Discussione generale
Data: 
Martedì, 22 Dicembre, 2020
Nome: 
Pietro Navarra

A.C. 2790-bis-

Grazie Presidente, signora Vice Ministro, onorevoli colleghi, la società e l'economia italiane sono caratterizzate dalla più grave crisi della storia contemporanea. Seppure la pandemia ha avuto per epicentro il Nord, la crisi economica si è presto estesa al Mezzogiorno dove si è tradotta con più drammaticità in emergenza sociale, colpendo un tessuto produttivo più debole, un mercato del lavoro più frammentato e una società più fragile.

Stiamo vivendo un momento di straordinaria incertezza e, al tempo stesso, ci troviamo nel bel mezzo di una potenziale, importante svolta della politica nazionale. Il nostro Paese, infatti, si trova di fronte all'occasione irripetibile di avviare la sua ricostruzione e il suo rilancio, coniugando crescita nazionale e coesione territoriale. Ed è proprio su questo aspetto che desidero concentrare il mio intervento, soffermandomi sulle misure della legge di bilancio a favore del Mezzogiorno, delineandone la filosofia e gli obiettivi.

Questo Governo sta dimostrando con i fatti che il tema del Mezzogiorno è una delle priorità dell'azione politica della maggioranza che lo sostiene. Riteniamo, infatti, il ritardo economico del Mezzogiorno inaccettabile e ingiustificabile. Inaccettabile, perché non consente a un terzo della popolazione italiana di godere appieno di diritti, di opportunità, di prospettive che lo Stato dovrebbe garantire a tutti i cittadini. Ingiustificabile, perché le ricchezze culturali, ambientali e di capacità produttive inespresse presenti nel Mezzogiorno possano e debbano essere utilizzate per il rilancio dell'economia italiana.

Gli interventi contenuti nella legge di bilancio a favore del Mezzogiorno rispondono a una logica che distingue le misure di breve periodo, che hanno un impatto diretto e immediato sul tessuto produttivo e nel mercato del lavoro, da quelle di medio-lungo periodo, che attengono a un deciso cambio di marcia negli investimenti pubblici in infrastrutture. Alla prima categoria di interventi appartiene il quadro di misure fiscali orientate alla tutela del lavoro e all'incentivazione dell'innovazione; questo insieme di interventi, a differenza di quanto è accaduto nel passato, si distingue per la sistematicità e la stabilità nel tempo.

La perseveranza e la determinazione del Ministro Provenzano hanno permesso di rendere strutturale fino al 2029 la decontribuzione sul costo del lavoro già avviata negli ultimi mesi dell'anno in corso. La misura richiede interventi il cui valore è di 4 miliardi 800 milioni per l'anno 2021, che crescono fino a un picco di 5 miliardi 900 milioni nel biennio 2024-2025 e che poi scendono a poco più di 2 miliardi nei due anni finali del periodo di incentivazione fiscale. Il beneficio contributivo riguarda attualmente circa 500 mila imprese e 3 milioni di lavoratori dipendenti.

A questo proposito, desidero sgomberare il campo da un equivoco generato da alcune notizie di stampa nelle quali è stato affermato che il Governo avrebbe presentato un emendamento, poi votato in Commissione bilancio, con il quale, per finanziare altri interventi, sarebbe stato operato un taglio rilevante ai fondi destinati alle agevolazioni contributive per i datori di lavoro al Sud. Vorrei, in questa sede, affermare che non c'è nulla di vero in questa notizia: si tratta di una semplice rimodulazione delle risorse finanziate dal Programma React-Eu per renderle più coerenti con gli obiettivi della programmazione europea, che non incide in alcun modo sulla copertura della decontribuzione sul costo del lavoro nel Mezzogiorno, che pertanto viene interamente compensata da risorse provenienti dalla fiscalità generale.

Le agevolazioni fiscali che incidono sul costo del lavoro vengono affiancate da un'altra importante misura frutto di un emendamento presentato da tutti i deputati del Partito Democratico eletti in rappresentanza del Mezzogiorno. Essa ha l'obiettivo di incentivare l'insediamento di nuove attività produttive nelle zone economiche speciali localizzate nelle regioni meridionali e nelle isole. La norma prevede il dimezzamento dell'Ires per i primi sei anni dall'avvio dell'investimento, a condizione che le imprese mantengano i livelli occupazionali e non delocalizzino la propria attività per almeno dieci anni.

