Dichiarazione di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Mercoledì, 24 Novembre, 2021
Nome: 
Alfredo Bazoli

A.C. 1424​-1427​-1475​-1961​-2466

Grazie, Presidente. Quello che oggi arriva in Aula è un provvedimento molto importante con il quale ci si propone di riformare la giustizia civile, un tema che non è molto all'attenzione dell'opinione pubblica o sulle pagine dei giornali ed è emotivamente meno coinvolgente di tanti altri temi che si affrontano in quest'Aula, a partire dalla giustizia penale che scatena grandi conflitti e grandi passionalità. Tuttavia, noi sappiamo che è un tema decisivo per lo sviluppo e la competitività del nostro Paese e anche per l'uscita dalla fase drammatica della pandemia. È un tema decisivo perché dall'efficienza e dal funzionamento efficace della giustizia civile dipende esattamente la competitività del nostro Paese, dipende la capacità di tutela effettiva dei diritti dei cittadini e dipende anche, in qualche modo, il funzionamento delle nostre istituzioni e della nostra democrazia.

Sappiamo benissimo che, purtroppo, la nostra giustizia civile è in enorme sofferenza, e non è un caso che l'Unione europea abbia subordinato l'erogazione dei fondi - dei 190 miliardi di euro che devono servire per dare slancio allo sviluppo del Paese - ad una serie di condizioni, tra cui anche le riforme della giustizia penale e civile. Infatti, lo sa l'Europa e lo sappiamo noi: purtroppo, questo è un tallone d'Achille del nostro Paese. Il funzionamento della giustizia è un grande tallone d'Achille che ci portiamo dietro da tanti anni.

Gli obiettivi che ci ha assegnato l'Unione Europea sono molto ambiziosi: la riduzione dei tempi in cinque anni dall'erogazione dei fondi; quindi, si attende una riduzione in cinque anni del 40 per cento dei tempi della giustizia civile - non poco - e del 25 per cento dei tempi della giustizia penale. Noi ci siamo assegnati anche il compito, tra cinque anni, di ottenere uno smaltimento dell'arretrato della giustizia civile pari al 90 per cento.

Questi sono obiettivi molto concreti, molto solidi, molto ambiziosi ai quali cerca di dare slancio e corpo questa riforma, che ha un'ambizione molto elevata. Infatti, questi sono gli obiettivi e noi la consideriamo una buona riforma, che andrà certamente monitorata nella sua attuazione, che andrà seguita, che andrà accompagnata, ma io penso rappresenti uno sforzo molto positivo per andare in quella direzione. Negli anni passati noi abbiamo già fatto tanto per ridurre l'arretrato. Se voi andate a vedere le statistiche, fino a 10 anni fa l'arretrato civile era pari a 6 milioni di pendenze; oggi le pendenze sono praticamente dimezzate, sono circa 3 milioni. A questo, però, non si è accompagnata, purtroppo, una corrispettiva riduzione dei tempi dei processi, perché i tempi dei processi si sono ridotti davvero molto poco e non si sono dimezzati come le pendenze, quindi noi siamo ancora alle prese con una durata smisurata. I confronti con gli altri Paesi europei sono impietosi e quasi umilianti per il funzionamento delle nostre istituzioni e per il funzionamento di questo servizio essenziale e, quindi, è lì che bisogna agire.

Io penso che si sia agito in maniera accurata. Si è intervenuti sul processo in maniera, direi, puntuale, non immaginando di fare una rivoluzione delle norme processuali, perché sappiamo tutti benissimo - io e lei, sottosegretario, siamo avvocati - che non è attraverso la rivoluzione delle norme processuali che si ottengono grandi effetti. Chi ha sulle spalle l'esperienza di qualche anno di avvocatura sa che, in passato, si sono fatte tante rivoluzioni del processo e purtroppo molto spesso - quasi sempre - non hanno portato gli esiti sperati, perché non è lì che bisogna agire. Però, io penso che qualcosa si potesse fare, che qualcosa è stato fatto ed è stato fatto in maniera - io penso - puntuale e accurata. Alla prima udienza, le parti arrivano dopo aver già disvelato tutte le loro posizioni e anche le loro richieste istruttorie e questo può agevolare ed evitare la perdita di tempo; poi le comparse conclusionali, che vengono depositate prima dell'udienza per la spedizione a sentenza. Si tratta di una serie di cose che io penso siano utili per migliorare i meccanismi processuali.

