A.C. 2574-A
Grazie, Presidente. Ben ritrovata, Sottosegretaria Siracusano. Colleghi, discutiamo oggi questa importante legge, la legge di delegazione europea 2025, uno strumento essenziale per assicurare l'adeguamento del nostro ordinamento agli obblighi derivanti dall'appartenenza all'Unione europea.
La legge di delegazione conferisce al Governo le deleghe necessarie per recepire le direttive e altri atti legislativi europei, nonché per dare attuazione a disposizioni contenute in regolamenti europei che non sono direttamente applicabili. In particolare, il provvedimento in esame consente il recepimento di due direttive e l'adeguamento a dieci regolamenti europei, cui si aggiunge un allegato, recante 17 direttive, per il cui recepimento si rinvia unicamente ai principi e ai criteri direttivi generici di cui alla legge n. 234 del 2012.
Si tratta di un testo eterogeneo incidente su ambiti anche tra loro molto differenti, dall'ambiente alla giustizia e alla concorrenza, dalla produzione agricola a quella industriale, dalla tutela dei consumatori alla salute, fino alla cybersecurity e alla fiscalità. La legge di delegazione provvede, senza ulteriori principi e criteri direttivi specifici, al recepimento di numerose direttive che interessano, in particolare - come è stato già detto - le imprese in relazione a doveri di diligenza sulla sostenibilità, la responsabilità per danni di prodotti difettosi, gli obblighi informativi in alcuni settori (tra cui quello degli alimenti), la gestione dei rifiuti, con l'introduzione della responsabilità estesa dei produttori per i rifiuti tessili, la semplificazione in materia di diritto societario e fiscale, segnatamente con riguardo all'IVA. Quindi sono tutti argomenti e temi importanti dal punto di vista sociale ed economico, che sono sulla pelle, appunto, dei cittadini.
È inoltre previsto il recepimento della direttiva sui diritti delle persone con disabilità, che sono cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti, e, a seguito dell'esame in sede referente, anche della direttiva sul diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni europee per cittadini stranieri dell'Unione.
Principî e criteri direttivi specifici sono invece dettati per le seguenti deleghe: la proprietà industriale su modelli e disegni, la riparazione dei beni difettosi in un quadro di economia circolare, l'adeguamento della normativa nazionale ai regolamenti europei sull'impatto ambientale delle attività produttive, come l'inquinamento da sostanze ozono-lesive ed emissioni industriali (tecnologie a zero emissioni), la cyber sicurezza sia dei prodotti con elementi digitali, sia materia di attacchi e incidenti informatici.
Nel corso dell'esame in sede referente, inoltre, sono stati approvati degli emendamenti che aggiungono ulteriori deleghe legislative al Governo con l'introduzione di principî e criteri direttivi specifici, per il recepimento della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, della direttiva sul risanamento e la risoluzione delle imprese di assicurazione (entrambe originariamente indicate nell'allegato A), della direttiva sul declassamento dello status di protezione del lupo, già oggetto di un acceso dibattito sia nella nostra Commissione, sia in sede europea. Sono stati inoltre introdotti interventi di adeguamento alla normativa nazionale di recepimento della direttiva sul trattamento dei dati personali da parte delle autorità giudiziarie in relazione a reati o sanzioni penali, in conseguenza di sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione europea, e al regolamento sulla sostenibilità e smaltimento degli imballaggi.
Importante, lasciatemi dire da esponente del Partito Democratico, l'inserimento della delega legislativa per il recepimento della direttiva anti-SLAPP, volta a contrastare le querele temerarie, fondamentale per tutelare la libertà di stampa, l'indipendenza dei giornalisti, anche esponenti del mondo accademico e intellettuale o attivisti in genere. Ricordo che l'Italia, secondo Reporters sans frontières, oggi è al 49° posto nella classifica mondiale sulla libertà di stampa, siamo veramente molto in basso, il fanalino di coda nell'Europa occidentale. Ciò dimostra appunto la rilevanza di questa direttiva, recepimento per il quale il gruppo del Partito Democratico ha lavorato duramente, anche presentando più volte, in passato, emendamenti - su cui io ricordo che il Ministro Foti, lì seduto sui banchi, fece delle aperture - al fine di garantire non solo il recepimento, ma anche per far sì che questo fosse pieno, corretto e conforme agli obiettivi.
