Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 1 Febbraio, 2017
Nome: 
Franco Vazio

A.C. 3671-bis-A

Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, in questa legislatura abbiamo discusso ed approvato riforme di straordinaria importanza, sia in campo civile che in campo penale. Riforme e leggi di cui si discuteva da anni, provvedimenti che ponevano al centro della discussione principi quali trasparenza, equità e rigore, che hanno consentito di rendere la giustizia più efficiente ed avvicinarla ai cittadini. Rigore e trasparenza quando si sono votati il 416-ter, voto di scambio politico-mafioso, e il reato di falso in bilancio, e quando si sono aggravate le pene per i reati contro la pubblica amministrazione. Equità quando abbiamo detto che, per ottenere la sospensione condizionale della pena e per accedere ai riti premiali, si deve restituire il maltolto. Divorzio breve, negoziazione assistita, incentivazione di misure stragiudiziali per definire le controversie. Ed ancora, approvazione della legge delega per la riforma del processo civile, quella sul processo penale e la legge che introduce il reato di tortura. 
Riforme e leggi, queste ultime, che sono all'esame del Senato e, come ha auspicato il Ministro Orlando, contiamo di approvare a breve in via definitiva. Insomma, leggi che traguardano la riforma complessiva della giustizia civile e penale, di cui la legge delega che ci accingiamo a votare oggi è un ulteriore importantissimo tassello. Disciplinare la crisi di impresa costituiva e costituisce un obiettivo non rinviabile, sia perché l'attuale impianto risale al 1942 sia perché oggi le norme vigenti, sebbene parzialmente modificate ed aggiornate nel tempo, non rispondono ai bisogni del sistema economico e sociale del nostro Paese. Quando le imprese che sono colpite da una crisi avviano processi di ristrutturazione del debito e accordi con i creditori che poi, quasi sempre, falliscono, quando in tali casi, anche per questioni modeste, consegue con sistematica frequenza anche l'insorgenza di conseguenze penali devastanti per l'imprenditore, quando i creditori, all'esito di tali processi, troppo frequentemente vengono frustrati nelle loro aspettative, non conseguendo spesso neppure il rimborso delle spese di procedura, ebbene, quando accade questo, è necessario intervenire. Per questo motivo è stato avviato un lungo e proficuo percorso di studio, di analisi e di confronto. 
Avevamo due obiettivi: il primo, quello di intervenire, in modo organico e sistematico, su una disciplina datata e che è risultata sempre più incapace di risolvere nel merito i problemi della crisi di impresa. Dovevamo consegnare agli interpreti risposte chiare e regole efficaci, in modo che fenomeni nuovi, cambiamenti economici sempre più rapidi, potessero essere adeguatamente ed efficacemente affrontati. Il secondo obiettivo era quello di trovare un nuovo e più equo equilibrio tra gli interessi in gioco e contrapposti che si trovano nelle procedure concorsuali. 
Esisteva la necessità di non decretare la morte civile dell'imprenditore che venisse colpito da una crisi, ma, nello stesso tempo, dovevamo tutelare il giusto interesse dei creditori ad essere soddisfatti nei tempi più rapidi possibili. Quante 
volte è accaduto che, a fronte di una crisi d'impresa, di una procedura concorsuale, siano conseguite a pioggia altre crisi delle imprese a loro volta creditrici della prima. Quante volte abbiamo visto polverizzare posti di lavoro ed opportunità di ripresa e di riabilitazione imprenditoriale perché mancavano norme che potessero consentire la gestione di tali fasi. Ebbene, la commissione ministeriale presieduta dal dottor Rordorf ci ha offerto un lavoro eccellente, e abbiamo svolto una lunghissima serie di audizioni che hanno coinvolto la magistratura, le eccellenze della dottrina e dell'università. A tutti loro deve andare un nostro sentito e sincero ringraziamento. Ebbene, colleghi, di fronte alle molte sollecitazioni ricevute dal nostro Paese dall'Europa e dalle Nazioni Unite, oggi votiamo una legge di delega al Governo completa, organica e davvero efficace, in grado di affrontare e risolvere positivamente le crisi d'impresa e dell'insolvenza. Viene abbandonato il concetto di fallito e fallimento, insomma la morte civile dell'impresa. Seguiamo una tendenza già consolidata in numerosi Paesi per evitare quella negatività e quel discredito, anche personale, propri di quella definizione storicamente consolidata. Vengono definite in modo non equivoco due nozioni: la crisi, che non equivale ad insolvenza, ma implica un pericolo ed evoca un alert, e l'insolvenza, una nozione già collaudata dalla giurisprudenza e dalla dottrina, e che non era opportuno modificare rispetto all'attuale formulazione normativa. Insomma, un approccio innovativo, anche lessicale, per esprimere una diversa nuova cultura per superare l'insolvenza, vista come evenienza fisiologica nella vita di un'impresa, da prevenire, eventualmente da regolare, ma da non coprire con pubblico e manifesto discredito. 
