Grazie, Presidente. L'Europa è di fronte a sfide esistenziali, ha detto il Presidente Mattarella. Stiamo vivendo un chiaroscuro della storia, una spirale di guerra e protezionismo, attacco alle istituzioni multilaterali. Se tornano la diplomazia delle grandi potenze e le sfere di influenza, l'Europa è tagliata fuori e non da questo o quel tavolo, dalla storia. Vede, Presidente Meloni, l'Italia in serie A c'è sempre stata, protagonista dell'integrazione europea, alfiere del multilateralismo, del diritto internazionale, della costruzione di pace e dialogo nel Mediterraneo. Questa è la nostra storia e non inizia con lei. Avremmo voluto discutere di come preservare questo ruolo, come Italia, come Europa nel mondo nuovo, un discorso all'altezza di questo tempo tragico per certi versi. E invece non ce la fa, in Parlamento deve attaccare le opposizioni.
A Gaza la tregua noi la chiedevamo da due anni, voi solo nel febbraio del 2024, sulla base di una nostra mozione. Quando è arrivata, abbiamo gioito, chiunque l'avesse portata. Certo è fragile, fragilissima, incerta. Una tregua non è una pace, tra l'una e l'altra servono dei passi da compiere, serve la politica e anche la giustizia, perché i crimini compiuti non possono restare impuniti, se vogliamo ricostruire la credibilità, l'integrità del diritto internazionale che a Gaza sono state seppellite. Contro tutto questo si sono mobilitate le opinioni pubbliche. Trump ha detto a Netanyahu: non puoi fare la guerra contro tutto il mondo. Lui lo ha capito, lei ancora no, perché qui ha parlato di cinismo a favore di telecamere per le missioni umanitarie. Mi ha colpito, sa perché Presidente? Perché ha parlato di cinismo anche per descrivere quel macellaio di Putin, che le missioni umanitarie le bombarda, lo stesso termine, lo stesso concetto. Lei è la Presidente del Consiglio di tutti, anche di chi manifesta pacificamente, anche di chi va in missione umanitaria, vanno ringraziati, non criminalizzati.
Poi, certo, la pace la porta la diplomazia, giusto, ma fin qui - raccontatevi quello che volete - noi non ci siamo stati. A Sharm el-Sheikh i leader europei erano comparse, tutti, non solo lei e non ci fa piacere, anche perché non è stato sempre così. Nel 2006 fummo noi a spingere l'Europa e le Nazioni Unite sulla tregua in Libano e non è detto che non sia così in futuro, ma dipende dalle scelte politiche che faremo sul riassetto degli equilibri in Medio Oriente, sulla questione palestinese.
Lei ha parlato qui degli orrori di Hamas, il nostro stesso sconcerto, si figuri quando l'abbiamo sentita paragonare a quell'organizzazione terroristica le opposizioni democratiche del suo Paese, sarà stato l'appello alla responsabilità, glielo faccio io un appello. Nel Piano Trump la prospettiva dei due Stati avvolta nella nebbia c'è un solo modo per diradarla: riconoscere lo Stato di Palestina, perché significa riconoscere non Hamas, ma l'Autorità palestinese, per dargli forza, condannare l'occupazione illegale, l'annessione della Cisgiordania. Lo hanno fatto più di 150 Paesi, è degno dell'Italia arrivarci per ultimi?
Non c'è pace senza l'Ucraina, non c'è sicurezza senza l'Europa, lo diciamo anche noi e lo diciamo dal primo giorno, ma qual è l'iniziativa dell'Europa? Ora c'è attesa per questo nuovo vertice tra Trump e Putin, forse in Ungheria. Io credo che anche lei, pure se non lo dirà mai, spera che non si ripeta l'errore dell'Alaska, il cui unico esito è stato una rilegittimazione di Putin sul piano internazionale, che ha usato per continuare a massacrare l'Ucraina, i civili inermi e chi resiste eroicamente, sì, e lo sdegno del Parlamento su questo io voglio credere che sia unanime. Ma di una cosa sono certo: Vannacci, il supporter del macellaio del Cremlino, non lo troverete qui. Qui non troverete gli amici di Orbán, che sono amici di Putin, di questo sono certo.
Lei ha parlato di Occidente e l'Occidente sono i diritti umani, democrazia, questo dovrebbe essere ancora oggi, non la legge del più forte, i tagli agli organismi internazionali, il letame sulle opposizioni, la deportazione dei migranti, il modello Albania da esportare. Chissà cosa diranno in Europa quando scopriranno che quei centri sono costati più di un milione di euro a migrante, uno spreco enorme per una crudeltà gratuita. Lei ha detto altre volte che la sua idea di Europa non è la nostra. Ci sta, ma noi le diciamo qual è la nostra, non abbiamo sentito qual è la sua. E basta ipocrisie, Presidente, perché lei in Europa è al Governo, ha un Vice Presidente della Commissione, al Consiglio europeo ci va a lei e anche noi, pur non risparmiando critiche e le nostre battaglie, abbiamo sostenuto questa Commissione, perché ciò che lei chiama “bizzarre maggioranze parlamentari” sono la democrazia. E allora, invece di fare l'opposizione all'opposizione, ci dica anche a noi quale Europa secondo lei serve nel mondo di oggi, quale Europa almeno serve all'Italia. Ha attaccato il Green Deal e allora diciamoci la verità: le direttive e i regolamenti sul Fit for 55 li avete negoziati voi, non noi, che per attuarlo volevamo investimenti comuni e politiche di innovazione per recuperare una credibilità che era stata perduta prima e una competitività che non c'era nelle nostre posizioni.
Qui ci dice: servono risorse. Noi le abbiamo portate le risorse col PNRR, con voi l'Europa torna a essere quella dell'austerità contro cui urlava dall'opposizione e che noi, invece, avevamo cambiato dal Governo durante la pandemia, perché non la fa una battaglia sul debito comune o l'orgoglio italiano è l'interesse nazionale si fermano davanti ai Wilders, agli Orbán . Noi proponiamo un Next Generation EU di 800 miliardi di investimenti comuni, non solo per la difesa, che deve essere europea se non vogliamo sguarnire il fianco Sud perché altrimenti la corsa scoordinata al riarmo di 27 nazioni non porterà altro che al riarmo tedesco e soprattutto al riarmo dell' Est. Qui ci dice che vuole difendere la nostra industria, ma chi le ha impedito di presentare uno straccio di politica industriale, se non europea almeno nazionale, dopo il record del crollo della produzione industriale? E la nostra industria - le do questa notizia, perché nella relazione forse le è sfuggita - è minacciata da una cosa che si chiamano dazi di Trump.
L'accordo siglato da von der Leyen sulla vostra linea compiacente con Trump è una resa. Lei fa i regali alle multinazionali americane, al G7; lui le fa i complimenti e rilancia i post che lei poi è costretta a smentire, però poi annuncia i dazi sulla pasta. Cioè, vede, l'interesse nazionale non coincide con il suo ego, Presidente. E basta giochini. E chiudo: lei continua a rimproverare l'immobilismo dell'Europa, ma quell'immobilismo è il frutto degli egoismi nazionali delle destre al governo, di una Commissione che vi corre dietro, dei veti che lei oggi ha detto di voler riaffermare, Presidente.
E per ogni mancata risposta, anche qui oggi lei ha indicato un nuovo nemico. Un grande Presidente americano, conservatore, diceva che una casa divisa non può reggere. No, non era Donald Trump.