Grazie, signor Presidente. Come lei ha ricordato, il collega Giuseppe Basini era stato senatore nella XIII legislatura, nelle file del gruppo di Alleanza Nazionale - una legislatura che trascorse all'opposizione - e poi deputato - lo ricordiamo tutti - nella scorsa legislatura, nel gruppo della Lega.
Credo che vada sottolineato con forza il suo grande curriculum scientifico, un fisico nucleare di rilevanza internazionale, che, devo dire, non faceva assolutamente pesare. La rilettura di questo curriculum dà un elemento di grande statura scientifica, che, come dicevo prima, lui non faceva pesare nei suoi interventi.
È stato espressione della cultura liberale e, come lui amava dire, della cultura liberale di destra, della destra liberale, è stato anche monarchico; una cultura che aveva radici profonde nella storia del nostro Paese, che affondava le radici nel liberalismo dopo l'Unità d'Italia e che affrontò anche il passaggio del secolo. Era sostenitore di una cultura liberale di destra fondata sull'idea di una società aperta e anche sull'idea di uno Stato minimo, cioè il minimo intervento possibile nello Stato.
È evidente che le nostre idee, le idee di questa parte, erano differenti dalle sue. Avevamo avuto modo più volte di confrontarci, anche in quest'Aula, ed io vorrei ricordare proprio questo: il suo garbo, la sua coerenza, la sua disponibilità al confronto sulle posizioni. Ed è un richiamo, nel momento in cui si fanno le commemorazioni, e anche un modo per indicare comportamenti per il futuro, e questo sarebbe auspicabile, lo dico a tutti, cioè ritrovare anche il gusto del confronto, non semplicemente della contrapposizione numerica, ovviamente rimanendo poi, magari, alla fine, ognuno sulle proprie posizioni, ma con la capacità anche di arricchirsi, di avere un confronto, di ascoltare. Ecco, ascolto, confronto, e va sottolineata anche - lo devo dire in questa sede - una coerenza di fondo che gli va riconosciuta.
Quindi, da posizioni differenti, dall'altra parte dell'emiciclo, oggi, non resta che ricordare una persona con questo garbo, con questo modo di affrontare le questioni, che - adesso, forse, lo capisco di più, dopo aver approfondito anche il suo curriculum - partiva proprio dalle sue fondamenta scientifiche. Quindi, alla moglie Simonetta, e ai figli Giuseppe e Giovanni, va la partecipazione del nostro gruppo al loro lutto, che va esteso a quello della sua famiglia politica.