Tutto questo con la particolare attenzione che tale modifica terminologica non influisca sulla pretesa punitiva in presenza delle medesime condotte illecite. Ripercorrendo per titoli le novità salienti di questo provvedimento: niente fallimento, ma liquidazione giudiziale. La procedura di liquidazione giudiziale sostituisce l'attuale disciplina del fallimento. Allerta per prevenire la crisi: per anticipare l'emersione della crisi di impresa e facilitare una composizione assistita, viene introdotta una fase preventiva di allerta, che può essere attivata direttamente dal debitore o d'ufficio dal tribunale. In caso di procedura su base volontaria, il debitore avrà sei mesi di tempo per raggiungere una soluzione concordata con il creditore. L'imprenditore che attiva tempestivamente l'allerta o si avvale di istituti per la risoluzione concordata della crisi godrà di misure premiali. Non punibilità dei delitti fallimentari, se il danno patrimoniale è di speciale tenuità, attenuanti per gli altri reati e riduzione di interessi, sanzioni e debiti fiscali. Regole processuali semplificate, incentivi a ristrutturazione dei debiti. Il limite del 60 per cento dei crediti per l'omologazione dell'accordo di ristrutturazione dei debiti dovrà essere eliminato o quanto meno ridotto. Il concordato: il concordato preventivo viene ridisegnato, ammettendo, accanto a quello in continuità, anche il concordato che mira alla liquidazione dell'azienda, se è in grado di assicurare il pagamento di almeno il 20 per cento dei crediti chirografari. Insolvenza dei gruppi di impresa: viene prefigurata una procedura unitaria per la trattazione della crisi e dell'insolvenza delle società di gruppo. Norme salva famiglia più ampie: si riordina la disciplina del sovraindebitamento, comprendendo nella procedura di composizione anche i soci illimitatamente responsabili e assicurando una gestione coordinata delle procedure riguardanti più familiari. Il debitore meritevole solo per una volta potrà accedere all'esdebitazione, anche quando non sia in grado di soddisfare i creditori. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, per l'ennesima volta ci troviamo a votare un provvedimento fondamentale per adeguare il nostro Paese alle sfide che lo attendono, così come accadde molte volte in questa legislatura, quando approvammo le leggi di cui ho detto all'inizio del mio intervento, quando l'Assemblea volle i tanti provvedimenti ispirati al rigore e all'equità per colpire le condotte illecite come corruzione e riciclaggio, e per dire ai cittadini onesti che l'Italia vuol diventare un Paese normale, così come accadde quando si approvò il testo per disciplinare le unioni civili e il divorzio breve. 
Ebbene, anche oggi vogliamo dire che non esiste e non si vive di una narrazione fatta solo di parole vuote e parole inutili. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, noi, per l'ennesima volta, in questa legislatura, con il voto di oggi, dimostriamo con i fatti che questo Parlamento lavora seriamente per risolvere i problemi e per riformare l'Italia, che alle parole noi contrapponiamo riforme attese da decenni. Per tutte queste ragioni, il Partito Democratico, con la determinazione di sempre, voterà favorevolmente su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).