25/10/2023
Piero De Luca
Braga, Provenzano, Amendola, Iacono, Madia
6-00062

 La Camera,

premesso che:

nel prossimo Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre 2023, i capi di Stato e di Governo esamineranno importanti questioni inerenti alla situazione in Medio Oriente, al conflitto russo/ucraino, all'economia, alla migrazione e ad altri punti;

il Consiglio europeo affronterà la situazione in Medio Oriente a seguito dei brutali attacchi terroristici di Hamas contro Israele e il tragico scenario che si sta delineando nella Striscia di Gaza con l'assedio, già oggetto della riunione straordinaria che si è tenuta il 17 ottobre;

la catastrofica situazione umanitaria a Gaza, con l'escalation militare che sta tragicamente colpendo la popolazione, ulteriormente aggravata dall'esplosione dell'ospedale AL-Ahli al-Arabi, e l'ordine di evacuazione nei confronti dei civili palestinesi da parte di Israele, in condizioni di estrema difficoltà e pericolo rendono necessario fornire aiuti umanitari urgenti per garantire l'accesso di cibo, acqua e medicinali;

la Commissione europea ha affermato che aumenterà di 50 milioni di euro gli aiuti umanitari per Gaza, ribadendo l'impegno dell'unione europea, in coordinamento con le Nazioni Unite, a garantire che tali aiuti raggiungano i civili più bisognosi a Gaza e non siano oggetto di abusi da parte delle organizzazioni terroristiche;

il 19 ottobre il Parlamento europeo ha approvato una Risoluzione nella quale oltre ad aver condannato con la massima fermezza gli spregevoli attacchi terroristici del gruppo terroristico Hamas contro Israele ha espresso una profonda preoccupazione dinanzi al rapido deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e richiesto una tregua umanitaria, un allentamento delle tensioni e il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario;

una escalation militare dagli esiti imprevedibili che potrebbe coinvolgere varie potenze regionali nonché altri gruppi armati estremisti, deve essere scongiurata attraverso il dialogo con gli attori regionali e internazionali e l'intensificazione degli sforzi, anche da parte dell'unione Europea, per la ripresa del processo di pace in Medio Oriente, anche mediante un vertice inclusivo, verso una soluzione duratura e sostenibile fondata sulla coesistenza di «due popoli e due Stati»;

attualmente a Gaza si trovano quattordici italiani con i loro familiari, la cui liberazione richiede, come di tutta evidenza, il massimo sforzo da parte del Governo;

a fronte della delicata situazione internazionale che si sta delineando su scala globale è necessario un deciso cambio di passo da parte dell'unione Europea verso un ruolo sempre più coeso e autorevole, cui l'Italia deve contribuire recuperando incisività e credibilità internazionale, ai fini dell'individuazione di una soluzione politica per la pacificazione nel pieno rispetto del diritto internazionale, sia del conflitto israelo-palestinese sia di quello russo-ucraino;

il Consiglio europeo ha costantemente ribadito la ferma condanna e il pieno sostegno dell'Unione europea, per tutto il tempo necessario, al diritto naturale di autotutela dell'ucraina, in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni e il diritto internazionale, per la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale;

la discussione del Consiglio europeo in merito alla politica di sicurezza e difesa comune diventa cruciale, anche alla luce del nuovo scenario internazionale e delle crescenti tensioni in Medio Oriente, che comportano nuove sfide e minacce per l'Europa e che richiedono la realizzazione concreta e rapida di un sistema di decisioni comuni, la previsione di strumenti di intervento sempre più integrati e di adeguate risorse finanziarie, in particolare attraverso il rafforzamento dell'European peace facility;

particolare rilevanza assumono inoltre, anche nell'ambito della bussola strategica, gli sforzi tesi a rafforzare le attività di cybersicurezza e cyberdifesa, ed il contrasto alla disinformazione e alla diffusione di fake news, che hanno mostrato la loro crescente incidenza nell'orientare gli scenari di politica interna ed internazionale;

il Consiglio europeo tornerà ad affrontare il tema della migrazione, anche alla luce dei potenziali impatti migratori del conflitto in corso in Medio Oriente, e dopo che nel corso della riunione informale dei Capi di Stato o di Governo tenutasi a Granaria il 6 ottobre 2023, i leader dell'Unione europea hanno nuovamente discusso circa l'approccio necessario per contrastare l'immigrazione irregolare, e in particolare la criminalità organizzata, la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, come anche la strumentalizzazione della migrazione come minaccia ibrida;

i rafforzati timori di atti terroristici sul territorio dell'unione europea, anche a seguito dell'attentato di Bruxelles e delle informazioni di intelligence circa la possibile infiltrazione di minacce sulle rotte migratorie dei Balcani, hanno determinato dieci paesi UE in base all'articolo 28 del Codice delle frontiere Schengen, a reintrodurre controlli alle frontiere interne, tra i quali anche l'Italia alle frontiere con la Slovenia. Mentre le valutazioni sul rischio di infiltrazioni dalla frontiera italo-slovena di soggetti potenzialmente pericolosi non sono nuove, resta in ogni caso necessario evitare sia l'automatica sovrapposizione tra terroristi e richiedenti asilo e migranti, sia che venga messo in discussione lo spazio Schengen come acquisizione fondamentale dell'Unione europea; in questo senso, va ricordato che nei Balcani la frontiera esterna dello spazio Schengen coincide con quella della Croazia, verso cui è da assumere un forte impegno europeo inteso a supportarla nell'assolvere a questo fondamentale ruolo, nel rispetto di legalità e diritti;

