Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 22 Marzo, 2023
Nome: 
Maria Anna Madia

Grazie, Presidente. Colleghi, Governo, è nella dimensione europea e internazionale che si misura tutta la fragilità e tutta la debolezza della proposta politica della maggioranza e del Governo. Fratelli d'Italia, alla pari di altre forze politiche sovraniste, ha fatto la sua fortuna politica alimentando - facendolo per anni nel passato - sentimenti di paura e di diffidenza, forti di una bugia (lo dico alla Presidente del Consiglio, a proposito di chi dice cose false). La bugia è che l'interesse nazionale e quello dei nostri cittadini si misurano e si tutelano con un rapporto conflittuale con l'Unione europea. Noi oggi chiediamo alla Presidente Meloni, quando andrà in Europa a rappresentare anche noi, di essere, piuttosto, fedele alla nostra storia, alla cultura del nostro Paese e all'identità, parola così cara alla Presidente e a Fratelli d'Italia, dell'Italia.

È questo ciò che avrei voluto chiedere a Giorgia Meloni, anche a nome di molte donne madri cristiane - sono anch'io fra loro: donna, madre, cristiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) - che credono ai valori della solidarietà e dell'europeismo come unica via per tutelare l'interesse nazionale .

Per dimostrarlo, vorrei partire, Presidente, proprio dal tema dell'immigrazione. Per anni Fratelli d'Italia ha solo urlato contro l'immigrazione e il loro “aiutiamoli a casa loro” è diventato, nella prima legge di bilancio di questa maggioranza, la riduzione dei fondi per la cooperazione. Da un lato, la maggioranza alimenta il sovranismo e, dall'altro, chiede solidarietà europea.

Oggi non sarò io, in quest'Aula, a riaprire la tragica vicenda di Cutro. Non mi presto, come ha fatto la Presidente del Consiglio in modo, sì, avvilente, a fare la gara dei morti (a questo noi ancora oggi, dopo il Ministro Piantedosi, abbiamo dovuto assistere). Penso che tutto ciò che è avvenuto a Cutro e dopo Cutro sia stato il punto più basso del Governo, ma proviamo oggi a fare un passo in avanti nel ragionamento generale. Io chiedo alla maggioranza e al Governo: ma voi volete l'Europa degli interessi nazionali o quella della solidarietà fra Stati? Voi siete pronti a riconoscere all'Unione europea più competenze, ad esempio sul tema dell'immigrazione, oppure ognuno fa per sé? Perché, vedete, una risposta esclude l'altra e su queste domande l'ambiguità non è più consentita.

Poi, al Consiglio europeo dovrete discutere di economia. Il punto politico che io vorrei che la Presidente del Consiglio sottolineasse, quando ci rappresenterà, è che non stiamo parlando della competitività fra 27 Stati dell'Unione europea, ma della competitività globale dell'Unione europea. Vedete, se fosse solo un problema di squilibri interni sarebbe molto più facile discuterne e molto più facile trovare soluzioni, ma non è così e noi dobbiamo metterlo in chiaro, anche alla luce delle politiche economiche che stanno scegliendo Stati Uniti e Cina. La strada non può essere - e questo lo ha detto la Presidente del Consiglio - una deroga infinita agli aiuti di Stato, anche perché ciò creerebbe squilibri nel mercato interno e soprattutto privilegerebbe i Paesi con capacità fiscale, cioè i Paesi a basso debito, e, dunque, non andrebbe a nostro beneficio.

Ma anche su questo punto, cioè la competitività, noi europeisti - e io anche qui, su questo tema, invito la maggioranza e il Governo, per tutelare l'interesse nazionale, a svestire definitivamente le vesti del sovranismo - dobbiamo capire come sostenere il sistema industriale europeo nel suo complesso. Dunque, Fondo sovrano europeo, politica economica europea comune e dare sostanza alla politica industriale europea, perché - e lo avrei detto alla Presidente del Consiglio - se non sarà così, se non vinceremo questa sfida, noi non ce la faremo.

