Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 28 Novembre, 2019
Nome: 
Chiara Braga

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi dopo tre settimane di lavoro intenso in Commissione questi giorni in Aula stiamo per votare il decreto-legge chiamato terremoto. Voglio ringraziare le relatrici, il Governo e i colleghi di tutte le forze politiche per il lavoro serio che abbiamo fatto. Ottocento emendamenti esaminati in Commissione e cinquecento in Aula tutti istruiti e approfonditi; quasi cento emendamenti approvati che ci restituiscono un testo molto rafforzato e migliorato rispetto a quello che inizialmente abbiamo analizzato, un testo che comunque è bene dire per la prima volta a distanza di anni affronta in maniera specifica ed organica il tema del terremoto. Ancora un decreto sisma si è detto: sì e, cari colleghi, non sarà l'ultimo. Se tutti noi avessimo talvolta la cortesia e l'intelligenza di ascoltarci un po' di più in quest'Aula, anziché mettere in scena l'indegno spettacolo che purtroppo anche ieri ha segnato la dignità dell'istituzione che rappresentiamo, non faremmo fatica a riconoscere che su questo tema non esistono ricette miracolose e che eventi come il terremoto del 2016 nel centro Italia e anche da tutti gli altri sismi di cui questo decreto in fase di conversione si è occupato grazie al lavoro fatto dal Parlamento, cioè L'Aquila nel 2009, l'Emilia-Romagna, Ischia e la Sicilia, ebbene quegli eventi lasciano ferite profonde nei territori e una complessità di problemi e di necessità che la politica a tutti i livelli ha il dovere di governare e non di cavalcare per qualche consenso in più. Sarebbe facile per noi del Partito Democratico dire qualcosa soprattutto a chi, fuori dal lavoro delle Commissioni e di quest'Aula e che di questo lavoro non ne sa niente, ha gridato in questi giorni allo scandalo di una ricostruzione bloccata quando ha avuto un anno e mezzo di tempo per cambiare tutto e non l'ha fatto quando era al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia Viva). Sarebbe facile anche rispondere a chi, nei territori con alti ruoli istituzionali, critica con forza un provvedimento che evidentemente non conosce in tutti i suoi dettagli. A questi soggetti potremmo dire che serve la volontà di far funzionare le cose tutti insieme, con un chiaro indirizzo anche alle strutture amministrative di cui si ha la responsabilità. Potremmo limitarci a fare questo, ma che senso avrebbe? Nessuno, soprattutto nei confronti di chi ogni giorno, con qualunque Governo e indipendentemente da qualunque campagna elettorale o sfilata di selfie, si occupa di questi temi, fa i conti con i disagi e le difficoltà che un terremoto lascia su quei territori. Ecco perché noi invece preferiamo rivendicare con forza il lavoro che abbiamo fatto in queste settimane in Parlamento. Un decreto-legge che da nove articoli originali passa a oltre 50 articoli, dando il senso della quantità e anche della qualità del lavoro svolto. Un lavoro svolto spesso in un confronto dialettico e a volte anche di confronto duro con il Governo, a cui abbiamo chiesto di essere più corrispondente alle aspettative di quei territori. Allora, quali sono le misure principali che credo abbiamo il dovere di sottolineare tutti? Il primo tema è la proroga dello stato di emergenza per il sisma del Centro Italia ed è una misura che, colleghi, possiamo, come dire, mischiare le carte quanto vogliamo ma la restituzione Dicevo, Presidente, la restituzione della cosiddetta “busta pesante”, le ritenute fiscali e i contributi previdenziali nella misura solo del 40 per cento è una norma che i Governi di centrosinistra hanno approvato per L'Aquila e che il Governo, approvando questo decreto-legge, ha esteso anche ai comuni del Centro Italia colpiti dal terremoto. E c'è anche l'impegno a restituire quanto dovuto - queste sospensione di tributi e di contributi - in una dimensione temporale larga di dieci anni, per consentire a tutti di riprendere progressivamente la possibilità, con un impegno, già definito anche da parte dell'INPS, di dare una risposta equa anche a chi non ha chiesto la rateizzazione e per questo motivo avrà diritto al rimborso del 60 per cento già versato.

