Agricoltura

No alle aste a doppio ribasso, maggiore trasparenza nella filiera

28/06/2019

Cosa c'è dietro ad un prezzo troppo basso? È possibile che una confezione di passata di pomodoro costi poco più di 30 centesimi? La risposta è molto semplice: no. No perché, per arrivare a quel prezzo, la catena del valore viene sconvolta e il costo di quello sconvolgimento grava inevitabilmente sul produttore agricolo e sul lavoro, che sono i due elementi più fragili della filiera. Spesso i piccoli produttori cessano la loro attività perché non ce la fanno più. Nella filiera agroalimentare, infatti,  i soggetti non hanno tutti lo stesso potere contrattuale.

Con questa proposta di legge noi vogliamo contribuire a riequilibrare la catena del valore della filiera agroalimentare che oggi vede uno squilibrio a vantaggio della grande distribuzione e dell'industria. Vogliamo farlo innescando alcuni meccanismi virtuosi che riconoscano buone pratiche ed esperienze, che permettano di investire sulle produzioni buone, sostenibili e giuste, completando quel lavoro importante che è stato avviato dalla legge sul caporalato, voluta fortemente dal Partito Democratico.

La norma ha al centro alcune priorità:

  • il divieto di tenere aste elettroniche al doppio ribasso per l'acquisto e l'approvvigionamento di prodotti alimentari ed anche per la ristorazione collettiva
  • il contenimento e la regolamentazione della pratica sottocosto 
  • l'introduzione di maggiori elementi di trasparenza nella filiera
  • la valorizzazione delle filiere trasparenti che scelgono di investire sulla qualità.

L'idea che il sottocosto sia una pratica che aiuta chi ha redditi più bassi. è senza fondamento. Una corsa competitiva tutta al ribasso non può che finire strozzando i produttori e consegnando al consumatore prodotti di bassa qualità. Dietro al sottocosto c'è il taglio sulle retribuzioni, sui controlli, sulla qualità delle certificazioni. Le terre coltivate saranno quelle più inquinate, quelle nelle mani della criminalità organizzata.

Il messaggio importante è  che ci sono costi insopprimibili che consistono nella fatica degli agricoltori e nella dignità del lavoro. Tutto questo contribuisce a dare valore al cibo, ed è una cosa che abbiamo scelto di fare anche tutti insieme, anni fa, ospitando Expo con quel tema così delicato: nutrire il Paese, nutrire il mondo. Il contributo importante che stiamo cercando di dare è certamente parziale, dovranno esserci altri passi in avanti, per esempio con il recepimento della direttiva sulle pratiche sleal.

Il messaggio di grande civiltà che stiamo cercando di dare al nostro Paese è quello della solidarietà, del sostegno agli agricoltori e dello sforzo, che deve essere comune, per far crescere la nostra convivenza civile.