Data: 
Martedì, 25 Ottobre, 2022
Nome: 
Giuseppe Provenzano

Grazie, Presidente. Signora Presidente del Consiglio, il discorso di oggi, come le scelte di questi giorni, un pregio ce l'hanno ed è quello della chiarezza, che avrà anche da parte nostra. Molto ci divide, quasi tutto: non ha simpatie per il fascismo - bene -, ha una smaccata antipatia per l'antifascismo, però, che non è stato i colpi di chiave inglese, ma la matrice della nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lei ha chiesto di essere giudicata sui fatti: oggi abbiamo ascoltato parole. È un fatto invece che avete rimesso in piedi mezzo Governo Berlusconi, solo un po' più grigio e un po' più nero; è un fatto grave che le vostre prime uscite pubbliche siano dedicate ad attaccare l'opposizione: anche oggi, qui, dall'onorevole Candiani sono arrivate parole inquietanti. Altre volte, nella storia d'Italia, è capitato che si accusasse l'opposizione di essere antipatriottica, ma questa parola - lo ha ricordato prima l'onorevole Scotto - nessuno può usurparla, nemmeno voi, perché la Patria nostra è risorta con la Resistenza, la nascita della Repubblica e la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) ed è in nome di essa che svolgeremo la nostra funzione. Faremo opposizione non solo per difendere, ma soprattutto per attuare la nostra Costituzione in quest'Aula e anche nelle piazze, onorevole Candiani, e non sarà lei ad impedircelo. Avete inaugurato una neolingua ministeriale: è un fatto, un'esigenza identitaria che non risolverà uno solo dei problemi dei cittadini. Lei vuole farci discutere dei pronomi, degli articoli determinativi e il suo Vice, Salvini, già riparte con i vecchi e stanchi numeri, con i porti chiusi, ma non nasconderete in questo modo le vere urgenze del Paese, non vi seguiremo su questo. Oggi lei non ha dato nessuna risposta, ma non si è nemmeno posta le domande. C'è un'enorme questione salariale nel nostro Paese e non ha detto neanche una parola su questa, ci sono file di persone con i gioielli al Monte dei Pegni per pagare le bollette. Certo che c'è molto da fare ancora in Europa - noi abbiamo fatto tanto senza di voi e i vostri amici nazionalisti durante la pandemia -, ma molto c'è da fare anche in Italia. Oggi, qui, avete detto che siete contro il salario minimo. Ditelo ai 5 milioni di lavoratori poveri! E non basterà il taglio del cuneo fiscale: noi avevamo iniziato a ridurlo e ora vogliamo dare una mensilità di stipendio in più ai redditi medio-bassi.

