Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 16 Luglio, 2025
Nome: 
Virginio Merola

A.C2384-A

La ringrazio, Presidente. Ascoltando questo dibattito, credo che ci sia un elemento di novità che, malgrado i tentativi che ha fatto l'attuale esponente della Lega, è molto importante: oggi tutte le opposizioni dicono “no” alla riforma fiscale voluta dal Governo di centrodestra.

Alcune forze politiche, come Italia Viva, come Azione, avevano aperto un credito rispetto alle vostre intenzioni. È bene che oggi si ricredono di fronte all'evidenza dei fatti. E l'evidenza dei fatti è molto semplice: questa proroga che state proponendo alla delega fiscale è una proroga che noi rifiutiamo, perché è impostata sempre di più su un sistema ingiusto e inadeguato, sia per l'interesse generale del Paese, sia per i singoli contribuenti, i nostri cittadini. Questa ingiustizia è così evidente che siete riusciti a unire tutte le opposizioni nel contrasto alla vostra riforma.

Mi permetta, Presidente, di sorridere, non sconcertato, ma di sorridere rispetto alle dichiarazioni della Lega, che oggi ha dichiarato che è liberale. Non l'abbiamo mai vista, questa voglia di liberalismo negli esponenti della Lega. Non l'abbiamo vista né sul settore del gioco né, tanto meno, per quanto riguarda l'insieme delle proposte che riguardano la nostra società. Accusare le opposizioni, come è stato fatto, di essere a favore del proibizionismo per quanto riguarda i cosiddetti giochi illegali è davvero un tentativo vano di sviare l'attenzione rispetto a quanto oggi stiamo discutendo. È un tentativo vano - mi permetta - perché nessuno propone di introdurre il proibizionismo. Noi continuiamo a essere, come su tutte le questioni che creano dipendenza, favorevoli a liberare le persone dalla dipendenza e a ridurre il danno. Crediamo che questo sia molto liberale e molto civile. Mentre non riteniamo altrettanto che lo sia, per quanto riguarda la Lega, la continua attenzione ad aumentare le pene, piuttosto che intervenire sulle cause dei crimini e dei tentativi delle persone di rivolgersi a che cosa? Alle droghe, in questo caso.

Quindi, davvero, sgombriamo il campo da tentativi inutili rispetto a un dibattito che, nel merito, è questo: il vostro sistema fiscale è un sistema fiscale iniquo, perché ha introdotto le tasse piatte e le tasse piatte fanno parti uguali fra disuguali. È un sistema iniquo perché sta svuotando la progressività fiscale del nostro sistema, non applicando la Costituzione, ma andando verso un obiettivo di svuotamento completo della progressività fiscale. È un sistema iniquo perché diminuisce gli scaglioni e gli scaglioni, invece, secondo noi, andrebbero aboliti, introducendo un unico sistema Irpef, che unisca il mondo del lavoro autonomo e il mondo del lavoratore dipendente. È un sistema iniquo perché - aiuto, guardate un po' - mentre declamate che avete bisogno di altro tempo, non state intervenendo sul fatto che l'aumento della pressione fiscale sta comportando che cosa? Che in busta paga dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e dei cittadini in genere non c'è la vostra ventilata diminuzione delle tasse. È un obiettivo sul quale avete fallito, perché quanto è stato recuperato con la riduzione dell'aliquota è completamente vanificato dagli aumenti dell'inflazione.

E, invece di preoccuparvi di intervenire su questo, ci chiedete altro tempo rispetto alla incapacità che avete di prendere una decisione, ma rispetto alle vostre divisioni. Il grande leader Salvini, che ogni giorno parla di pace fiscale, piuttosto dovrebbe occuparsi di una pace ferroviaria, di cui il Paese ha un estremo bisogno visti i continui ritardi che ci sono nella vita dei pendolari e dei nostri cittadini che sono costretti a prendere il treno. La pace fiscale, che doveva essere l'appuntamento d'estate, guarda un po' è stata rinviata, avete bisogno di altro tempo, evidentemente perché riuscire a mettere insieme le risorse per la quinta rottamazione ventilata da parte della Lega con la proposta di Forza Italia di ridurre ulteriormente gli scaglioni è un problema che sarà giusto affrontare, secondo voi, nella prossima discussione di bilancio.

