Discussione sulle linee generali
Data: 
Venerdì, 25 Novembre, 2016
Nome: 
Giampiero Giulietti

A.C. 4127-bis

Grazie Presidente. Oggi è in discussione la legge di bilancio 2017 che rappresenta, a mio avviso, un punto fondamentale per la crescita del nostro Paese. Dopo la crisi senza precedenti che ha colpito l'economia italiana, ora l'Italia ha ripreso ad espandersi: benché il recupero dei livelli di prodotto pre-crisi si sta mostrando più lento di quanto desiderabile, la crescita si sta man mano ampliando; infatti nel 2015 il PIL è aumentato dello 0,7 per cento, per il 2016 si prevede un incremento dello 0,8 e per il 2017 abbiamo stimato una crescita pari all'1 per cento. In ragione della peculiarità del momento che si sta vivendo il Governo, nella recente nota di aggiornamento al DEF, ha inteso un percorso di consolidamento delle finanze pubbliche che è stato adattato al nuovo quadro economico internazionale e alle spese sostenute dalle pubbliche amministrazioni per due cause di forza maggiore indipendenti dalle scelte discrezionali del Governo, ossia il flusso di migranti e l'intensificarsi delle frequenze degli eventi sismici. La legge di bilancio contiene, infatti, misure per fronteggiare tali eventi eccezionali: con riferimento ai migranti il Governo prevede per il 2017 spese straordinarie addizionali superiori allo 0,2 per cento di PIL, mentre per quanto concerne gli eventi sismici il Governo, per far fronte alle esigenze post terremoto del 24 di agosto in avanti ha stanziato con tre successive delibere del consiglio dei ministri 130 milioni di euro; il decreto per la ricostruzione n.189 del 17 ottobre ha poi aggiunto ulteriori risorse per il 2016 ed il 2017. Ecco, su questo tema – essendo un deputato umbro – permettetemi di soffermarmi, perché il decreto approvato è un provvedimento che ha tenuto conto delle esigenze delle comunità locali, consentendo di affrontare l'emergenza terremoto con un nuovo approccio rispetto al passato. La prima novità sono le risorse stanziate, mai così importanti: circa otto miliardi da qui in avanti; inoltre, certezze di finanziamento, trasparenza e legalità sono i principi alla base di un testo che permetterà di ricostruire un patrimonio di bellezza che appartiene non soltanto alle regioni colpite dal sisma ma a tutto il nostro Paese e all'Europa intera. 
Ma torniamo a noi: la manovra di finanza pubblica ammonta complessivamente a 26,7 miliardi di euro per il 2017, 23,3 per il 2018, 24,4 per il 2019, ricomprendendo anche gli effetti del decreto n.193; si prevede un aumento degli investimenti pubblici, favorito dalla semplificazione delle procedure di autorizzazione rafforzando nel contempo le politiche anticorruzione; si individua inoltre un rafforzamento della capacità competitiva delle imprese introducendo un pacchetto competitività nel solco delle azioni già promosse negli ultimi due anni e mezzo con il programma «finanza per la crescita». Tra i punti fondamentali della manovra finanziaria va messa in evidenza l'abbattimento della tassazione: va giù l'IRES, che passa dal 27,5 al 24, va via l'IRPEF agricola e ci sono interventi di sostegno alle partite IVA. Inoltre, sono previsti 1,9 miliardi lordi sul pubblico impiego per il rinnovo dei contratti, la riorganizzazione del comparto delle Forze armate e le nuove assunzioni. C’è un lavoro sulla competitività che vale qualcosa come circa 20 miliardi e comprende industria 4.0 e soldi a chi investe. Ecco, su industria 4.0 permettetemi di fare un confronto anche con gli altri Paesi. Penso alla Francia, che investe circa 12 miliardi, penso alla Germania, che investe un solo miliardo di euro, penso agli Stati Uniti, che investono lo 0,5 miliardi di dollari e noi che facciamo un investimento, nel triennio, di oltre 20 miliardi di euro. Questo per comprendere come il tema viene trattato in Italia e come e quanto sia maggiore l'investimento di tutti i tempi del nostro Paese. 
Oltre, ovviamente, alle risorse per le piccole e medie imprese: circa un miliardo di euro andrà nel Fondo di garanzia per le PMI; e ancora risorse per le pensioni, per le pensioni basse, circa 7 miliardi di euro per il triennio; e ancora il Fondo per la sanità, che sarà di 113 miliardi, più 2 rispetto all'anno scorso, che, se unito alla legge di riforma costituzionale tra poco all'attenzione dei cittadini, consentirà di avviare più risorse per la sanità e, soprattutto, una sanità uguale in ogni regione italiana, garantendo allo stesso modo lo stesso diritto alla cura e alla salute a tutti i cittadini italiani, superando i temi della legislazione concorrente. Ed ancora, mi preme sottolineare, il lavoro per i comuni, per gli enti locali, dove è stato introdotto un Fondo per gli spazi finanziari, di quasi un miliardo di euro. 
