25/03/2020
Flavia Piccoli Nardelli
CIAMPI, DI GIORGI, ORFINI, PRESTIPINO, ROSSI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO
3-01383

Al Ministro dell'istruzione. – Per sapere – premesso che:

   considerato l'evolversi della situazione epidemiologica in Italia causata dal carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia da Coronavirus (COVID-19), del rapido incremento dei casi e dei decessi notificati quotidianamente dall'Organizzazione mondiale della sanità, nelle ultime settimane il Governo ha varato misure restrittive estese all'intero territorio nazionale;

   tra le misure restrittive varate per arginare il Coronavirus è stata disposta dal 5 marzo 2020 la sospensione delle attività didattiche;

   dallo scenario epidemiologico non appare possibile prospettare una data di ripresa delle attività didattiche e dalle ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri Conte – confermate dallo stesso Ministro interrogato – il rientro tra i banchi degli studenti italiani, inizialmente fissato per il 3 aprile 2020, sarà ulteriormente prorogato;

   tutte le scuole, di fronte all'emergenza sanitaria, sono state chiamate a trovare un'alternativa alla didattica tradizionale, pensando a strumenti finalizzati a garantire agli studenti la prosecuzione delle lezioni attraverso l'utilizzo di risorse digitali;

   in questo senso, la nota del Ministero dell'istruzione dell'8 marzo 2020 ha disposto che tutti i docenti attivino la didattica a distanza, al fine di tutelare il diritto costituzionalmente garantito all'istruzione;

   secondo il nuovo report dell'Osservatorio «Scuola a distanza» di Skuola.net – elaborato intervistando oltre 26 mila alunni di medie e superiori – circa 9 ragazzi su 10 svolgono regolarmente lezione da casa;

   tuttavia, le lezioni non risultano ugualmente avviate: in netta minoranza sono gli studenti che possono avvalersi di lezioni attraverso l'utilizzo di piattaforme in videoconferenza o con strumenti didattici on line; sono ancora troppe le classi virtuali create con il registro elettronico, che forniscono un approccio basico e un confronto impersonale col docente tramite mail, chat o social network;

   i più penalizzati risultano gli studenti della scuola primaria, la cui didattica è affidata nella maggior parte dei casi al solo registro elettronico;

   in base a una prima rilevazione del Ministero dell'istruzione sarebbero pervenute oltre 46 mila richieste di tablet da assegnare alle famiglie meno abbienti;

   è fondamentale, per affrontare questa emergenza in modo responsabile, che ogni studente venga coinvolto nel processo di apprendimento, con adeguati dispositivi digitali individuali per la relativa fruizione e attraverso forme mirate di verifica, che impediscano una fruizione passiva delle lezioni;

   si condividono le parole del Ministro interrogato quando afferma che «la didattica a distanza rappresenta uno strumento utile non solo per l'apprendimento ma anche come canale per non perdere il contatto docenti-alunni» –:

   quali strumenti urgenti il Ministro interrogato intenda avviare al fine di garantire rapidamente agli studenti meno abbienti dispositivi digitali individuali per la relativa fruizione e per l'apprendimento a distanza, a tutela del diritto costituzionalmente garantito all'istruzione.

 

Seduta del 25 marzo 2020

Illustrazione di Patrizia Prestipino, risposta della Ministra per l'Istruzione Lucia Azzolina, replica di Flavia Piccoli Nardelli

PATRIZIA PRESTIPINO: Grazie Presidente, Ministro, è dal 5 marzo che le attività didattiche sono sospese e ancora oggi non sapremo quando i nostri ragazzi torneranno a scuola. Tutti gli insegnanti a cui voglio far sentire da docente, a nome del gruppo del Partito Democratico, tutta la nostra vicinanza sono chiamati a una prova straordinaria, che è quella della didattica a distanza: videolezioni, videointerrogazioni, con i nostri ragazzi ingabbiati nelle loro camerette invece che vicini, vicini, sui banchi di scuola. Tuttavia, le lezioni ad oggi non risultano ugualmente avviate e più penalizzati sembrerebbero essere gli studenti della scuola primaria, la cui didattica è affidata solo al registro elettronico ed inoltre sarebbero 46 mila le richieste di tablet da assegnare alle famiglie meno abbienti.

Oggi più che mai è fondamentale Ministro assicurare a tutti, proprio tutti, il processo di apprendimento perché la didattica a distanza oggi è l'unico filo rosso acceso tra i docenti e i ragazzi e, come diceva don Milani, la povertà dei poveri non si misura a pane, a casa, a caldo, ma sul grado di cultura e sulla funzione sociale. Chiediamo, quindi, a lei Ministro, quali misure urgenti intenda avviare per garantire in tempi rapidi agli studenti meno abbienti la fruizione dei tablet e assicurare così a tutti l'apprendimento a distanza come tutela del diritto all'istruzione come garantito dalla nostra Costituzione.