Quindi prendete atto che le tasse non sono diminuite, smettete di dire agli italiani che state lavorando per ridurre le tasse, occupatevi dell'aumento della pressione fiscale e soprattutto - lo dico a futura memoria, visto che discuteremo di federalismo fiscale - sappiate dire agli italiani quello che noi cerchiamo di dire con verità: l'aumento della pressione fiscale è anche dovuto al fatto che dopo 8 miliardi di tagli ai comuni, alle regioni e alle province molte regioni, sia di destra che di sinistra, come altrettanti comuni, sia di destra che di sinistra, stanno aumentando le addizionali Irpef e anche questo comporta un aumento della pressione fiscale, mentre sottolineo che questi aumenti dell'Irpef non riguardano chi usufruisce di imposte sostitutive che, come è noto, non danno niente alla vita quotidiana dei comuni e dei cittadini residenti.

Quindi io penso che davvero, a proposto di abuso di parole, questa non sia una riforma - se tutto è riforma nulla è riforma -, questa è una controriforma: c'è una redistribuzione del reddito con il vostro sistema fiscale a vantaggio di categorie corporative, penalizzando la maggioranza degli italiani. Voi la chiamate redistribuzione? Io penso che sia veramente un fatto grave che attraverso il concordato preventivo, che è fallito e continua a fallire, attraverso le rottamazioni, attraverso i bonus che avevate rinnegato ma che proponete e attraverso l'aumento delle imposte sostitutive si stia colpendo il nostro sistema fiscale e lo si stia rendendo iniquo e ingiusto; ingiusto in termini generali perché - ripeto- si mette in discussione e si cerca di svuotare il principio delle imposte progressive, e iniquo perché lavoratori con lo stesso reddito - un lavoratore autonomo e un lavoratore dipendente - si trovano a pagare tasse diverse per i diversi regimi che avete introdotto.

La riduzione degli scaglioni - lo dico ai colleghi di Forza Italia - delle aliquote, in realtà, ha prodotto non un passaggio a tre ma, grazie al sistema di deduzioni e detrazioni che siete riusciti a inventarvi, ha creato 8 scaglioni, per cui c'è addirittura uno scaglione che arriva a pagare il 56 per cento di imposta.

Sulla lotta all'evasione mi soffermo per dire che c'è un tema di fondo che non affrontate mai, ovvero che per far funzionare l'Agenzia delle entrate occorre aumentare gli organici dell'Agenzia delle entrate - cosa che non state facendo -, occorre intervenire con decisione per quanto riguarda gli strumenti digitali sulla interconnessione delle banche dati e occorre anche prendere sul serio quanto ha detto l'Ufficio parlamentare di bilancio - che è un ente terzo, non di parte, molto, molto preparato - sul fatto che la lotta all'evasione fiscale diventa sempre più decisiva. Diventa sempre più decisiva per che cosa? Per non essere costretti alla scelta fra aumentare le tasse o ridurre la spesa pubblica. In realtà, voi questa scelta l'avete già fatta, miei cari liberali cosiddetti: voi avete tagliato i fondi per la sanità e continuate a non intervenire sulle liste di attesa e su quanto necessario per garantire un nostro sistema sanitario pubblico.

Quindi fate qualcosa di utile: piuttosto che parlare di pace fiscale rispetto a una guerra che non avete mai dichiarato ma che volete continuare ad assecondare rispetto al fatto di poter garantire impunità a chi decide di pagare le tasse solo quando gli conviene, fate qualcosa di utile e utilizzate questi fondi - e ne ridiscuteremo in sede di bilancio - per i nostri servizi pubblici, a cominciare dalla sanità.

Sul fatto del gioco voglio terminare semplicemente dicendo questo: noi proponiamo che si intervenga sull'offerta. È inutile citare il cotechino, caro collega De Bertoldi, perché vede, il cotechino ha una filiera industriale che influenza molto l'economia del nostro Paese. I 170 miliardi che molti italiani versano per l'azzardo e le scommesse sono completamente all'interno di questa logica, che non prevede altro che aumentare il consumo di gioco.

Noi non lo chiamiamo gioco non perché siamo affezionati al politicamente corretto, ma per cominciare a capirci. Non è gioco, è azzardo e scommesse legali. È un concetto diverso che so che si fa fatica a comprendere, ma se non sgombriamo il campo anche da parole utilizzate male ci troveremo a dire, appunto, che il tabacco non è un problema, che l'alcol non è un problema e via dicendo. Invece dobbiamo saper intervenire, e magari quegli 11 miliardi che assicura il settore del gioco alle entrate dello Stato potrebbero essere finalmente analizzati per comprendere qual è il costo sanitario degli interventi contro la patologia del gioco e quanti di quei fondi di quelle entrate potrebbero essere destinati a combattere davvero le dipendenze, a cominciare da quella dell'azzardo e delle scommesse.

Il nostro voto è contrario.