Non ce la faranno le nostre imprese, non ce la faranno le famiglie, non ce la farà il ceto medio, non ce la farà chi è già scivolato nella povertà, i tanti, troppi ancora bambini e ragazzi che vivono in condizioni economiche e sociali basse e che Save the Children ci dice che difficilmente, a condizioni vigenti, potranno cambiare in futuro il loro percorso di vita. Ovviamente, in parallelo a questo, deve andare avanti la riforma della governance economica europea. È una riforma importante, un compromesso alto, che è stato trovato grazie al lavoro del nostro commissario europeo Paolo Gentiloni, che ancora da quest'Aula voglio ringraziare per il lavoro importante che ha fatto.

Vorrei che al Governo fosse chiaro un punto: se la riforma del Patto di stabilità e crescita non andrà avanti, noi abbiamo davanti un pericolo grande, che è quello di rimanere incastrati nelle regole attuali, nelle regole vigenti, che sono solo temporaneamente sospese. Le regole attuali non sono nell'interesse nazionale, questa riforma deve andare avanti. Non sfuggirà ai membri del Governo e alla Presidente del Consiglio che qualunque riforma europea, qualunque riforma che aumenti l'integrazione europea ha una precondizione per andare avanti, e la precondizione è il successo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il successo del PNRR.

Questo Governo ha esordito con critiche, spesso anche scomposte, su presunti ritardi attuativi del precedente Governo, il Governo Draghi. Penso che fossero critiche sbagliate e ingenerose, ma oggi questo non è più il punto. A proposito, lo dico alla Presidente Meloni, che oggi ha detto “ce lo diranno i fatti”: sono passati 6 mesi, è passato metà anno, possiamo avere una risposta dal Governo, dalla Presidente del Consiglio, dopo 6 mesi, metà anno? La domanda l'abbiamo fatta spesso, in tutte le sedi, in Commissione, al Ministro Fitto. Una risposta su cosa stia facendo il Governo per assicurare una gestione tempestiva ed efficace dei progetti del Piano.

Possiamo, come Parlamento, chiedere al Governo una relazione continuativa, una relazione di sostanza sull'attuazione del PNRR, da cui, ripeto, dipende il futuro dell'Italia, ma anche il futuro dell'Europa? Parleranno poi del tema dell'energia. Presidente, lego questo tema alla transizione ecologica, agli obiettivi ambiziosi e giusti, lo ripeto, ambiziosi e giusti dell'Unione europea di riduzione delle emissioni. Certamente servono investimenti, servono incentivi, serve un sostegno alle famiglie e alle imprese, però, Presidente, il Governo, la Presidente Meloni ci troverà al suo fianco solo quando non sarà negazionista su questo tema. L'urgenza che pone la sfida del cambiamento climatico non consente di dire, come ha fatto oggi la Presidente Meloni, “aspettiamo il 2025”, non ce lo consente.

Ma il Governo ci troverà al suo fianco quando ci chiederà un confronto serio sulle proposte per accompagnare famiglie e imprese, questo sì, nella transizione ecologica; quando ci chiederà un confronto serio per discutere. Oggi ha parlato di strane alternative tecnologiche, forse solo italiane, non so, retroguardia, solitudine, non si è capito. Ci troverà al suo fianco quando non vorrà mettere in contrapposizione il sostegno all'ambiente, la transizione ecologica, le politiche energetiche virtuose con la tenuta sociale e la tenuta del sistema produttivo, mai in contrapposizione. Se sarà questa l'impostazione, il Partito Democratico sarà al fianco del Governo.

Chiudo, Presidente, sul tema più importante di cui si discuterà al Consiglio europeo domani: la guerra, la guerra terribile, la guerra che ancora opprime il popolo ucraino. Noi su questo sosteniamo la determinazione della Presidente del Consiglio, sosteniamo la posizione che andrà a rappresentare per l'Italia. È finanche naturale che l'Europa, insieme a ogni forma di sostegno al popolo e al Governo ucraino nella sua resistenza, moltiplichi le iniziative per disinnescare un conflitto provocato dalla Russia.

Qui, Presidente, lo dico anche ai colleghi dei 5 Stelle, al presidente Conte, nessuno vuole l'escalation, nessuno, e, ripeto, apprezzo la determinazione della Presidente del Consiglio, ma, e concludo, chiedo alla Presidente del Consiglio e ai colleghi di Fratelli d'Italia di avere un occhio sempre attento e sempre vigile ai loro alleati, perché l'intervento del capogruppo Romeo ieri al Senato l'ho ascoltato io e lo hanno ascoltato loro. Devono stare attenti, noi faremo altrettanto e staremo attenti a casa nostra.