Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 21 Marzo, 2019
Nome: 
Graziano Delrio

A.C.1637-A

Grazie, Presidente. I democratici italiani sono fortemente contrari a questo provvedimento perché crediamo che il Governo abbia perso una straordinaria occasione; non siamo contrari perché non vogliamo la lotta contro la povertà. Governare, signor sottosegretario - lo dica anche al Ministro Di Maio e al Ministro Salvini -, non significa chiedere se uno è contrario a fare la lotta alla povertà, se uno è contrario a creare lavoro, ma governare significa come si fa la lotta alla povertà, come si creano i posti di lavoro. È questo il punto chiave che non avete voluto capire, chiudendovi su voi stessi in una specie di manifesto ideologico incapace di dialogare seriamente per i bisogni di questo Paese.

È un Paese che in questo anno ha avuto una regressione profonda della sua economia; in questo anno questo Paese ha perso 100 miliardi di investimenti, ha perso 11 punti di produzione industriale. Un Paese, quindi, che ha una fame di lavoro, ha una fame di lotta alla disoccupazione; e, in questa condizione, un Governo “normale” avrebbe dovuto aprire a una discussione, avrebbe dovuto coinvolgere, perché noi siamo a favore di misure che combattano e sradichino definitivamente la povertà. E voi avreste trovato tutta la nostra collaborazione, se aveste fatto un provvedimento come vi abbiamo proposto il primo giorno del nostro insediamento, un provvedimento che affrontava alla radice le questioni della povertà.

Per esempio, un provvedimento che migliorasse il REI, perché il reddito di inclusione andava sicuramente migliorato. Noi abbiamo commesso tanti errori, nel costruire le cose non è che ci si vanta punto e a capo; si sa che si commettono errori amministrando, ma, invece che aprire a un dialogo per il bene del Paese, per il bene delle nostre comunità, per il bene dei nostri cittadini, voi avete preferito chiudervi, porre la fiducia e perdere così una straordinaria occasione per fare di questa misura una misura storica di welfare. Diciamolo, lo dico senza veli: questo giorno poteva essere un giorno storico per il welfare italiano, è vero; è vero perché si potevano confrontare delle visioni. Per esempio, la Lega poteva efficacemente mettere in campo l'abolizione della Fornero, come aveva promesso Salvini. Va bene, ci aveva promesso che ci avrebbe abolito le accise della benzina e non lo ha fatto, ci aveva promesso 600 mila rimpatri e non lo ha fatto, ma almeno l'abolizione della Fornero faccela, facci l'abolizione della Fornero. Cioè, smonta il meccanismo della Fornero, smontalo.

Leggo le parole del vostro consulente sul lavoro, il professor Brambilla: la quota 100 è un'opzione, la usa chi ha i requisiti, ma non è alternativa alla Fornero, che rimane perfettamente in carica. Voi non l'avete votata nel 2011, la state votando oggi la Fornero. Oggi voi state dicendo che la Fornero va bene, perché vi accontentate di quella che è poco più di una salvaguardia; solo che, mentre le salvaguardie si occupavano, come sarebbe potuto essere oggi una giornata storica per il welfare è quando il welfare è selettivo, cioè aiuta le persone che hanno realmente bisogno. Il welfare italiano, in un Paese che spende la metà della sua spesa pubblica per il welfare in termini di pensioni, sanità e assistenza, spendiamo la metà, non spendiamo poco, non venite dalla terra di nessuno, spendiamo 400 miliardi di euro per pensioni, sanità e assistenza.

Però, si poteva dire: guarda che la Fornero, per le ragioni che ha efficacemente illustrato l'onorevole Epifani, ha avuto dei difetti, ha avuto fretta e non ha saputo distinguere, e quindi noi abbiamo fatto otto salvaguardie, abbiamo speso 20 miliardi, più di quello che spendete voi. Per che cosa? Per aiutare le persone che erano rimaste penalizzate da questa cosa, le persone che lavorano da più di trent'anni, le persone che fanno lavori usuranti, le persone che avevano realmente bisogno di andare via, le persone, come è stato detto anche oggi, che hanno costruito il nostro Paese con la fatica e con il sudore della loro fronte, con la fatica delle loro mani. No, invece avete scelto di fare una cosa per pochi, per 300 mila persone che smetteranno di versare i contributi e diventeranno a carico dello Stato.

E così altre migliaia di persone, le persone che hanno più faticato, le donne, per esempio, che hanno svolto il lavoro di cura e che hanno buchi contributivi, le persone che, per ragioni che non dipendono da loro, non hanno potuto completare questi famosi anni di contribuzione che oggi prevedete, bene, tutti questi rimarranno fuori. Avete creato un esercito di esclusi con quota 100, non avete riformato la Fornero ; un esercito di esclusi, di esclusi dal welfare, dai diritti, perché questa era la grande occasione che avevamo davanti. E avete caricato tutto questo, questa operazione, perché bisogna anche chiedersi chi paga questi costi, un Governo serio non solo si propone di studiare il come fare le riforme, di come combattere la povertà, di come dare il giusto premio a chi ha contribuito allo sviluppo del Paese con un meritato riposo, oltre a questo, avete anche avuto il coraggio di caricare tutto non solo sulle spalle dei nostri giovani, perché questo è il punto chiave.

Questi 30 miliardi, questi tre anni di sperimentazione per una misura temporanea sono tutti caricati sulle nuove generazioni, sono tutti caricati sui nostri figli, su di loro, sul loro bisogno di avere un sistema di welfare realmente selettivo, perché bisogna che sia selettivo per poter aiutare coloro che hanno davvero il bisogno nel momento del bisogno. Non solo lo avete caricato sui giovani, ma anche, nella finanziaria, lo avete caricato sui pensionati: 5 milioni di pensionati finanzieranno la misura di quota 100 per poche centinaia di migliaia di privilegiati. Quindi, tre miliardi e mezzo di introiti da 5 milioni di pensionati, che non avranno diritto ai loro adeguamenti pensionistici.

