Se le concessioni fossero confermate, si tratterebbe di un accordo molto sbilanciato, a danno dell'intera agricoltura europea, che sarebbe chiamata a pagarne il conto. L'Unione ha ceduto sulle importazioni di carne bovina e suina, sul pollame, sul riso e sullo zucchero, e al contempo non ha saputo tutelare le proprie produzioni agroalimentari con forte propensione all'export. Non abbiamo l'intenzione di impedire gli accordi commerciali internazionali, ma siamo contrari a quelli che non tutelano le nostre produzioni, che seguono standard e percorsi di qualità ben diversi da quelli degli altri Paesi extra-UE. Peraltro, siamo anche molto perplessi sulla parte che riguarda i possibili vantaggi offensivi per le nostre esportazioni di olio d'oliva, pasta e formaggi, sui quali continueremo a chiedere le più ampie garanzie, compreso il totale riconoscimento - quello che dicevo prima sul CETA - dei nostri prodotti DOP e IGP. Vigileremo da subito, perché va bene aprire i mercati, ma servono innanzitutto regole comuni certe e rispettate da tutti. Anche se non siamo ancora in possesso del testo complessivo dell'accordo, necessario per effettuare una doverosa e ancor più accurata analisi dell'impatto, posso tranquillamente ribadire che, come Ministro dell'agricoltura, non sono assolutamente soddisfatto, e questo malcontento sarà fortemente rappresentato e fatto valere in tutte le sedi. Le dico, caro collega, che non è solamente il Ministro Centinaio che non è soddisfatto, ma ci sono una serie di Paesi europei che ci hanno già contattati chiedendo di fare lobby sana, comune, per difendere gli agricoltori europei. Se lei è a favore del Mercosur, lo vada a dire alle associazioni di categoria.

Replica

Presidente, lo dico con moderazione: noi non abbiamo bisogno di leggere i giornali, ma il Parlamento è il luogo in cui si fanno delle domande e in cui si devono ricevere delle risposte adeguate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È l'ennesima volta che il Governo fa dei proclami in Aula - ormai il question time ha questo come indirizzo -, ma noi abbiamo bisogno di sapere cosa concretamente voi avete fatto in questo anno. Lei ha parlato del CETA, benissimo, ma che temi avete posto su questo tema? E soprattutto, sarebbe bene che il nostro Governo uscisse dal vicolo cieco in cui si è messo, lo dimostrano le nomine europee di queste ore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che confermano l'asse franco-tedesco da cui è stata esclusa l'Italia. Voi fate gli interessi degli italiani: sarebbe stato bello vedervi votare un italiano alla Presidenza del Parlamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non l'avete fatto. Lei ha citato l'olio, benissimo: occasione mancata, perché spettava a noi la guida e la direzione del Comitato olivicolo internazionale, e questo non l'avete tutelato! Non l'avete tutelata Presidente Fico, siamo al bullismo di Governo. Fare gli interessi degli italiani significa essere… Evidentemente questo Governo non ha piacere ad interloquire con il Parlamento. Comunque, fare gli interessi degli italiani significa evitare di essere isolati dal mondo e significa evitare le figuracce. Lei ha fatto bene a ricordare le nostre DOP e le nostre IGP, ma credo che sappia - lo spero quantomeno - che in moltissimi Paesi del mondo non sono nemmeno riconosciute. Nel mondo c'è sì, come lei ripete ad ogni trasmissione televisiva, grande voglia d'Italia, ma questa grande voglia d'Italia è molte volte coperta dalla contraffazione, dell'italian sounding, e io volevo capire da lei, assieme al gruppo del Partito Democratico, come tecnicamente e concretamente intende proteggere le nostre indicazioni geografiche protette e le nostre DOP nel mondo. Come intende farlo, da soli, isolati con i vostri compagni di Visegrád? Senza accordi? Senza chiedere ai Paesi e alle aree commerciali con cui facciamo accordi bilaterali, come sono quelli che abbiamo citato in questa interrogazione, di rispettare i nostri standard qualitativi? Io credo che lei sappia - perché credo che in un Parlamento si debba dire anche la verità - che gli accordi commerciali come il CETA hanno delle liste, ed io volevo capire da lei, questo pomeriggio, se queste liste di prodotti che devono essere protetti e tutelati sono state aggiunte. Che cosa ha chiesto l'Italia in più da proteggere rispetto a quei prodotti?

Queste risposte non le ha date, perché probabilmente alle riunioni dove queste cose in Europa si discutono voi non ci andate. Non ci andate. Questi accordi commerciali servono proprio per tutelare l'Europa e l'Italia dall'ingresso di prodotti che non hanno standard qualitativi.Oggettivamente è complicato, visto che non c'è rispetto in questo Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). I trattati internazionali - e lo dica in quest'Aula - non mettono in discussione gli standard europei in ingresso, e soprattutto ci sono delle quote contingentate. Cosa avete discusso su questi temi delle merci in ingresso?