 

LUCIA AZZOLINA, Ministra dell'Istruzione. Grazie Presidente, onorevole come ho già avuto modo di chiarire, la scuola ha risposto alla grave emergenza epidemiologica che il nostro Paese sta attraversando dimostrando senso di responsabilità, di appartenenza e di disponibilità, ma soprattutto capacità di riorganizzarsi a fronte di una situazione complessa e imprevedibile. Per questo non posso che ribadire anche in questa sede, anche a rischio di ripetermi, il mio ringraziamento a tutte le comunità scolastiche.

Nell'arco di pochi giorni si sono resi necessari provvedimenti che hanno richiesto ai dirigenti scolastici l'attivazione delle modalità di didattica a distanza per tutta la durata della sospensione delle attività nelle scuole; difatti, come più volte ribadito e da lei ricordato, la didattica a distanza quale interazione tra docenti e studenti diventa nel corso di questa emergenza momento connettivo che conserva e fortifica la trama dei rapporti e consente inoltre di condividere la sfida nuova e difficile che la scuola ha di fronte. Nello stesso tempo, è anche indispensabile fare in modo che ogni studente sia coinvolto in attività significative ed utili sotto il profilo dell'apprendimento. Per questo sono state fornite indicazioni operative, per le attività didattiche a distanza, a tutte le istituzioni scolastiche con opportuni approfondimenti sulla loro progettazione, sulla valutazione, sulla necessità di non interrompere il processo di inclusione degli alunni con disabilità, sulla particolare attenzione da dedicare agli alunni con disturbi specifici di apprendimento e con bisogni educativi speciali non certificati. Per riuscirci si è cercato di venire incontro alle esigenze delle istituzioni scolastiche meno dotate tecnologicamente, mettendo loro a disposizione un'apposita area sul sito Internet del Ministero. Con il rischio ancora una volta di ripetermi ma, per dovere di risposta, ribadisco che il Governo ha stanziato adeguate risorse nel decreto-legge n. 18 affinché le scuole possano tempestivamente provvedere al potenziamento delle piattaforme e degli strumenti digitali utili per l'apprendimento a distanza e a mettere a disposizione degli studenti meno abbienti in comodato d'uso dispositivi digitali individuali per la fruizione delle piattaforme stesse. Le scuole con tali risorse potranno inoltre fornire agli studenti, ove necessario, la connettività alla rete, formare il personale scolastico sulle metodologie e le tecniche per la didattica a distanza e assumere assistenti tecnici informatici che, nelle istituzioni scolastiche del primo ciclo, favoriscano l'uso della strumentazione informatica. È mia intenzione continuare a profondere ogni energia per accogliere le richieste che vengono dalle famiglie e per rispondere alle piccole e grandi esigenze rappresentate dai nostri istituti scolastici.Ha facoltà di replicare la deputata Flavia Piccoli Nardelli, prego onorevole.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI Grazie Presidente, Ministro la ringrazio per la sua risposta. Come lei ha visto molti dei gruppi presenti in questo Parlamento hanno insistito su questo tema, ma hanno insistito perché, io credo, siamo convinti tutti che quando la situazione di emergenza che il nostro Paese vive sarà finalmente superata anche la didattica tradizionale, Ministro non sarà più la stessa. L'accelerazione che l'epidemia del Coronavirus ha prodotto su un tema come quello della didattica digitale è gigantesca; un processo iniziato vent'anni fa, portato avanti lentamente con investimenti anche significativi sulle infrastrutture, ma con pochi risultati sul tema della formazione dei docenti, oggi ci vede tutti proiettati in una gara contro il tempo per attrezzarci, per imparare, per fare formazione. Abbiamo pochi punti fermi a cui appellarci; uno voglio ricordarlo, è l'intervento sulla scuola digitale massiccio che è stato parte rilevante della legge n. 107, la cosiddetta “buona scuola” perché è da quello che oggi noi abbiamo potuto ripartire. Voglio ricordare anche il ruolo centrale svolto nel passato e svolto oggi dall'INVALSI che diventa un punto di riferimento per le scuole, per quelle scuole che debbono iniziare un percorso che non avevano ancora mai intrapreso.

È un processo che forza il cambiamento, impegna l'intera comunità educante, l'abbiamo detto, che si è messa in gioco, con disponibilità e con coraggio, misurandosi con sfide nuove e complesse. Certo, Ministro, non si improvvisa, i primi risultati ci dicono che il 93 per cento degli alunni è stato raggiunto da una qualche forma di attività da remoto, ma questa formazione di comunicazione è la più varia, da quelle di eccellenza a quelle ridotte semplicemente a registro dei voti.

Ora, Ministro, noi abbiamo paura che la formazione a distanza, che consideriamo fondamentale e che cambierà il nostro Paese, diventi un elemento di divario ancora più forte di quanto non sia stata la scuola in precedenza. Quindi, per questo, le chiediamo, Ministro, di seguire con particolare attenzione questo processo; è un processo che va accompagnato e seguito momento per momento.