Grazie, Presidente. Il 28 maggio 1974, durante una manifestazione antifascista, esplose una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti a piazza della Loggia, a Brescia. Morirono subito 8 persone, che poi sono diventate 9, e 102 sono stati i feriti, caduti per la libertà e la democrazia, come 20 anni prima i partigiani. Quella strage, anche con sentenze passate in giudicato, è stata riconosciuta come una strage neofascista, compiuta da esponenti di Ordine nuovo, con la copertura e la connivenza di settori deviati dello Stato.
Prima di tutto, voglio manifestare qui il cordoglio e la solidarietà ai familiari delle vittime e alla loro associazione, che ha condotto in questi anni una battaglia molto importante per la verità e la giustizia, e a tutta la comunità di Brescia. Permettetemi di abbracciare molto forte il nostro collega Girelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che rappresenta quella comunità nel nostro Parlamento.
Quella strage fece parte di quegli anni terribili della strategia della tensione, un disegno eversivo di cui furono autori materiali terroristi neofascisti, sostenuti, incoraggiati e finanziati da settori deviati dello Stato, da ingerenze straniere nel nostro Paese, dalla loggia massonica P2, da esponenti politici dell'estrema destra. Una strategia che è andata da piazza Fontana alla strage della stazione di Bologna. E permettetemi di dirvi che la mia città, Bologna, e Brescia sono unite in questo ricordo così terribile. Una strategia che mirava a condizionare la nostra democrazia, a bloccare un percorso di riscatto sociale che era in atto nel Paese, a impedire alla sinistra, in particolare al Partito Comunista Italiano, di entrare al Governo del Paese, di avere un'esperienza di Governo del Paese.
Oggi il Presidente Mattarella, nelle sue parole molto belle dedicate alla strage di Brescia, ci ricorda come la nostra democrazia e l'unità delle forze politiche democratiche hanno sconfitto quella strategia eversiva, che, peraltro, ha visto, con connivenze e contatti, presenti anche il terrorismo politico-mafioso e quello delle Brigate rosse. Però è vero che quella stagione ha influenzato profondamente la storia del Paese, ha condizionato la nostra democrazia.
Penso che oggi tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali sono chiamati a fare fino in fondo i conti con quella storia, una storia che rimane nel Paese, che condiziona ancora oggi la nostra democrazia, dicendo parole chiare sulle responsabilità e su quello che è accaduto in quella fase storica, per difendere quei valori comuni di libertà, di democrazia, di antifascismo, che sono il fondamento della nostra Costituzione e della nostra Repubblica.