Istituzioni

Sulla Pubblica Amministrazione governo totalmente insufficiente

05/06/2023

 

Nessun rafforzamento in termini di risorse umane ed efficienza

 

Questo provvedimento sull’Amministrazione pubblica, approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 aprile 2023, nasce male, perché affronta un tema strategico, ossia il rafforzamento della capacità amministrativa della PA, in maniera totalmente insufficiente.

Il piano di assunzioni presentato non solo è inadeguato a colmare quella domanda di nuove generazioni, nuove leve, che c'è nelle nostre pubbliche amministrazioni, ma non riesce nemmeno a colmare il gap che deriva dalla dinamica dei pensionamenti.

Ci saranno 300 mila dipendenti pubblici in meno nel 2026, 700 mila nel 2030, un milione nel 2033.

La pubblica amministrazione non può essere riformata esclusivamente pensando a un riassetto dei vertici, occorrono nuove energie, mancano profili professionali e tecnici.

Il decreto, purtroppo, si pone, infatti, obiettivi minimi, piccole misure settoriali, non offre una visione d’insieme su quello che andrebbe fatto per migliorare le condizioni di chi oggi lavora nella pubblica amministrazione e non affronta assolutamente il tema di come potenziarla, sia in termini di risorse umane, sia in termini di efficacia ed efficienza per i servizi che offre ai nostri cittadini. Questa carenza di organico ci pone indietro rispetto ad altri Paesi europei.

L’Italia registra, ad oggi, il dato più basso nel rapporto tra numero di residenti e lavoratori pubblici, con una percentuale del 5,6 per cento, minore rispetto ad altre Nazioni, per esempio all'8,4 per cento della Francia, al 7,8 per cento dell'Inghilterra e al 6,8 per cento della Spagna.

Inoltre, uno dei temi che ha provocato la nostra dura reazione è quello che riguarda la Corte dei Conti, tema introdotto, di notte, con un emendamento del governo, una sorta di decreto nel decreto, per la portata normativa che ha.  

Sostanzialmente si è deciso l’esclusione della Corte dei conti dal controllo concomitante sia del PNRR, sia del Piano complementare, e di fatto dalla stragrande maggioranza degli investimenti pubblici che lo Stato farà nei prossimi anni.

I controlli sono uno dei caratteri fondanti di una democrazia liberale e questo governo appare a tutti gli effetti allergico alle critiche e ai controlli.

Per queste ragioni, pur essendo riusciti a far approvare qualche emendamento migliorativo, il nostro giudizio su questo decreto è estremamente negativo.

 

 

 

Dossier

Interventi in aula

Comunicati stampa