Avete, quindi, rubato il futuro ai nostri giovani e avete caricato sulle spalle di quelli che davvero pagano le tasse, perché come sapete il sistema di welfare italiano viene pagato con tutte le imposte dirette e con parte delle imposte indirette. Peccato che le imposte dirette, come l'Irpef, siano pagate da una minoranza degli italiani; avete caricato su coloro che lavorano, i lavoratori dipendenti, le persone serie e gli imprenditori che pagano le tasse, una misura per la vostra campagna elettorale, per poter dire la bugia che avete abolito la Fornero, quando la Fornero è totalmente attiva e poche centinaia di migliaia di persone saranno qui. Salvini è capace di scappare dai processi, ma non è capace di dire la verità agli italiani, questo è il punto chiave.

È bravissimo a scappare dai processi, è bravissimo a star sopra la legge, ma non è capace di dire la verità agli italiani, questo è il punto chiave.

Allora, siccome ve lo hanno detto i vostri esperti di pensioni che questa è una finzione, questo è un grande momento difficile per il Paese, perché, nel momento in cui non c'è sviluppo, non c'è lavoro, abbiamo già perso 90 mila posti di lavoro, vi divertite a fare questo provvedimento. E va bene, passiamo alla seconda parte di questa giornata storica del welfare italiano, che è la parte che riguarda il reddito di cittadinanza. E qui mi permetta di dire, Presidente, la nostra grande delusione per gli amici deputati del MoVimento 5 Stelle, una grandissima delusione: è un'occasione persa di portata storica. Avete fatto una cosa - e io qui vi faccio i complimenti, perché avrei voluto che l'avessimo fatta - che noi non abbiamo fatto: avete messo per la prima volta la quantità di risorse davvero sufficienti per fare la lotta, davvero pesanti, pesanti, mai nella storia di questo Paese, vi va riconosciuto questo, è stato uno sforzo vero, serio, vi va riconosciuto.

Il problema, come ha detto l'Alleanza contro la povertà, signor Presidente, è ancora una volta il come, che cosa è servito, a che cosa servirà. L'Alleanza contro la povertà ha definito questo provvedimento: maggiori risorse - e quindi complimenti - e peggiori risposte; maggiori risorse, peggiori risposte. Avete costruito un gigante dai piedi di argilla, perché avete basato questa roba su due errori fondamentali. Il primo è che avete confuso la lotta alla povertà - ve lo abbiamo detto in tutte le salse, ma non avete voluto capire -, la lotta alla povertà non è una politica attiva del lavoro.

La lotta alla povertà è un'altra cosa: non sono le stesse cose, non potete chiedere le stesse cose. Un quarto dei poveri italiani non verrà raggiunto da questa misura. Maggiori risorse, peggiori risposte. Lo sapete, avete ascoltato le audizioni? Avete ascoltato quelli che lottano ogni giorno contro la povertà o siete come i leghisti che pensano che le ONG e il Terzo settore siano i nemici del Paese? Le avete ascoltate la Caritas, le ACLI, le ARCI, questi che favoriscono la pacchia, li avete ascoltati? I poveri li avete ascoltati, i poveri? Avete messo in piedi un meccanismo di risorse che esclude i più poveri. Quindi questo meccanismo, attenti: i disoccupati di lungo periodo sono fuori, sono fuori dal vostro orizzonte di welfare; le famiglie più povere sono fuori; le famiglie numerose sono fuori. Capite? Avete creato una misura in cui le maggiori risorse peggioreranno le risposte per le categorie più importanti, per le categorie che hanno più bisogno. Avete creato un meccanismo - Presidente, mi rivolgo alla sua sensibilità - che ancora una volta dice che gli immigrati sono cittadini di serie B - ripeto: cittadini di serie B - perché il provvedimento è fortemente incostituzionale e io spero che il primo ricorso alla Corte ci dia ragione, anzi ne sono sicuro. È fortemente incostituzionale e noi non ci stancheremo, i democratici italiani non si stancheranno di dire in quest'Aula - se voi ve ne vergognate sono problemi vostri; ripeto: sono problemi vostri - noi non ci stancheremo di dire in quest'Aula che, prima di tutto, vengono i diritti delle persone - ripeto: delle persone - al di là della nazionalità, della razza, del sesso, della condizione sociale: le persone. E la Corte vi dirà che avete fatto un provvedimento fortemente incostituzionale.

I piedi di argilla sono che avete basato sui centri per l'impiego: sapete che nessuno trova lavoro con i centri per l'impiego; sapete che non avete nemmeno stabilizzato quelli dei centri per l'impiego che sono precari. La lotta alla precarietà era la prima cosa e non li avete stabilizzati; avete messo un meccanismo fondato sui centri per l'impiego che è farraginoso e non avranno nemmeno gli spazi per poter aiutare queste persone e avete indebolito fortemente il ruolo dei comuni, dove l'unico strumento di lotta alla povertà è l'approccio multidimensionale, è la presa in carico, altroché.

Presidente, altroché, altroché lo Stato etico e i controlli ai consumi. Era il progetto di vita che dovevate promuovere, la presa in carico dei comuni, la promozione del territorio e della comunità che accoglie le fragilità. Avete scelto cioè una via burocratica e non combatterete, non sconfiggerete la povertà. L'unica cosa che è sconfitta oggi è il resto del popolo italiano che lavora, che paga le tasse, che presto vedrà una manovra di 30 miliardi per correggere gli errori che avete commesso anche con questo provvedimento.