Allo stesso modo si è agito sulle ADR, cioè sulle modalità alternative alla giurisdizione per la risoluzione di controversie. Quindi, si è agito sulla mediazione con un lavoro molto accurato per incrementarla. È uno strumento che ha dato buona prova di sé laddove è stato utilizzato. Anche qui poi bisognerà vedere e monitorare l'andamento per capire se gli interventi funzionano, ma penso che sia una cosa positiva. Allo stesso modo, si è intervenuti sulla negoziazione assistita, che è uno strumento che venne chiesto in passato e introdotto dal Ministro Orlando, perché lo chiedevano a gran voce gli avvocati. Non ha funzionato granché - diciamoci la verità - e ha bisogno di un'iniezione, di una spinta e anche attraverso gli incentivi fiscali, che aiutano molto questi meccanismi, io penso che possa essere utilizzato molto di più. Si è lavorato anche sull'arbitrato. Forse lì qualcosa di più si può fare, anche per incentivare l'utilizzo di questa forma alternativa per la risoluzione delle controversie rispetto alla giurisdizione. Penso a meccanismi di calmierazione dei costi degli arbitrati che, sappiamo, sono il vero punto dolente dell'utilizzo di questo strumento. Però, si è fatto un buon lavoro anche in quella direzione.

Poi - io questo lo considero davvero il possibile punto di svolta, il tornante per il funzionamento della giustizia civile e non solo - finalmente l'ufficio del processo è stato dotato di risorse umane per funzionare. Noi sappiamo che l'ufficio del processo può essere una straordinaria occasione, forse l'unica vera straordinaria occasione che abbiamo di far fare una svolta alla giustizia civile nel nostro Paese, sul modello dei law clerk, degli impiegati negli uffici giudiziari. Ci sono in quasi tutti i Paesi europei con cui ci confrontiamo, con la tipologia di struttura giurisdizionale che abbiamo noi, come la Spagna e la Francia, cioè Paesi che hanno questi funzionari nei loro apparati giudiziari. Li hanno i Paesi di common law, perché i law clerk sono tipici dei Paesi di common law. Noi non li abbiamo e non li abbiamo mai avuti, anche se l'ufficio del processo è stato introdotto nel 2014 dal Ministro Orlando. Purtroppo, hanno stentato ad avviarsi per una ragione: per la mancanza di risorse.

Oggi noi introduciamo nell'ufficio del processo, che verrà strutturato adeguatamente, un numero enorme di persone: 16.000 assunti per l'ufficio del processo, 16.000 persone! Nel mio tribunale, a Brescia, arriveranno 150 persone che andranno a dare linfa all'ufficio del processo e questo è fondamentale perché chi andrà a ricoprire questo ruolo farà tutto il lavoro di back office, quel lavoro che gli avvocati sono abituati da sempre ad avere. Io non conosco un avvocato che non abbia un collaboratore o un praticante che lo aiuti nelle ricerche di giurisprudenza, nella redazione delle minute degli atti, nell'organizzazione del lavoro. Questa cosa aumenta enormemente l'efficienza, enormemente! Lo ha detto con grande chiarezza un magistrato che si è occupato di questo tema e ha elencato i benefici che può recare l'ufficio del processo, questa enorme massa di persone laureate che verranno introdotte nell'ufficio del processo: il contenzioso si riduce, la gestione del processo da parte del giudice e il dialogo e il contraddittorio con le parti riprendono spazio e centralità, viene meno l'esigenza di esternalizzare il processo, si contrae l'esigenza di ricorrere alla magistratura onoraria per trattare parti vitali del processo, i diritti sono tutelati in tempi ragionevoli, il giudice recupera appieno la sua funzione di giudicare. L'introduzione dell'ufficio del processo troppo spesso viene dimenticata e mi fa piacere che oggi il Presidente Mattarella invece abbia citato espressamente, nel suo discorso alla scuola di magistratura di Scandicci, l'ufficio del processo come grande innovazione. Ha ragione, perché questo può essere il tornante se tutti gli operatori, a partire dai magistrati - lo ripeto, a partire dai magistrati - saranno in grado di capirne le potenzialità, perché i magistrati, purtroppo, troppo spesso sono abituati a lavorare da soli. Hanno questa cultura del lavoro un po' da soli e, invece, dovranno abituarsi al lavoro in équipe perché questo potrà portare dei vantaggi enormi. Sono persone che saranno assunte per 3 anni ma in questi 3 anni noi avremo la possibilità di vedere come funziona, di garantire la riduzione dell'arretrato e poi ci porremo il problema di come stabilizzare una parte di questi impiegati dell'ufficio del processo. Questa è la più grande innovazione che noi introduciamo nel nostro sistema e noi riteniamo che possa portare grandi risultati. Quindi, noi voteremo come è ovvio convintamente a favore della fiducia.