Nel ringraziare il Viceministro Morando, che ha seguito i lavori di Commissione, il presidente Boccia, il relatore Mauro Guerra, che con pazienza e capacità è riuscito nel portare brillantemente in porto questo disegno di legge, fatemi fare qualche accenno ad alcune modifiche emerse nel dibattito in Commissione. Penso, innanzitutto, al tema dell'edilizia scolastica. Grazie ad un emendamento approvato, l'INAIL destinerà 100 milioni di euro sui fondi disponibili per la realizzazione di nuove strutture scolastiche; le regioni avranno tempo fino al 20 gennaio 2017 per comunicare la loro adesione al programma, garantendo la disponibilità a farsi carico del canone di locazione; sarà poi un DPCM d'intesa con il Ministero del lavoro, dell'istruzione e il MEF, a individuare le regioni ammesse, assegnando la disponibilità e i criteri di selezione dei progetti. A ciò si aggiungeranno – è notizia di questi giorni – altri 530 milioni erogati dalla BEI, che si aggiungono a loro volta agli altri, un miliardo e 150 milioni per l'edilizia scolastica, sempre di origine BEI, oltre ai programmi di «scuole belle» e «scuole sicure», il più grande programma di investimento sull'edilizia scolastica che si ricordi e che testimonia l'impegno del Governo e del Parlamento sul tema della sicurezza delle scuole e dei nostri figli. 
Ed ancora, grazie al lavoro di Commissione, è stato dato il via libera a diverse modifiche al pacchetto previdenza, a partire dall'estensione di «opzione donna» alle lavoratrici nate nei mesi di ottobre, novembre, dicembre ’58 e alle autonome nate nell'ultimo trimestre del ’57, che hanno maturato 35 anni di anzianità entro il 31 dicembre 2015; via libera anche ai miglioramenti della platea dell'ottava salvaguardia, spostando dal 31 dicembre 2012 al 31 dicembre 2014, la data utile per l'ingresso nella mobilità. Insomma, una platea che passa da 27.700 a 30.700 salvaguardati. Ed ancora, i 15 milioni per i contratti di solidarietà, stanziati a valere sul Fondo sociale per l'occupazione e la formazione. Potrà essere anche chiesto il super ammortamento al 250 per cento, rispetto al costo di acquisto per l'acquisto di macchinari utensili, per la realizzazione di prodotti mediante la trasformazione di materiali e delle materie prime. Sì, proprio quel super ammortamento del 250 per cento introdotto con industria 4.0, che si aggiunge ovviamente all'ammortamento, al super ammortamento del 140 per cento riconfermato. 
Si allarga, inoltre, l'utilizzo del cosiddetto equity crowdfunding, dove potranno essere finanziate, tramite piattaforma on line per la raccolta dei capitali di rischio, tutte le piccole e medie imprese e non solo le start up e le PMI innovative.
La manovra dà un impulso alla crescita, proseguendo nel percorso di riduzione delle tasse e di rilancio degli investimenti; introduce misure contro la disuguaglianza tra i ceti sociali, a favore dei pensionati che ricevono gli assegni più bassi e ampliando la possibilità di accesso alle pensioni, senza compromettere la stabilità del sistema previdenziale nel lungo periodo; riduce progressivamente il disavanzo, con contestuali interventi orientati allo stimolo del prodotto e all'equità sociale. Mentre eravamo in Commissione a lavorare, era giunta la notizia che i Ministri del lavoro, della salute e dell'economia avevano firmato il decreto attuativo sul «Dopo di noi», che fissa i requisiti per l'accesso alle prestazioni a carico dell'apposito Fondo istituito con legge, stabilendo la ripartizione tra le regioni dei primi 90 milioni a disposizione per il 2016: una notizia attesa e importante, che consentirà una prima sperimentazione, nelle regioni, del «Dopo di noi», ma che dà misura profonda del nostro lavoro in Parlamento.
In questi anni abbiamo abbassato le tasse, messo risorse per la competitività, per le imprese, per l'industria, abbiamo garantito il bonus degli 80 euro ai dipendenti con stipendi più bassi, alle Forze dell'ordine, abbiamo messo risorse per le pensioni più basse, investendo in sicurezza e scuole. Ma interventi come il «Dopo di noi», la legge sull'autismo, il rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza, danno davvero la misura del nostro lavoro e del lavoro del Governo Renzi. In questi giorni giriamo per la campagna elettorale referendaria, spiegando la bontà delle ragioni della riforma costituzionale e la necessità di non interrompere questo straordinario processo di cambiamento in atto, e sul tema del sociale, dell'inclusione sociale, dobbiamo rivendicare con orgoglio il lavoro del Governo e del Parlamento. Proprio oggi, in occasione della discussione della legge di bilancio 2017, nel rivendicare con il giusto orgoglio il lavoro fatto, ci proiettiamo al futuro con una manovra espansiva di crescita e di fiducia. Grazie