Dichiarazione di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Mercoledì, 23 Dicembre, 2020
Nome: 
Maria Anna Madia

A.C. 2790-bis-A/R

Grazie, Presidente. Il gruppo del Partito Democratico sta per votare la fiducia al Governo sulla legge di bilancio: una legge di bilancio che è fuori dall'ordinario. Le file interminabili a Milano di persone che cercavano e cercano un pasto caldo, io credo debbano rimanere scolpite nella testa e nella mente di tutti noi, Presidente. Così come tutte le vittime di questa pandemia, le loro famiglie, tutte le persone che oggi sono negli ospedali, tutti coloro che nei mesi prossimi ancora dovranno attraversare questa tragedia. Presidente, io non voglio iniziare con parole di retorica, ma penso che noi siamo già oggi a realismo, rispetto e responsabilità, anche nei toni e nei modi che usiamo tra noi nelle sedi istituzionali prima di tutto, ma non solo, perché solo così noi possiamo provare ad attraversare il dolore che sta vivendo il Paese e le drammatiche conseguenze sociali ed economiche che già si stanno verificando.

Ma vede, Presidente, non è questa l'unica ragione per cui questa legge di bilancio è una legge di bilancio fuori dall'ordinario. Noi oggi votiamo il bilancio, eppure abbiamo passato i mesi precedenti a votare altri provvedimenti economici. Dall'inizio della pandemia ci troviamo in una sessione di bilancio perenne, di fatto, che non ha precedenti per effetti sui bilanci dello Stato e per dimensioni. Siamo al quarto scostamento di bilancio. E io credo che le ossessioni di tutti noi, del Parlamento, del Governo, di chi amministra, devono essere due: la prima, quella di capire se quello che noi votiamo qui arriva ai cittadini, l'efficacia di questi provvedimenti. Vede, Presidente, troppo spesso ancora, non c'è una puntuale applicazione di quello che noi votiamo qui nella vita delle persone. E poi un'altra deve essere l'ossessione, ed è quella della percezione, o meglio, comprensione che le persone hanno dei diritti che conseguono dal nostro lavoro qui, perché è inutile girarci intorno: oggi nel Paese non c'è un clima di fiducia e noi siamo chiamati a ricostruire questo clima di fiducia attraverso la chiarezza e la trasparenza con cui assumiamo le decisioni.

Il quadro macroeconomico - lo ricordava il collega Marattin - è un quadro macroeconomico difficile: quasi meno 9 per cento di PIL nel 2020, una ripresa nel 2021 che non sarà di tutto ciò che noi abbiamo perso quest'anno, effetti sull'occupazione che ancora non sappiamo con precisione, ma che certamente ci porteranno un calo strutturale dell'occupazione. Ed è per questo che in questa legge noi proviamo ad andare avanti con continuità, prima di tutto nel contenimento degli effetti della pandemia sul lavoro: penso alla Cassa integrazione, agli interventi importanti per i lavoratori più in difficoltà, dagli ammortizzatori sociali per gli autonomi, all'intervento per gli esodati. Continuiamo ad investire sul fondo sanitario, c'è un importante intervento sulle indennità delle professioni sanitarie. Allarghiamo ed allunghiamo le garanzie per le imprese. Introduciamo una riforma importante, quella dell'assegno unico per la natalità, intuizione del nostro capogruppo Graziano Delrio, lo ricordo, anni fa, diventa realtà questa riforma importante per il nostro Paese. Introduciamo - permettetemi una sottolineatura su questo - il Fondo per l'imprenditoria femminile: sono 20 milioni, è solo un inizio, ma è un inizio importante perché ancora troppe donne non vedono nell'impresa, in Italia, una via di realizzazione e sviluppo; così come nel passaggio parlamentare per le donne sono stati approvati i congedi di paternità, il Fondo per la parità salariale. Certo, Presidente, non è ancora questo il New Deal femminile che tutte noi vorremmo e per il quale combatteremo, perché ci arriveremo solo quando, ogni qualvolta si spenderanno delle risorse, la metà di quelle risorse andranno a favore delle donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma in realtà, come ci dimostra la storia, a favore, quando si investe sulle donne, dell'avanzamento di tutta la società.