Poi, misure che riguardano la proroga di termini di sospensione. La più importante di tutte è frutto di un lavoro comune del Parlamento ed è la sospensione del pagamento delle rate dei mutui degli enti locali fino al 2021. Poi, ci sono le misure che riguardano l'accelerazione degli interventi di ricostruzione. Questo è un punto molto delicato su cui c'è una grande attenzione e su cui registriamo anche alcune perplessità da parte degli enti locali, ma avere definito delle discipline semplificate attraverso la misura dell'autocertificazione per la ricostruzione privata è un segnale di fiducia e non di sfiducia nei confronti degli operatori e degli amministratori locali. Ci sono, poi, le migliorie che nell'esame in Parlamento sono state introdotte, laddove si prevede una procedura che permette di riconfigurare una conformità urbanistica soprattutto in quelle aree maggiormente colpite dove è difficile persino ricostruire qual era lo stato dell'arte prima del terremoto, perché magari non esistono più le strutture tecniche, gli uffici tecnici. È una misura che tutti ci dobbiamo impegnare a far funzionare per far ripartire in termini più veloci e più rapidi la ricostruzione privata.

Poi, ci sono misure che riguardano la proroga - anche qui - dei tributi, l'estensione delle misure sul tema del dimensionamento scolastico fino al 2022 con la possibilità di assumere personale adeguato e di derogare al dimensionamento delle classi.

Ci sono, poi, le risorse che vengono destinate al tema delle piccole, medie e micro imprese, con l'estensione per altri tre anni dell'accesso al Fondo di garanzia e la possibilità per i comuni di vedere confermate le indennità straordinarie per gli amministratori che si fanno carico di gestire la fase complessa della ricostruzione nonché la possibilità di accedere, per i comuni, alle figure dei segretari comunali anche di fascia superiore, sapendo che la qualità della struttura amministrativa è fondamentale per poter dare continuità all'attività di ricostruzione.

E poi ci sono le misure economiche, misure economiche molto importanti dal punto di vista strutturale e anche delle risorse destinate. Voglio citare, in particolare, quanto era già previsto nel decreto: l'estensione della misura “Resto al Sud”, che è stata ampliata anche per la possibilità di accesso in termini di fasce di età nei comuni più colpiti, e le misure per la ricollocazione e il reinsediamento di attività agricole, proprio nell'ottica di contrastare una tendenza già esistente prima del sisma e aggravata dagli eventi che si sono verificati di spopolamento di queste aree. Proprio per questo noi abbiamo voluto insistere molto in fase di conversione - e ringraziamo l'attenzione che il Governo e tutte le forze hanno voluto dare su questo tema - nel rafforzare le misure di sostegno economico. Questi 50 milioni, che rappresentano anche una parte importante dei risparmi che la Camera, signor Presidente, restituisce a quei territori per il rilancio economico e produttivo, sono un segnale di grande rilevanza, insieme ai 27 milioni che andranno destinati a finanziare interventi specifici dei progetti nei comuni fino a 30 mila abitanti. Questo nella convinzione che non esistono, come dicevo prima, risposte straordinarie e risolutive ma che oggi più che mai è fondamentale che a fianco della ricostruzione materiale di quei territori noi ci occupiamo anche della ricostruzione economica e sociale e accompagniamo quelle comunità in un percorso complicato, difficile e progressivo di credere che lì si possa ricostruire una vita e una prospettiva di vita futura.

E poi c'è il tema del personale, su cui molte parole sono state spese anche qui. Voglio ricordare che per alcuni casi abbiamo previsto la proroga al 2020 di tutto il personale assegnato ai comuni e agli uffici per la ricostruzione. E, poi, i 2 milioni che consentiranno di assumere nuovo personale, soprattutto di natura contabile-amministrativa, per l'espletamento delle pratiche amministrative della ricostruzione. Così come, ad esempio, sull'Aquila - un sisma del 2009 - dove la continuità dell'attenzione soprattutto - e voglio ringraziarla - della collega Pezzopane ha fatto sì che si desse risposta a un tema irrisolto da anni, cioè la realizzazione dei sottoservizi con norme finalmente adeguate per realizzare la ricostruzione e la valorizzazione urbanistica di oltre 56 comuni del cratere del sisma del 2009. Poi, il milione e mezzo per il personale del comune dell'Aquila e dei comuni fuori cratere e il milione e mezzo dei bilanci comunali.

