Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 3 Dicembre, 2019
Nome: 
Raffaele Topo

A.C. 2220-A

Presidente, aggiungo alcune riflessioni alle considerazioni già svolte dai colleghi in precedenza; in particolare proviamo… Proviamo a spiegare il senso anche di questo decreto-legge, l'attività istruttoria che sostanzialmente spiega le finalità che il Governo si è proposto con l'adozione di questo strumento.

Intanto per onore di verità chiarisco ai deputati della minoranza, della ex maggioranza, che il punto di partenza della discussione è un dato ineludibile: la pressione fiscale in questo Paese nell'anno precedente, cioè gli ultimi due trimestri 2018 e primo e secondo 2019, cioè durante il Governo Conte I, in cui se non ricordo male al Governo c'era la Lega Nord, è aumentata di 0,6 punti percentuali. Altro che tasse e manette! Il punto di partenza è questo. Sono dati ISTAT ripresi dall'Ufficio parlamentare di bilancio, ed è questo un punto che ha invertito una tendenza: negli ultimi anni, con gli ultimi due Governi la pressione fiscale dal 42,3 è scesa di 1,8 punti in percentuale; anche questi sono dati ISTAT. Quindi, di fronte a questa emergenza, il Governo doveva intervenire.

Aggiungo, sempre per onore di verità, che sempre in questo Paese, l'anno scorso, le misure di cui parlava anche il collega Paternoster, e in particolare il reddito di cittadinanza e “quota 100”, sono state approvate da loro; 11 miliardi stanziati per due misure di spesa corrente sono stati utilizzati solo per 6,3 miliardi: è una delle poche volte, rarissime volte in cui misure di spesa corrente non si realizzano. Chi ha esperienza di amministrazione locale sa benissimo che la spesa corrente si spende, cioè tutti gli interventi di spesa corrente si realizzano; è difficile realizzare attività con la spesa di investimento. Ebbene, queste ultime hanno avuto una singolare capacità: le misure, che erano misure anticicliche, si sono rivelate di segno completamente opposto.

E allora il Governo si è trovato di fronte ad una necessità, cioè quella di finanziare una manovra che doveva servire - lo ha ricordato il relatore Fragomeli - a scongiurare l'aumento dell'IVA, e ovviamente anche a finanziare il cuneo fiscale. Insomma, su 30 miliardi di manovra 26 miliardi sono orientati verso la riduzione fiscale. Questi sono quindi i dati, è inutile invocare argomenti che sono assolutamente fuori dal decreto-legge.

Le misure tra l'altro sono state pensate non sulla base di invenzioni delle strutture. Tra le tante audizioni che sono state tenute (mi riferisco alle audizioni sulla prima parte del decreto-legge, articolo 1 e articolo 3), ce n'è stata una abbastanza interessante della Guardia di finanza, che, a proposito dell'accollo, ha segnalato che ci sono stati accertamenti, a proposito delle illecite compensazioni, che solo in alcune province della Lombardia e dell'Emilia-Romagna hanno consentito di individuare illecite compensazioni per 186 milioni di euro nel solo 2018. L'idea quindi di cristallizzare sul piano normativo il divieto di compensazione dei debiti dell'accollato nasce da un'esigenza di accertamenti, di attività svolte, non è, come dire, l'invenzione di un burocrate o la prepotenza di una forza politica, sono dati di fatto. E anche rispetto al tema dell'articolo 4, che, come è stato ricordato, ascoltando le categorie, ma anche con un confronto molto chiaro e molto proficuo in Commissione, è stato sensibilmente migliorato, anche qui questa misura nasce da accertate violazioni lavoristiche e fiscali. In particolare segnalo, ma giusto per onore di verità, che sono stati anche su questo argomento effettuati dal 2017 ad oggi 400 interventi ispettivi, con un accertamento di maggiore base imponibile, solo ai fini delle imposte dirette, di quasi 500 milioni. Parliamo dell'interposizione della manodopera, dell'uso di società cooperative o, comunque, società scarsamente patrimonializzate, che hanno ovviamente provocato l'intervento del legislatore.

Dunque da una parte c'è un obiettivo, cioè quello di provare ad agire sul tema del contrasto all'evasione fiscale, e dall'altro - è stato ricordato da Fragomeli - l'idea di semplificare e di favorire, anche di incentivare l'uso di strumenti come l'uso del pagamento elettronico, riprendendo anche una misura che potrà essere molto interessante, che è quella che prevede sostanzialmente la lotteria degli scontrini.

Spero che il Ministero dell'Economia acceleri anche in questa direzione. Infine una serie di misure che, voglio ricordare anche per valorizzare il lavoro svolto in Commissione, sono state di grande interesse. Innanzitutto i tassi di interesse: è stato ricordato anche prima dalla presidente che sostanzialmente tornano ad una percentuale accettabile, 0,1, massimo 3 per cento dal 1° gennaio 2020. La norma che per la prima volta introduce sulle assicurazioni una premialità per gli automobilisti virtuosi, l'assicurazione familiare, con risparmi sensibili per le famiglie. Ricordo anche più di un intervento per gli enti locali, e non solo quello che riguarda l'indennità dei sindaci; cioè, riscopriamo un'attenzione al sistema delle autonomie che in questi anni era completamente sfuggita, non solo per la determinazione dell'indennità dei sindaci dei comuni inferiori a 3 mila abitanti, ma anche per l'introduzione dell'elezione del presidente del collegio dei revisori dei conti nei comuni superiori a 15 mila abitanti.

Come sapete, a legislazione vigente, oggi i collegi sono tutti sorteggiati e sono nati non pochi problemi tra amministrazione e collegi stessi. Quindi la scelta assegnata al consiglio comunale è una scelta sacrosanta; tra l'altro, questa è stata una misura suggerita dalle opposizioni. Infine interventi per l'edilizia scolastica e inoltre ricordo un primo intervento di riduzione, di ripensamento del sistema delle sanzioni introdotte per i comuni, in particolare per i comuni gravati dalla procedura di dissesto. Anche questo è un argomento che in questi anni il Parlamento non ha mai voluto affrontare, ma che costituisce un segnale in direzione opposta, perché, se è necessario mettere in ordine i conti di molte amministrazioni, occorre anche dare una mano e provare a correggere delle distorsioni che negli anni scorsi hanno pesantemente penalizzato i comuni.

Voglio solo segnalare, una delle audizioni recenti in Commissione, che in questi anni la spesa per beni e servizi delle amministrazioni regionali e locali è scesa sensibilmente e quella dello Stato è cresciuta del 20 per cento in più; la spesa per il personale dipendente delle amministrazioni locali è scesa del 9 per cento, quelle centrali hanno invece una spesa del 3 per cento in più in questi anni. Segnalo, inoltre, che il debito delle regioni e dei comuni è sceso del 20 per cento, quello dello Stato cresce. Non è un argomento del decreto fiscale, faremo un grande passo avanti se questa attenzione iniziale che è stata dedicata in alcune disposizioni del decreto fiscale agli enti locali diventasse un tema su cui impegnare l'intero Parlamento.