nella consapevolezza politica che i Balcani, al pari dei Paesi del Mediterraneo, sono un'area di massimo interesse per l'Europa e in primo luogo per l'Italia, essi hanno il compito di rassicurare i Paesi candidati dell'area che vi è la volontà di proseguire con determinazione il processo di adesione, anche in considerazione del rischio di veder aumentare l'influenza della Russia in quegli stessi Stati, così come in Paesi membri dell'Unione europea dalla postura eccentrica rispetto alle alleanze euroatlantiche, come l'Ungheria, e del forte attivismo diplomatico e finanziario della Cina nell'area, che ha un particolare impatto sul quadro degli equilibri geopolitici, sia alla luce delle tensioni serbo kosovare sia nello scenario globale. L'Italia, in particolare, deve implementare il proprio ruolo nei Balcani, attraverso un'azione diplomatica non episodica ma continua e costante, con una presenza di primo livello in tutte le occasioni di confronto diplomatico, favorendo l'esplicarsi di percorsi di integrazione economica;

a pochi mesi dalla disattivazione della clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita, è ancora in corso il processo di revisione del quadro della governance economica europea, nello specifico la negoziazione sul pacchetto di proposte legislative – presentate dalla Commissione europea lo scorso aprile – che modificano sia il braccio preventivo che quello correttivo, fermi restando i parametri di riferimento del 3 per cento e del 60 per cento per il disavanzo pubblico e il debito pubblico rispetto al PIL, il cui eventuale aggiornamento richiede una modifica dei Trattati e quindi tempistiche più lunghe;

si tratta di un importante passo avanti nella costruzione di un sistema di governance economica dell'Unione europea che superi l'approccio eccessivamente rigoristico che ha finito per caratterizzarlo. Tuttavia, sono presenti diverse criticità, in particolare quelle derivanti dalle modifiche apportate rispetto all'impostazione data precedentemente dagli orientamenti della Commissione per dare seguito alle richieste della Germania e dei cd. Paesi frugali, che rappresentano un passo indietro rispetto alla prospettiva più evoluta di una maggiore flessibilità e differenziazione;

il nuovo assetto non scioglie completamente i nodi problematici di fondo, risolvendosi in un aggiornamento delle regole piuttosto che in una riforma di più ampio respiro che, attraverso una valutazione critica delle vigenti regole punti ad approdare ad un'effettiva unione fiscale ed economica, riconoscendo l'interdipendenza tra le politiche economiche nazionali e adottando una visione di stabilità economica e finanziaria per l'Unione nel suo complesso;

è pieno interesse del nostro Paese portare a termine rapidamente la revisione della governance economica europea per scongiurare gli effetti della disattivazione della clausola di salvaguardia generale del PSC, ma al contempo, rischiosa risulterebbe in particolare l'accettazione da parte del Governo, in sede di negoziazione, della previsione di vincoli automatici, i quali andranno a definire in modo permanente il nuovo quadro della governance economica europea;

sulla credibilità e l'affidabilità del Paese nella mediazione per la revisione della governance economica europea pesa in ogni caso la mancata decisione a tutt'oggi sulla ratifica dell'accordo di modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (Mes);

nell'ambito della discussione sull'attuale situazione economica dell'Unione europea, occorre aggiungere – ulteriori elementi che rivestono una grande importanza per il nostro Paese, tra cui la necessità di disporre di una capacità fiscale dell'eurozona capace di intervenire in circostanze eccezionali e la necessità di un fondo sovrano europeo, come risposta strutturale a medio termine alle esigenze di investimento, sicurezza ed autonomia, in particolare per rispondere alla concorrenza internazionale sul fronte dell'approvvigionamento di materie rare e materiali essenziali ed aiutare le imprese ad affrontare meglio la transizione ecologica prevista dal Green Deal,

impegna il Governo:

a promuovere un ruolo sempre più coeso e autorevole dell'unione europea come interlocutore primario ed unitario nelle relazioni internazionali e nell'individuazione di soluzioni politiche per la risoluzione dei conflitti in corso, cui l'Italia deve contribuire recuperando incisività e credibilità internazionale;

ad attivarsi immediatamente in merito alla situazione in Medio Oriente, affinché l'Italia partecipi e sostenga ogni iniziativa, sia in seno all'unione europea sia insieme ai nostri alleati e alle organizzazioni internazionali, che consenta di giungere alla liberazione di tutti gli ostaggi, di evitare l'escalation militare, di proteggere le popolazioni civili e garantire ad Israele il diritto di esistere e difendersi nel rispetto del diritto internazionale e umanitario, e mettere in campo ogni sforzo per ricostruire un processo di pace, anche mediante un vertice inclusivo, e riaffermare il diritto di Israele e Palestina alla coesistenza sulla base dello spirito e delle condizioni poste dagli accordi di Oslo, per l'obiettivo dei «due popoli e due Stati»;

