Esame di questioni pregiudiziali
Data: 
Martedì, 24 Novembre, 2020
Nome: 
Vincenza Bruno Bossio

A.C. 2772

Signor Presidente, signora sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi, le pregiudiziali presentate al decreto-legge n. 150, il cosiddetto decreto Calabria, come è stato detto da più parti insistono su un punto: la lesione dell'autonomia regionale che il prolungamento della gestione commissariale in Calabria provocherebbe. Premesso che ci possono essere e ci saranno altre sedi nelle quali, su queste valutazioni politiche, sul tema del commissariamento, ci confronteremo (come stiamo già facendo in Commissione affari sociali e, poi, in Aula, quando il decreto arriverà), vi è certamente un'ampia giurisprudenza costituzionale che ci consente di sostenere la correttezza dell'intervento del provvedimento.

Lo abbiamo già detto, l'hanno già detto altri e la Corte costituzionale è già intervenuta nel 2019, con la sentenza n. 233, proprio rispetto al precedente intervento d'urgenza sulla sanità calabrese, quello varato dal governo Conte I, col decreto-legge n. 35 del 2019. Proprio in quella sentenza, la Corte ha ricordato che in presenza di deficit nel settore sanitario -perché noi dobbiamo partire da questo, prima ancora che dal commissariamento, dalla presenza del deficit nel settore sanitario - l'intervento dello Stato è assolutamente legittimo ed è altresì giustificato dall'articolo 120 della Costituzione, che consente l'intervento sostitutivo dello Stato quando lo richiede, come nel caso del provvedimento in esame, la tutela dei livelli essenziali di assistenza. Infatti, l'intervento dello Stato rientra proprio nella competenza esclusiva statale in materia di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti uniformemente su tutto il territorio nazionale ex articolo 117, secondo comma, lettera m). Ma poi la Corte osserva ancora che, nella misura in cui risponde alla funzione di orientare la spesa sanitaria verso una maggiore efficienza, l'intervento stesso rientra nell'ambito dei principi fondamentali della materia concorrente: il coordinamento della finanza pubblica, sempre ex articolo 117, terzo comma, e questo punto è esplicitamente, diciamo così, affrontato in maniera seria nell'articolo 6 del decreto in questione. La Corte inoltre afferma il principio, in continuità con le precedenti sentenze, la n. 155 del 2011 e la n. 219 del 2013, che nelle procedure di commissariamento per deficit sanitario le concorrenti competenze regionali in materia di tutela della salute con le quali l'impugnata normativa statale interferisce non risultano violate ma solo temporaneamente ed eccezionalmente contratte. Anche qui l'articolo 7 del decreto-legge n. 150 specifica molto chiaramente questa tempistica.

Comunque, in ogni caso, come anche il Comitato per la legislazione ci invita a fare, occorre riflettere sempre su come evitare i prolungamenti delle gestioni commissariali. Quindi noi, prima ancora che un tema di pregiudiziali, dobbiamo capire che cosa c'è effettivamente in questo decreto e quali sono i provvedimenti concreti che si intendono attuare. Diciamo che, in ogni caso, bloccando questo provvedimento non faremo passi avanti nel contrasto delle logiche “emergenzialistiche” ed “eccezionalistiche”.

Inoltre c'è anche una pregiudiziale - non è stata discussa ma la propongo - in riferimento al Capo II in materia di elezioni regionali. Sicuramente poteva essere messo in un altro decreto ma occorre tenere conto di due aspetti: il primo è la presente eccezionale situazione dei lavori parlamentari, provocata proprio dall'emergenza sanitaria; il secondo, a mio giudizio ancora più rilevante, è che, per quanto generale, la norma in materia di elezioni regionali troverà in concreto applicazione solo nella regione Calabria, a seguito della tragica scomparsa della compianta presidente Santelli. Pertanto è comunque ravvisabile nel provvedimento la finalità unitaria di affrontare le emergenze della Regione che, ricordo, è “zona rossa”. Una “zona rossa” però che, come dice il Rapporto Svimez di oggi, non nasce da una responsabilità dei calabresi; ma proprio per questo abbiamo il dovere (e vorrei ricordare all'onorevole Ferro che il CdM di cui parla, di aprile, è il CdM del Governo della Lega), come Parlamento, abbiamo la necessità di dare finalmente delle risposte che invertano la tendenza che finora ha mortificato la nostra bellissima terra e, in generale, il Mezzogiorno.