Dichiarazione di voto finale
Data: 
Giovedì, 25 Novembre, 2021
Nome: 
Franco Vazio

A.C. 1424​-1427​-1475​-1961​-2466

Signor Presidente, Ministra, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, la riforma del processo penale, del processo civile e del processo tributario è una delle condizioni che l'Europa pone all'Italia per l'accesso ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Di fronte ad una pandemia che ha devastato persone, imprese e rapporti sociali, mai come oggi abbiamo il dovere di cogliere questa straordinaria opportunità, mai come oggi non possiamo fallire.

In particolare, la riforma del processo civile è questione doverosa, non solo per la tutela dei diritti delle persone, ma anche strategica per le imprese e per l'economia del nostro Paese, per sostenere la ripresa e favorire gli investimenti anche provenienti dall'estero. Un Paese che ha 3 milioni di cause arretrate non è un luogo appetibile per investire. Un Paese dove per avere giustizia un cittadino a volte deve attendere oltre dieci anni, è un Paese che non tutela il diritto e l'equità. Se è vero che ci sono circoscrizioni e tribunali più virtuosi, è altrettanto vero che il quadro che la giustizia offre nel suo complesso ha tratti, per certi versi, preoccupanti. Tutto ciò accade nonostante una stagione in cui le parti del processo - giudice, avvocati, personale e funzionari di cancelleria - si sono spese per migliorare il funzionamento del sistema. Tutto ciò si verifica nonostante una crescente digitalizzazione della giustizia sia iniziata già nella precedente legislatura, quando l'allora Ministro Orlando volle l'introduzione e poi il rafforzamento del processo telematico. Sappiamo però che, per dare un forte e reale impulso all'accelerazione del processo civile, non è sufficiente modificare e migliorare solo le regole del gioco. Servono, infatti, anche risorse, uomini e donne, che possano dare le gambe e le idee ad una giustizia con la lettera maiuscola. Era il momento di farlo e lo stiamo facendo.

A questo proposito è doveroso porgere un plauso all'equilibrio, al coraggio e alla tenacia della Ministra Marta Cartabia, che, anche per quanto riguarda il processo civile, ha voluto percorrere una strada contraddistinta dall'innovazione e dal confronto, che ha saputo coniugare un sobrio protagonismo di sostegno alla riforma con l'apertura alla magistratura e alle professioni forensi.

Il lavoro portato a termine dalla Commissione Luiso è un esempio di questo percorso. Sarebbe riduttivo solo parlare di esperti, in quanto ci troviamo di fronte a personalità di altissimo profilo, che sono universalmente riconosciute ed apprezzate per la loro esperienza e capacità. Mi preme rivolgere a costoro un sentito ringraziamento per il lavoro svolto, senza il quale sarebbe stato difficile approvare una riforma organica e di sistema come quella che ci accingiamo a votare.

Entrando ora nel merito della riforma, essa si muove su chiare direttrici e si poggia su risorse, uomini e strutture, che ad essa attribuiscono forza e coerenza.

Una direttrice fondamentale di intervento riguarda l'introduzione del processo, insomma l'avvio della causa. Verranno forniti da subito al giudice tutti gli elementi della controversia. L'atto introduttivo e la comparsa di risposta, analogamente a quanto già avviene nel processo del lavoro, dovranno contenere tutte le difese e tutte le prove documentali e testimoniali che si vogliano offrire al giudice per la sua decisione. Saranno eliminati i tempi morti e verrà rafforzata e valorizzata la prima udienza di comparizione, incentivando la partecipazione personale delle parti.

Un'altra fondamentale direttrice della riforma riguarda il rafforzamento della digitalizzazione del processo: spina dorsale di un processo moderno, dai tempi ragionevolmente brevi. Si tratta di un potenziamento non solo normativo, ma strutturato con importanti risorse: 140 milioni di euro messi a disposizione della giustizia; tutto ciò in un quadro di garanzie, dove anche i meno abbienti possano trovare tutele per i loro diritti. Le udienze a trattazione scritta e le udienze da remoto diventeranno strutturali e quindi non più eventualità e modalità eccezionali.