Due ulteriori importanti misure che incidono sul mercato del lavoro riguardano i giovani. Nelle regioni del Sud la decontribuzione totale per l'assunzione di lavoratori con meno di 36 anni è stata potenziata estendendosi di un ulteriore anno. Inoltre, è stata introdotta una deroga ai vincoli assunzionali nella pubblica amministrazione per nuove professionalità da impiegare nella gestione dei fondi europei fino al limite di 2.800 unità a tempo determinato per una spesa di 126 milioni annui per il periodo 2021-2023. La norma risponde all'esigenza di rafforzare la capacità amministrativa nell'utilizzo dei fondi della politica di coesione; un intervento importante per il nostro Paese che non ha dimostrato particolare efficienza ed efficacia in questo settore.

E' stato rinnovato per due anni, fino al 2022, il bonus investimenti, ovvero un credito d'imposta graduato in base alla dimensione aziendale. Per le coperture è previsto un miliardo di euro all'anno a valere sul fondo di sviluppo e coesione.

E' biennale anche la proroga della maggiorazione del credito d'imposta per ricerca e sviluppo che arriva fino al 45 per cento per le piccole imprese; il prossimo obiettivo è quello di sostenere queste due misure, che sono state estese di un ulteriore anno, per l'intero ciclo di programmazione.

Restando in tema di innovazione, è stata introdotta in legge di bilancio una norma che promuove e sostiene la collaborazione tra le imprese e il sistema della ricerca, con lo scopo di favorire il trasferimento tecnologico e il partenariato pubblico-privato attraverso l'insediamento di start up e l'attrazione di nuove realtà imprenditoriali ad alto valore innovativo. A questo fine, è previsto uno stanziamento di 50 milioni di euro, per ogni anno del triennio 2021-2023, per la costituzione di ecosistemi dell'innovazione nelle regioni del Sud. Misure di incentivazione fiscale a favore delle imprese possono contrastare, nel breve periodo, gli effetti della crisi pandemica, incentivando il mantenimento dei posti di lavoro esistenti e l'emersione del lavoro irregolare; possono poi favorire un contesto macroeconomico più propizio e la creazione di nuova occupazione, tuttavia affinché questi effetti virtuosi si traducano in un miglioramento duraturo dell'economia del Mezzogiorno resta essenziale intervenire sul contesto in cui operano le imprese e, quindi, soprattutto sulle infrastrutture. Il rilancio degli investimenti pubblici, infatti, rappresenta l'altro cardine della legge di bilancio. A questo riguardo, il capitolo Mezzogiorno della manovra contiene la definizione del plafond del Fondo di sviluppo e coesione per il ciclo 2021-2027; esso è aumentato di circa il 20 per cento rispetto al ciclo di programmazione scorso, e varrà lo 0,6 per cento del PIL, corrispondente a 73,5 miliardi di euro, che per l'80 per cento saranno spesi nelle regioni meridionali e nelle isole. Già sono stati assicurati 5 miliardi di disponibilità di cassa per il primo anno, che permettono di indirizzare subito le risorse agli interventi infrastrutturali.

Signor Presidente, in conclusione, desidero ricordare che l'approccio adottato nell'impostazione della legge di bilancio è allineato con le indicazioni formulate dalla Commissione europea per l'attuazione del programma Next Generation EU al fine di garantire un legame di continuità progettuale e coerenza gestionale tra le scelte di oggi e quelle che saranno effettuate nel prossimo futuro. A questo proposito, consapevole del ruolo e del valore esercitato al Parlamento nelle scelte di programmazione, vorrei riaffermare quanto già espresso nella relazione della Commissione bilancio approvata dall'Aula lo scorso ottobre, con il sostegno dei gruppi di maggioranza e con l'astensione costruttiva delle opposizioni, relazione nella quale sono state indicate al Governo le priorità nell'utilizzo delle risorse previste nel Piano nazionale di rilancio e resilienza. In quell'occasione, il Governo è stato invitato, cito testualmente, “ad applicare, con eventuali aggiustamenti, lo stesso criterio di riparto delle sovvenzioni tra i Paesi europei previsto dal dispositivo di ripresa e resilienza anche per la distribuzione delle risorse tra le regioni e le macro aree all'interno del nostro Paese”. Ciò permetterebbe di destinare al Mezzogiorno risorse rilevanti, ben al di sopra di quanto previsto dall'applicazione della clausola del 34 per cento. Questa scelta, signor Vice Ministro, non solo è voluta dai deputati di questo ramo del Parlamento, e che desidero ribadire, ancora una volta in questa sede, e non solo accelererebbe la velocità di convergenza all'interno del territorio nazionale, nel lungo periodo, ma migliorerebbe anche la dinamica di convergenza dell'Italia verso il resto d'Europa.