Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 13 Luglio, 2022
Nome: 
Rosa Maria Di Giorgi

A.C. 3625​ e abbinate

Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro Franceschini, siamo qui, oggi, in Aula per approvare un provvedimento che è di grande rilievo, come hanno già detto i colleghi, per il comparto dello spettacolo dal vivo, direi fondamentale. E scelgo non a caso questa parola, la scelgo con cognizione di causa, perché, finalmente, qui si crea un quadro di tutele e di diritti per i lavoratori dello spettacolo in Italia. Un settore questo che la pandemia ha gettato in una crisi tra le più profonde della sua storia. Artisti, addetti del settore hanno visto crollare il loro mondo: teatri chiusi, sale concerto chiuse, tutti gli spazi della cultura non più agibili. Tutto questo ha tolto certezze, semmai ve ne fossero, e ha reso ancora più incerto il futuro. Abbiamo visto e ascoltato le difficoltà, qualche volta la disperazione, fra gli artisti e i lavoratori del settore. Tanti hanno smesso di lavorare in questo ambito. Certo, noi abbiamo provveduto, come ben sa quest'Aula, come sa bene il Ministro Franceschini, a sostenerli con ristori e misure anche di consistenza significativa. Ma la crisi ha colpito troppo profondamente e sono emerse ancora di più le carenze strutturali di questo settore, le poche sicurezze che il settore ha, quelle carenze, Presidente, che conosciamo, a cui da anni avremmo voluto porre rimedio. Ricordo qui che, già nella scorsa legislatura, sempre con il Ministro Franceschini, con il Governo di centrosinistra, il Parlamento e tanti di noi, presenti in Aula qui oggi, votammo la legge 22 novembre 17, n. 175, recante disposizioni in materia di spettacolo e delega al Governo per il riordino della materia. Era un risultato enorme, anche allora, giunto dopo mesi e mesi di lavoro e di audizioni, un lavoro condiviso, trasversale anche fra i partiti politici, che fu accolto con manifestazioni di soddisfazione in tutto il mondo della cultura. Finalmente, anche allora, si vedeva un atto concreto dopo decenni di attesa e si definivano i principi generali per il riconoscimento e la valorizzazione delle attività dello spettacolo dal vivo e si dava finalmente una cornice al settore, creandone il quadro di riferimento, quel quadro di riferimento che c'è oggi in questa legge che voteremo, perché quella legge qui viene ripresa. Si dava poi mandato al Governo, perché emanasse i decreti tra cui molto importante quello sul lavoro. Ecco, ma ci fermammo lì. Nei mesi successivi tutto si fermò cambiò il Governo - qualcuno ha responsabilità in questo - e le deleghe vennero fatte scadere. Fu così, Presidente, che ci sono voluti altri cinque anni per giungere a questa nuova legge delega, più ricca, anche più orientata alla questione del lavoro. Abbiamo di nuovo l'occasione di operare quel cambiamento tanto necessario. I principi guida li sappiamo e comprendono tutte le forme dello spettacolo dal vivo, ma le voglio ridire qui, perché è un mondo enorme. Abbiamo visto il numero di addetti e sappiamo quanta forza ci sia tra le persone che lavorano in questo settore: le attività liriche e concertistiche, le attività corali le attività di musica popolare contemporanea, le attività di danza classica e contemporanea.

E' un settore tanto in sofferenza che ha bisogno di interventi particolari, come hanno sempre sottolineato negli anni i nostri grandi artisti, da Carla Fracci fino ad arrivare a Roberto Bolle e Abbagnato, questi ultimi auditi recentemente presso la Camera. Le attività sono queste e aggiungo le attività circensi e ci sono degli ordini del giorno su questo, sia il circo tradizionale che le forme contemporanee del circo di creazione, su cui ci dobbiamo orientare adesso, lo spettacolo viaggiante, le attività di carattere multidisciplinare, i carnevali storici le rievocazioni storiche, tutto un mondo che è ricchissimo, fino al riconoscimento delle attività dei live club, per valorizzare la funzione sociale della musica dal vivo che tanto attrae i nostri giovani. Quindi, si tratta di un mondo fatto di passione, di ansia, di amore senza limiti, di tanto sacrificio, nella consapevolezza che ogni sera protagonista è senz'altro la compagnia, l'orchestra o il solista sul palcoscenico, i tecnici e tutto il personale, ma è importantissimo anche il pubblico, che determina l'atmosfera e che ogni sera fa sì che lo spettacolo sia unico, perché unico è lo stato d'animo dell'artista e unico, in quel momento, è lo stato d'animo dello spettatore che assiste allo spettacolo. È un'esperienza da fare, un'esperienza che dobbiamo valorizzare. Colleghi, è la storia della ricerca della bellezza, della tragedia, del dramma, della gioia, della riflessione, del pianto, della relazione, del ritrovarsi e del perdersi. Questo succede in scena e ogni sera questo accade, ancora e ancora e, se noi faremo in modo che accada, continuerà ad accadere. Noi lo stiamo facendo accadere anche oggi, qui, nel momento in cui parliamo di questa legge, nel momento in cui l'approveremo, colleghi, ed è molto importante: parlarne in Aula significa che riconosciamo il valore di queste attività. Noi stiamo dicendo al nostro Paese che lo spettacolo è importante, che vale, che va protetto, perché è una parte della nostra identità e senza cultura non saremmo nulla: non saremmo nulla! Lo diceva bene Paolo Grassi ai suoi allievi - consentitemi una piccola citazione -: il teatro - lui parlava del teatro – per la sua intrinseca sostanza è fra le arti la più idonea a parlare direttamente al cuore e alla sensibilità della collettività.