La terza direttrice qualificante riguarda l'ulteriore potenziamento e incentivazione delle ADR, cioè le procedure di risoluzione alternativa delle controversie. Tali interventi avranno come fine quello di indicare, nella mediazione, nella negoziazione assistita e nell'arbitrato, una giustizia di “serie A” e non di ripiego. Ciò avverrà attraverso l'adozione di un testo unico delle ADR, che renderà le stesse più comprensibili e vicine ai cittadini e agli operatori. Ci saranno incentivi fiscali, sarà esteso alle ADR il gratuito patrocinio e sarà, infine, rafforzata la formazione e garantita imparzialità. A tale proposito, Ministra, è giusto però affermare che si deve fare di più, intervenendo sui costi di accesso, per evitare che tali procedimenti possano essere utilizzati solo da soggetti e imprese benestanti.

La previsione del tribunale della famiglia costituisce una scelta coraggiosa: istituire un procedimento unitario per tutte le controversie in materia di stato e capacità delle persone della famiglia - sia pur ovviamente differenziando, a seconda dell'oggetto del processo, diritti disponibili, diritti indisponibili, l'interesse del minore o dell'incapace - rappresenta una grande sfida. Il tribunale della famiglia consentirà di realizzare congiuntamente sia la specializzazione del giudice, sia quella giustizia di prossimità che in questa materia è questione richiesta da tempo. Accanto al plauso di chi da tempo si batteva per una riforma con tale indirizzo, abbiamo raccolto in queste settimane anche alcune preoccupazioni da parte di operatori del settore e di alcune associazioni. Mi sento di dare rassicurazioni al riguardo: a costoro va garantita la nostra più alta attenzione, volta a verificare in concreto l'applicazione della riforma, anche perché in questo caso si parla di persone fragili e vulnerabili.

L'ultima direttrice è quella delle strutture, degli uomini e delle donne che daranno gambe e scienza alla riforma. Parliamo dell'ufficio del processo, di misure strutturali: non si tratta di semplici ausiliari e collaboratori del giudice, ma di una vera e propria rivoluzione, un pool di esperti di economia, di scienze sociali, di organizzazione. Parliamo di 2 miliardi e 300 milioni di euro, di oltre 16 mila assunzioni, di cui 8171 già messe a bando e che entreranno in ruolo a partire dal prossimo mese di febbraio. I fondi del PNRR garantiscono uno sforzo di assunzioni straordinario, che consente di affermare che non si tratta di una riforma a costo zero, ma di un investimento che garantisce giustizia, equità e tempi rapidi per avere una risposta giudiziale. Avrei bisogno di ore per illustrare tutte le misure di garanzia, per esempio per i soggetti esecutati, e di contrasto alla criminalità organizzata nell'ambito delle procedure esecutive, le direttrici a tutela delle vittime di violenza nella cornice delle cautele della Convenzione di Istanbul; le norme che consentiranno il ricorso pregiudiziale alla Corte di cassazione per questioni di diritto sostanziale e processuale che si presentino come nuove e foriere di interpretazioni contrastanti. Mi limito a dire che la riforma rappresenta una sfida e, al tempo stesso, una risposta reale, forte, per evitare che l'esito di un processo civile sia imprevedibile, sia per quanto riguarda il suo esito sia per quanto riguarda i suoi tempi. Avevo iniziato il mio intervento affermando che l'Europa poneva la riforma quale condizione per l'accesso ai fondi del PNRR, in realtà questa riforma, onorevoli colleghi, ci viene richiesta innanzitutto dal Paese, dai cittadini, dalle imprese; è a loro che dobbiamo guardare, è a loro che dobbiamo fornire una soluzione che ponga definitivo rimedio ai tempi inaccettabilmente lunghi di un processo civile. Onorevoli colleghi, per tutto ciò non servono referendum e non servono neppure proclami; abbiamo bisogno, invece, di norme e di risorse che migliorino la vita dei cittadini, delle famiglie e delle imprese. In scienza e coscienza quanto voteremo tra poco è tutto questo. Per queste ragioni il Partito Democratico ha lavorato e sostenuto con forza questa riforma, sia al Senato che alla Camera. Per queste ragioni annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.