Data: 
Mercoledì, 8 Marzo, 2023
Nome: 
Michela Di Biase

Gentile Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, anch'io sento la necessità di ringraziare la Vicepresidente Ascani per aver voluto riportare alla memoria, nel suo intervento, le parole di una delle nostre madri costituenti, Teresa Mattei, e di avere esplicitato la necessità di farsi carico dei diritti delle donne in modo condiviso, attraverso una grande corresponsabilità, che non riguarda e che non deve riguardare solamente le donne.

Oggi, questo 8 marzo, il nostro Paese, l'Italia, taglia il traguardo importante (ed è giusto, mi fa piacere e, prima di me, è già stato evidenziato) di avere, per la prima volta, una Presidente del Consiglio donna e una leader dell'opposizione donna. Se guardiamo alla nostra storia recente, ci sarebbe apparso un traguardo troppo difficile da centrare, invece, finalmente, possiamo rivendicarlo come un successo che è condiviso. Pur espressione di valori opposti, entrambe dimostrano che il peso delle italiane nelle istituzioni sta aumentando, come, tra l'altro, dimostrano anche le nuove Presidenti di Consulta e Cassazione.

Questo davvero può aiutare il nostro Paese ad accrescere lo spazio dei diritti collettivi, come a fungere da moltiplicatore rispetto agli indici di sviluppo, soprattutto economici e sociali, del nostro Paese.

Si tratta di battaglie condivise, così come ci viene insegnato in questo lungo anno che ci lasciamo alle spalle, un anno di guerra, di sopraffazione e di diritti negati per molte donne, così come ci insegnano le donne iraniane e afgane, ma così anche come ci insegnano tutti quei cittadini che, in questa rivolta, sono stati al fianco di quelle donne, perché le battaglie per i diritti delle donne non riguardano soltanto noi, non sono battaglie individuali che vanno portate avanti nell'alveo di un recinto troppo stretto; sono battaglie che vanno condivise con gli uomini, che, su questo, hanno e devono avere un ruolo responsabile e corresponsabile.

La storia recente di questo Paese ci dice che sono stati fatti passi giganteschi. Pensiamo che è solo del 1981 la legge che ha cancellato il delitto d'onore e il matrimonio riparatore. Citiamola ancora una volta, Franca Viola, per la grande prova di coraggio che diede in quella circostanza. Ricordiamo che, solamente nel 1996 - io, all'epoca, avevo 16 anni - lo stupro diventerà un reato contro la persona.

Allora, sul tema della violenza di genere, quest'Aula, a mio avviso, ha segnato una pagina importantissima e di grande condivisione. Abbiamo votato in modo unanime l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, ma i dati ci dicono che siamo ancora troppo indietro rispetto a troppe tematiche che riguardano le donne. Non c'è un ambito della vita di noi donne che non sia segnato dalla disparità di genere: in famiglia, i carichi di lavoro pendono tutti sulle donne, ricadono tutti sulle donne; nell'ambiente lavorativo, non ho il modo e il tempo, oggi, per affrontare i dati che descrivono e raccontano una situazione drammatica come, ad esempio, la vicenda del differenziale retributivo, il gender pay gap, che evidenzia un gap enorme anche sul tema degli stipendi; lo stesso vale anche per quanto riguarda la salute e l'istruzione.

È depositata in Parlamento una legge voluta dal Partito Democratico che chiede a questo Parlamento di esprimersi rispetto al tema delle STEM. Le donne devono essere impiegate in settori nevralgici di crescita di questo Paese e di sviluppo.

Davvero mi auguro, e concludo, che queste siano battaglie che avremo la capacità e un grado di maturità tale da condurre in modo condiviso. Pur nella diversità e nelle difficoltà che una dialettica come questa presuppone, mi aspetto che, su questi temi, riusciamo davvero ad andare avanti, non come fanno i centometristi, che corrono da soli, in solitudine. Le battaglie che riguardano le donne ricordano più una staffetta: noi abbiamo chi ci ha passato il testimone e noi, a nostra volta, dovremo essere in grado di consegnare un testimone migliore alle nuove generazioni. Questo, davvero, è un auspicio. Naturalmente, il Partito Democratico su questo è pronto a confrontarsi, a dare il suo contributo e a fare il suo lavoro, in maniera degna ed esemplare.