a sostenere ogni iniziativa volta a chiedere un cessate il fuoco umanitario, in linea con le richieste del Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres, al fine di tutelare la popolazione civile, anche attraverso la fornitura di aiuti umanitari urgenti all'interno della Striscia e l'apertura immediata di corridoi umanitari per la salvaguardia dei civili a Gaza, nonché la previsione di «safe zones» per i civili, incluse scuole, ospedali e altre strutture di uso pubblico, nel pieno rispetto dei princìpi del diritto internazionale umanitario e anche per garantire l'incolumità dei cittadini e dei nostri cooperanti e ristabilire le loro condizioni di operatività;

a continuare ad assicurare il pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel quadro detrazione multilaterale dell'Unione europea e dell'Alleanza Atlantica, anche al fine di assicurare il diritto all'autodifesa dell'ucraina contro l'aggressione russa, secondo quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite;

a ribadire la ferma condanna degli attacchi che la Russia continua a perpetrare sui civili ucraini;

ad adoperarsi, in sede europea e internazionale, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro delle forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino, e a rafforzare gli sforzi per l'avvio di una soluzione diplomatica volta al raggiungimento di una pace giusta e duratura, basata sul rispetto della indipendenza, della sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;

ad adoperarsi al fine di accrescere la capacità dell'Unione europea in materia di sicurezza e difesa nella chiave di un sistema di decisioni comuni, della previsione di strumenti di intervento sempre più integrati e di adeguate risorse finanziarie, in particolare attraverso il rafforzamento dell'European peace facility, favorendo anche il rafforzamento delle attività di cybersicurezza e cyberdifesa, ed il contrasto alla disinformazione;

a ribadire il dovere di accoglienza e protezione degli esseri umani quale cardine dell'appartenenza all'Unione europea, garantire l'assistenza umanitaria e il rispetto dei diritti umani nella gestione migratoria regolare nonché la creazione di corridoi umanitari, e la certezza di operazioni search & rescue nel Mediterraneo che permettano di scongiurare la perdita di vite umane in mare;

a garantire che la sospensione della libera circolazione nello spazio Schengen resti una misura temporanea dettata da una situazione straordinaria, e che la reintroduzione dei controlli alle frontiere abbia un'applicazione temporanea, rigorosamente aderente ad oggettive necessità di prevenzione delle minacce terroristiche, proporzionata in maniera tale da generare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci, evitando che sia messo in discussione lo spazio Schengen come acquisizione fondamentale dell'Unione europea;

a sostenere il rafforzamento del ruolo dell'Unione europea e dell'Italia nei Balcani, favorendo l'esplicarsi di percorsi di integrazione economica e rassicurando i Paesi candidati dei Balcani che vi è la volontà di proseguire con determinazione il processo di adesione;

ad attivarsi concretamente e seriamente per portare avanti un negoziato soddisfacente nell'ambito della riforma della governance economica europea – quale elemento fondamentale per il compimento del processo di integrazione europea – proponendo ulteriori miglioramenti alla proposta della Commissione, finalizzati alla introduzione di una maggiore flessibilità, titolarità e differenziazione nazionale, riduzione della pro-ciclicità e adattamento a contesti economico-finanziari mutevoli, nonché sostegno alla crescita, secondo una visione della stabilità economico-finanziaria dell'Unione europea nel suo insieme. Ciò in particolare promuovendo: la rimozione di regole automatiche e criteri quantitativi uguali per tutti gli Stati membri, la previsione di una maggiore flessibilità e modificabilità dei piani nazionali; l'esclusione dalla spesa netta di spese per riforme o per investimenti, in particolare quelle relative al PNRR, per la transizione verde e digitale, il contrasto del dissesto idrogeologico e del cambiamento climatico; lo scorporo del debito accumulato a causa di emergenze o eventi eccezionali, con percorsi di rientro specifico; la previsione di meccanismi di stabilizzazione automatica, sul modello SURE; una maggiore attenzione all'obiettivo della crescita sostenibile e della coesione sociale; la costituzione di una capacità fiscale dell'eurozona e la previsione e il rafforzamento degli strumenti comuni su temi di interesse dell'Unione europea, rendendo permanente il Next Generation EU; l'avvio della riflessione per la revisione, in una prospettiva di medio periodo, dei parametri di riferimento del 3 per cento per il disavanzo pubblico e del 60 per cento per il debito pubblico, ormai privi di rappresentatività;

ad agire in sede europea al fine di garantire, in tempi rapidi ed entro un quadro normativo semplice e chiaro, l'istituzione di un fondo sovrano europeo, con l'attribuzione allo stesso di una dotazione di risorse adeguata e in grado di garantire una efficace politica di investimenti sostanziali, concentrando le risorse nei settori strategici e in particolare per la duplice transizione verde e digitale.