Non sono stati invece accolti emendamenti del nostro gruppo, per esempio sull'introduzione di un sistema di depositi cauzionali per bottigliette e lattine e sul recepimento della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici EPBD, la cosiddetta direttiva “Case green”, che mira a un parco edilizio europeo a emissioni zero entro il 2050. Mi preme ricordare che la direttiva “Case green” deve essere recepita entro il 29 maggio del 2026 e ogni Stato membro è tenuto a trasmettere alla Commissione, entro il 31 dicembre 2025, una prima proposta del Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici. Per questo chiediamo al Governo di riferire sullo stato di avanzamento di questo Piano. La EPBD è uno strumento essenziale per affrontare la criticità del nostro patrimonio edilizio che in Italia - si sa - come anche l'edilizia scolastica è obsoleto, energivoro, vecchio, con oltre il 50 per cento degli edifici costruiti prima del 1980 e tre quarti delle abitazioni in classe energetica E, F, G, senza parlare del fatto che una estesissima parte degli edifici che insistono su territori presentano dei rischi idrogeologici molto, molto seri.
La riqualificazione degli edifici non è solo un obiettivo ambientale, costituisce una risposta necessaria alla povertà energetica, che nel 2023 ha colpito il 9 per cento delle famiglie italiane. In questo contesto i fondi europei possono rappresentare una leva determinante per sostenere interventi di efficienza energetica, innovazione, rigenerazione urbana, con ricadute positive anche sul piano sociale ed economico. È il caso, per esempio, del progetto “Porto fluviale” e da romana penso al comparto R5 di Tor Bella Monaca a Roma, finanziati appunto con risorse europee, nazionali e comunali. La scelta del Governo di non includere la direttiva EPBD nella legge di delegazione rischia pertanto di determinare ritardi significativi e di esporre l'Italia a una possibile, ennesima procedura di infrazione.
Nel corso dell'esame in sede referente, in ogni caso, sono state apportate modificazioni testuali, tra cui quelle richieste appunto dal gruppo PD, al fine di ridurre, attraverso il ricorso allo scorrimento di graduatorie esistenti, gli oneri derivanti dall'incremento della dotazione organica delle amministrazioni, connesso al recepimento di direttive. Ricordo inoltre che, ai sensi dell'articolo 29, comma 7, sempre della legge n. 234 del 2012, il disegno di legge di delegazione deve essere corredato da una relazione illustrativa, aggiornata al 31 dicembre dell'anno precedente, che riporti informazioni sullo stato delle procedure di infrazione in corso. Secondo i dati aggiornati all'ottobre 2025, risultano aperte nei confronti dell'Italia ben 67 procedure d'infrazione: 54 per violazione del diritto dell'Unione, 13 per mancato recepimento di direttive. Il settore più colpito, come sempre, è quello dell'ambiente, con 22 casi, seguito da affari economici, finanziari, trasporti, lavoro e politiche sociali. È opportuno osservare a questo punto che, nonostante la previsione della legge n. 234, nessun disegno di legge europea è stato presentato durante l'attuale legislatura. Il Governo ha fatto ricorso esclusivamente ai decreti salva-infrazioni, l'ultimo dei quali risale allo scorso anno, limitando così la possibilità per il Parlamento di esercitare pienamente la propria funzione di valutazione e di indirizzo.
Pur riconoscendo la rilevanza e la necessità della legge di delegazione europea, riteniamo che il Parlamento debba poter esercitare un ruolo più incisivo e che il Governo debba mostrare maggiore disponibilità ad accogliere proposte migliorative da parte dell'opposizione, che rafforzino la tutela dei diritti, la competitività delle imprese, la sostenibilità ambientale e la trasparenza dell'azione pubblica.
Con questo spirito, il gruppo del Partito Democratico continuerà a contribuire con serietà e responsabilità ai lavori parlamentari, affinché il nostro Paese possa affrontare le sfide europee che ha davanti con coerenza, efficacia e credibilità.