Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 10 Gennaio, 2024
Nome: 
Stefano Graziano

Grazie, Presidente. Innanzitutto partiamo dal 24 febbraio 2022, quando c'è stato un aggressore, che è stata la Russia, e un aggredito, purtroppo direi. Perché partiamo da lì? Perché in questo quadro ci sono tre fatti importanti: lo scenario, che dopo circa 2 anni di guerra è cambiato, lo stallo sul campo, la vicenda che riguarda anche le elezioni americane, ma sicuramente anche la vicenda che riguarda il Medio Oriente, quello che sta accadendo a Israele e Gaza.

Sta cambiando lo scenario, è cambiato lo scenario. Questo scenario è cambiato in noi dal primo istante, “senza se e senza ma” abbiamo condannato l'invasione russa rispetto all'aggredito, l'Ucraina. Il Governo Draghi ha immediatamente dato sostegno da tutti i punti di vista, umanitario, militare, per tutto quello che sostanzialmente poteva essere utile rispetto a una condizione oggettiva di difficoltà. Ed è chiaro che anche lì c'è bisogno, perché si è rotto un elemento fondamentale, che è quello dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.

Quindi la Russia ha rotto le regole internazionali per la difesa dell'integrità e per la difesa di quella che deve essere l'autonomia territoriale di ogni Stato. Però, caro Ministro, le voglio dire che noi abbiamo detto con chiarezza che sosteniamo “senza se e senza ma” il sostegno all'Ucraina, però bisogna dire anche con altrettanta chiarezza che, in realtà, c'è la mancanza dell'Europa. L'Europa non ha svolto un ruolo e, mi dispiace dirlo, in quest'anno manca ancora un protagonismo dell'Italia.

Manca un protagonismo che rispetto a un anno fa probabilmente si poteva costruire in modo diverso. Allora c'è bisogno di un forte protagonismo rispetto all'iniziativa della pace, della conferenza della pace, realizzare le condizioni per cui ci sia una più forte azione diplomatica perché questa guerra si fermi. Però mi pare che questo manchi, e soprattutto, mi permetto di dire, manca quella che deve essere la prospettiva sulla quale bisogna giocare, cioè cosa noi, come Governo italiano, facciamo perché ci sia una più forte iniziativa diplomatica dell'Europa, che non c'è, che manca.

E poi, a mio avviso, sarebbe importante dire due cose. La somma delle spese per la difesa dell'Europa è più grande di quella della Russia ed è minore di quella dell'America. Se noi lavorassimo a far sì che ci fosse una difesa comune europea, avremmo una condizione di efficacia e di efficienza molto più forte rispetto a quella che sostanzialmente abbiamo oggi. Penso che questo sia un fatto importante e fondamentale. Penso che la logica non sia, mi faccia dire, in riferimento all'URSS, è più nella logica zarista quella di Putin, perché anche su questo dobbiamo forse intenderci di più.

Allora su questo noi, a mio avviso, dobbiamo lavorare per costruire una condizione che sia più forte e più decisa, perché ci sia la possibilità di una pace giusta e sicura. Perché dov'è che nasce la difficoltà e dov'è la difficoltà in Europa del Governo e della debolezza dell'Europa? Perché l'alleato importante di questo Governo è Orban, che è colui il quale ha bloccato il bilancio europeo, ha bloccato i finanziamenti a sostegno dell'Ucraina, ed è lì che c'è la difficoltà, ed è lì che anche nella nostra risoluzione chiederemo con forza e decisione che sia da questo punto di vista superata questa resistenza.

Perché oggi abbiamo visto che anche rispetto a quello che ha detto Scholz e quello che sostanzialmente si può realizzare in quella direzione deve essere fatto con chiarezza e con forza, perché, se non c'è quella chiarezza e non c'è quella forza, è evidente, mi permetto di dire, che le azioni diventano sempre più deboli, anche perché abbiamo bisogno di sostenere umanitariamente sempre di più il popolo ucraino, che sta in difficoltà. Oggi abbiamo visto gli ultimi riferimenti. Prima del 2022 erano solo 3 milioni le persone che erano assistite, oggi siamo a quasi 18 milioni di assistenza sanitaria e umanitaria di cui c'è bisogno, cioè praticamente la metà della popolazione ucraina. Ecco perché noi oggi scegliamo, senza “se” e senza “ma”, di sostenere il popolo ucraino - e concludo, Presidente -, votando con decisione la nostra risoluzione e chiedendo che ci sia, da un lato, un'Europa molto più forte, ma, soprattutto, un'azione diplomatica, che fino ad oggi non c'è stata, non l'abbiamo vista. Chiediamo quale sia l'azione diplomatica che il Governo intende mettere in campo sul piano internazionale, sul piano della NATO e sul piano dell'Europa, per dare forza a quella che dovrebbe essere una pace giusta e sicura.