E poi, signor Presidente, una parola mi sento di doverla spendere sul sisma dell'Emilia-Romagna, dove qualcuno, fuori da queste Aule, ha cercato di fare una squallida strumentalizzazione nei giorni scorsi. Voglio darvi una notizia: in Emilia-Romagna la ricostruzione è stata fatta grazie a chi ha governato bene quella regione in questi anni L'emergenza non c'è più e qui noi abbiamo dato alcune risposte urgenti per la prima volta in anticipo rispetto alla fase in cui normalmente si davano - nella legge di bilancio - prorogando i mutui degli enti locali e dei privati fino al 2021 e sospendendo l'applicazione dell'IMU per gli immobili inagibili. Sono tutte norme e tutte misure concrete che hanno rafforzato e migliorato un provvedimento che segna un passo in avanti fondamentale per la ripresa di quei territori.

Quindi, signor Presidente, io credo che dentro questo decreto ci siano alcuni elementi di novità che mi limito a sottolineare con particolare attenzione. Il primo: riconoscere che esiste una differenza di gravità e anche di necessità all'interno del cratere del sisma del Centro Italia. Ci sono nuclei storici e centri completamente distrutti, dove diventa persino impossibile accertare lo stato dell'arte preesistente. Dobbiamo interrogarci e affrontare seriamente questo tema e forse è arrivato il momento anche di valutare una differenziazione delle risposte, perché alcuni territori hanno bisogno di misure straordinarie su cui ancora dobbiamo lavorare con più convinzione. E poi quanto dicevo prima, cioè il rilancio economico e sociale accanto alla ricostruzione materiale e il dovere di riconoscere che non è più rinviabile una seria azione di riordino normativo delle regole necessarie a gestire la fase successiva all'emergenza per dare risposte eque e omogenea alle istituzioni e ai cittadini che vengono colpiti dalle calamità. Questo è il senso, cari colleghi, della norma contenuta in questo decreto che affida alla Presidenza del Consiglio dei ministri le funzioni di indirizzo e di coordinamento svolte dai soggetti che operano la ricostruzione nel Dipartimento di Casa Italia. Nessuna spoliazione di ruoli e di poteri, ma la convinzione che occuparsi di come fronteggiare la ricostruzione delle aree distrutte sia un'esigenza non più rinviabile, soprattutto in un tempo di cambiamenti climatici dove ogni giorno facciamo il conto con le calamità. La ricostruzione non è solo il problema di quei territori, è una sfida che investe tutto il sistema istituzionale, politico, amministrativo, al di là dei cambi di maggioranza e di Governo. In questi giorni, signor Presidente, molte calamità hanno scosso il nostro Paese, dal Nord al Sud, la Liguria, Venezia, a cui, voglio ricordare, questo provvedimento ha esteso l'applicazione della misura dell'art bonus specifico sui beni ecclesiastici, così come per la città di Matera.

Noi abbiamo un dovere: quando si spengono i riflettori, è lì che si misura la serietà e la responsabilità della politica di occuparsene, prevenzione, gestione dell'emergenza, accompagnamento della fase della ricostruzione; questo deve essere lo spirito con cui noi lavoriamo a questi provvedimenti e lavoreremo anche ai prossimi provvedimenti. Abbandoniamo, se ne siamo capaci, una volta per tutte la logica dell'emergenza; credo che questo debba essere un pilastro e uno spirito che ci orienti nell'azione della politica e di tutte le forze politiche. Per questo, credo che sia positivo, per quanto mi pare di capire, che su questo provvedimento ci sia una convergenza ampia e ci sia l'impegno a proseguire in questa direzione.