Noi vorremmo - lui diceva - che autorità e giunte comunali – e noi aggiungiamo giunte regionali e via dicendo - si formassero questa precisa coscienza del teatro, considerandola - e qui è il senso - come una necessità collettiva, come un bisogno dei cittadini, come un pubblico servizio. Ecco, perché dobbiamo investire sullo spettacolo. Questo è Paolo Grassi. Ed ecco il senso delle battaglie continue, che anche il Ministro insieme a noi fa nei confronti del Governo in generale, quindi nei confronti di coloro che poi devono finanziare, e, da qui, la nostra continua sollecitazione nei confronti del Ministro dell'Economia. Il senso di questa legge è qui, Presidente, è questo ciò che la norma vuole proteggere e valorizzare: un pubblico servizio, un bisogno dei cittadini. Ripreso nella legge n. 175 e ripreso qui, lo voglio ridire: la Repubblica promuove e sostiene lo spettacolo nella pluralità delle sue diverse espressioni - anche qui lo diciamo in legge - quale fattore indispensabile per lo sviluppo della cultura ed elemento di coesione e di identità nazionale. Pensiamo all'immigrazione, pensiamo a tutti quelli che arrivano qui: attraverso la cultura, attraverso gli spettacoli, attraverso il teatro, quante persone stiamo includendo? È uno strumento di diffusione della conoscenza, della cultura e dell'arte italiana in Europa e nel mondo, nonché quale componente dell'imprenditoria culturale - tanti di voi colleghi l'hanno detto - e creativa e dell'offerta turistica nazionale. Sempre la Repubblica riconosce il valore formativo - cito la legge - ed educativo dello spettacolo, anche per favorire l'integrazione e per contrastare il disagio sociale e il valore delle professioni artistiche e la loro specificità, assicurando altresì la tutela dei lavoratori del settore - ed ecco la delega e grande parte di questa legge che votiamo oggi – e naturalmente riconosce anche l'utilità sociale dello spettacolo, anche ai sensi della legge n. 106 del 2016 sul Terzo settore. Quindi vi è la riapertura delle deleghe al Governo per lo spettacolo, con la previsione della stesura del codice dello spettacolo, al fine di conferire al settore un assetto più organico e conforme ai principi di semplificazione delle procedure amministrative, tutto quello che avete sentito e che adesso non sto a ripetere, tanto consegnerò la mia dichiarazione agli uffici. C'è una particolare attenzione all'educazione permanente. Questo si riconosce nei principi della legge e su questo tornerò.

Tra le novità importanti - lo hanno detto tutti perché questo è il grande tema - - l'introduzione dell'indennità di discontinuità - finalmente, colleghi, finalmente! - una sorta di reddito garantito, che punta a coprire i lavoratori dello spettacolo nei momenti di inattività o durante i periodi di studio e formazione, tutte circostanze essenziali nelle professioni artistiche. Sappiamo che allo stato attuale gli operatori del settore non percepiscono un reddito stabile e, quindi, non versano contributi previdenziali in maniera continuativa. Spetterà al Governo, una volta approvata la legge, definire l'importo e quali categorie avranno diritto ad accedervi, quindi deleghe importantissime e il Governo avrà un lavoro intensissimo da fare in questi mesi per giungere a questi risultati. Altra novità il riconoscimento dei live club, come detto, perché è una forma nuova, molto importante per i nostri giovani in particolare.

C'è un ultimo aspetto che voglio raccontare qui all'Aula, perché non viene mai citato. È la percentuale del 3 per cento del FUS, messa a disposizione delle scuole. È un tema importantissimo che già funziona per il cinema. Nell'altra legislatura facemmo la legge sul cinema e in questi giorni, in questi mesi, si stanno distribuendo quelle risorse, che prevedevano, anche in quel caso, il 3 per cento di risorse destinate al cinema per le scuole, tramite una convenzione tra Ministero della Cultura e il Ministero dell'Istruzione. Per il cinema ci sono 42 milioni - abbiamo fatto un'interrogazione recentemente e il Ministro lo sa bene - messi a disposizione della scuola. La stessa cosa, naturalmente in percentuale, verrà fatta con il 3 per cento delle risorse sullo spettacolo.

In conclusione, Presidente, una considerazione, prendo un minuto. Leggi che hanno questo impatto e che si realizzano dopo un'attesa di tanti anni e che cambiano così radicalmente le norme, influendo in modo così positivo nella vita di tante persone, assumono un particolare significato anche per noi parlamentari. È un lungo percorso, come detto, quello che si conclude, un percorso di anni. Abbiamo messo cuore e passione in tutto questo, abbiamo sentito tutti, ci abbiamo creduto e parlo anche in particolare del mio partito - sono in dichiarazione di voto -, sempre in prima fila, dei nostri parlamentari e dei nostri Ministri, Franceschini e Orlando che hanno seguito il nostro lavoro con vera condivisione. Nonostante la crisi, nonostante tutti i nostri problemi, oggi siamo qui ad approvare questa legge. Ed è quindi con particolare soddisfazione e - devo dire - anche con un po' di emozione, che dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico su questo provvedimento.