E allora come facciamo ad arrivare a questi obiettivi ancora lontani? Ci arriviamo facendo un discorso di visione, in un blocco unico che tenga insieme tutto ciò che noi approviamo: la legge di bilancio, i “decreti Ristori” ed anche il Recovery Fund. Ed il Recovery Fund, di fatto, è la terza ragione per cui si tratta di una legge di bilancio fuori dall'ordinario, perché - e lo dico ai sovranisti, ai nazionalisti, a chi urlava contro l'Unione europea, a chi voleva l'uscita dell'Italia dall'Unione europea - noi ci troviamo dentro il più grande trasferimento economico verso il nostro Paese dal dopoguerra.

Sono 200 miliardi che arrivano all'Italia; una presenza, quella del Recovery Fund, che non è qui solo politicamente nella discussione presente, ma anche già nelle risorse in questa legge di bilancio e, allora, arriveremo a obiettivi più alti se useremo bene queste risorse. Io credo sia ovvio che le priorità di investimento non saranno certo decise da un ufficio tecnico che riempirà delle caselle su un modulo che arriva da Bruxelles; le priorità di investimento sono oggi uno degli aspetti più importanti, io direi, proprio, del rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento. Ma credo che noi dovremmo ricominciare, questo è il secondo punto sul Recovery Fund che vorrei sottolineare, a dire, su ogni progetto che il Governo italiano presenterà, quanta occupazione si crea, quanta occupazione di qualità si crea, perché, Presidente, il blocco dei licenziamenti non sarà infinito e noi è di questo che dovremmo parlare, insieme certo al terzo punto, se ne è discusso tanto, che è quello della governance: chi spenderà queste risorse? Vede, chiunque abbia una conoscenza non approfondita, anche sommaria, della pubblica amministrazione sa che i tempi di impegno delle risorse delle pubbliche amministrazioni italiane non sono oggi compatibili con i tempi del Recovery Fund e non è questa una ragione solo legata alla credibilità del nostro Paese; noi dobbiamo rispettare nella spesa tabelle di marcia e obiettivi, perché altrimenti le risorse non ci arriveranno proprio, perché così funziona: ti arriva una parte di risorse su un progetto, se non riesci a spenderla non ti arrivano le altre risorse. Ed è per questo che io credo, e per mia parte vorrei che ci fosse un grande appello a tutto il Paese, alle grandi partecipate di Stato, a tutti i luoghi del Paese dove ci sono capacità manageriali, expertise, in una grande collaborazione del Paese, pubblico e privato, come in una guerra, per salvare l'Italia e dare un futuro all'Italia.

Presidente, il Partito Democratico ha l'obiettivo, e su questo non farà sconti, di dare al Paese un Esecutivo all'altezza della gestione della pandemia, dell'auspicato piano vaccinale e della gestione delle tante risorse che oggi ci consentono, non lo dico con retorica, di dare una grande opportunità all'Italia. Sono settori strategici sui quali possiamo intervenire, penso alla trasformazione, ad esempio, tecnologica dell'Italia; la tecnologia non è neutrale, la tecnologia può includere o escludere; è per questo che noi abbiamo proposto che il diritto a Internet diventi un diritto di rango costituzionale. Ecco, nei progetti che presenteremo noi veglieremo affinché ci sia un impegno di risorse per una tecnologia che includa, che unisca, che affronti i grandi temi della sovranità tecnologica dell'Europa e dell'Italia in Europa, a fronte di grandi colossi, come la Cina e gli Stati Uniti, che affronti il grande tema - e concludo - del riequilibrio dei rapporti di forza con le grandi big del tech, che non si affronta solo da un punto di vista fiscale, ma anche capendo punti e fattori importanti come la trasparenza degli algoritmi o come la redistribuzione del valore dei dati che noi produciamo e che loro sfruttano.

Presidente, parliamo di fini, non parliamo più di mezzi, perché altrimenti - e cito, per concludere, padre Francesco Occhetta in un suo editoriale di qualche giorno fa - “senza un perché implodono ogni dove e ogni cosa”; facciamo che ciò non avvenga oggi in Italia.