Le persone non arrivano a fine mese e voi parlate qui di fringe benefit. Salvini, ancora ieri, parlava di flat tax, che è un regalo ai ricchi e un danno per tutti gli altri. È questo che è mancato, Presidente Meloni, al suo discorso e al suo Governo: la lotta contro le disuguaglianze e contro le ingiustizie. Ce ne sono di nuove che sembrano antichissime: lei ha citato Giuliano De Seta; io ricordo Sebastian Galassi, un rider di vent'anni, caduto a Firenze perché correva dietro a un algoritmo, che il giorno dopo lo ha licenziato da morto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Questa non è la fine del lavoro, è la fine dell'umanità! Non una parola contro la precarietà! E' il lavoro buono e dignitoso il primo interesse nazionale, soprattutto per i nostri giovani che se ne vanno, perché è l'emigrazione, non l'immigrazione, la vera emergenza nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ci sono direttive europee sul salario minimo e sui lavoratori delle piattaforme digitali: ci siamo battuti per averle e ci batteremo per attuarle. Nei giorni scorsi, la Caritas ci ha fornito un nuovo record: 2 milioni di famiglie povere. La famiglia, primo nucleo della società, è stata a lungo abbandonata, un errore che noi abbiamo iniziato a correggere con l'assegno unico; altri hanno parlato di reddito di cittadinanza - e non ci torno - ma voi alla famiglia proponete oggi ideologie e fanatismo, mentre servono quelle scuole a tempo pieno e quella sanità pubblica che con la flat tax non avremo mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Servono condivisione dei tempi di vita, parità salariale tra uomo e donna, cura degli anziani e della non autosufficienza. Di questo ha bisogno la famiglia, non di sapere da voi cosa debba essere l'amore o la felicità. Ha citato il Risorgimento, ma Carlo Pisacane, un patriota vero, diceva che la miseria è la sorgente inesauribile di tutti i mali della società. Al mezzo milione di bambini poveri cosa concretamente offrite oggi? Di aggiungere la parola “merito” a “istruzione”, così lo elevate a ideologia, a legittimazione etica delle disuguaglianze? Se non ce la fai, è solo colpa tua! La scuola, anche con lei al Governo, ha subìto tagli e riforme insensate in nome di un merito senza uguaglianza: il merito, senza uguaglianza, si traduce con una parola più antica ma più chiara: “censo” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo siete, la destra vecchia di sempre (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), indifferenti all'ingiustizia più grande, cioè che il destino di una persona sia segnato dalla famiglia o dal luogo in cui ha la ventura di nascere. Allora si capisce la proposta di autonomia differenziata che spacca il Paese: ognuno farà per sé, quando ancora mancano i livelli essenziali di prestazione. Il divario territoriale si misura soprattutto su questo, sui diritti di cittadinanza. E non è un tema che riguarda solo il Sud: riguarda le aree interne, le valli alpine, la montagna povera dell'Appennino. Allora si spiega perché, dal Ministero del Sud, è scomparsa la coesione territoriale ed è apparsa questa parola bellissima, ma un po' vuota, “mare”: è l'idea di un Sud senza sviluppo, un luogo in cui farci solo le vacanze, un bagno, una stagione l'anno. Noi non consentiremo che, sull'azione di riequilibrio territoriale, iniziata nel 2020 e sancita come priorità nel PNRR, si possa tornare indietro. Non lo permetteremo. È sparito anche lo sviluppo in generale: il Ministero è diventato “delle imprese”: ai 73 tavoli di crisi aperti, che lei ha citato, bisognerà tutelare lavoratori e capacità produttiva, spesso a fronte di comportamenti speculativi; voi avete scelto una sola parte in questo modo, all'altra, quella del lavoro e della produzione sana e sostenibile abbiamo il dovere di pensarci noi. Lo abbiamo fatto in Europa con il PNRR: la nostra battaglia europeista è stata una battaglia per l'interesse nazionale. Quale sarà la sua non ce l'ha detto; quello che sappiamo però è che il nazionalismo è contrario all'interesse nazionale e all'interesse dell'Italia. Un appello finale però voglio rivolgerglielo: noi non possiamo permettere che un solo euro di quelle risorse finisca nelle mani delle mafie. Lei ha usato parole chiare su questo: mi ha colpito il suo richiamo a Paolo Borsellino. Quella stagione delle stragi ha segnato tanti di noi, da allora però, Presidente, c'è una caduta che riguarda tutti, nella tensione politica nei confronti della lotta alle mafie. Lo ha ricordato Cafiero De Raho: c'è una domanda di mafia in interi comparti dell'economia…

.e c'è una domanda di mafia – finisco - anche in pezzi di politica. Allora le chiedo, non solo di combatterla a testa alta, ma di non guardare in faccia nessuno. Sulla lotta alla mafia proviamo a lavorare insieme! Ridiamo valore alla Commissione antimafia, il cui compito non è sovrapporsi alla magistratura, come insegnava Pio La Torre. Solo così sapremo onorare quei nomi e quei volti che celebriamo in questo Palazzo.... non ne cerchi altri con il presidenzialismo. Il potere ce l'ha, si occupi ora dei problemi dei cittadini: è suo diritto, di più, è suo dovere, ha una larga maggioranza parlamentare……ma badi bene, non ha la maggioranza del Paese.Ha vinto le elezion