Dichiarazione di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Lunedì, 2 Agosto, 2021
Nome: 
Walter Verini

A.C. 2435-A

Grazie, Presidente. In questi giorni abbiamo assistito a una grancassa di dichiarazioni: abbiamo vinto noi, li abbiamo umiliati, siamo stati decisivi. Noi pensiamo che in realtà non si comprenda bene la fase che si sta vivendo e la necessità su certi temi di mettere da parte piccole bandiere, totem, tabù, e di farla finita con la giustizia come trentennale terreno di scontro politico. Da una parte, un populismo giudiziario, una cultura di presunta colpevolezza; dall'altra, un garantismo a corrente alternata, un garantismo sinceramente strumentale, che poco ha a che vedere con il garantismo della Costituzione, che è una cosa seria. Il PD non ha partecipato a questa gara, ma ha lavorato con serietà per aiutare il Governo a condurre in porto questa riforma, migliorando e aggiustando - e uso i verbi che hanno usato il Presidente Draghi e la signora Ministra, Cartabia - la prima stesura degli emendamenti.

Abbiamo contribuito a superare estremismi e rigidità inaccettabili di chi etichettava questa riforma come una schifezza e di chi intimava: “Guai a toccarne una virgola”. Abbiamo contribuito a sventare il rischio di emendamenti e allargamenti di materia, che avrebbero rinviato la riforma alle calende greche e spostando anche all'indietro le lancette dell'orologio, a quando si faceva fatica a scorgere l'interesse generale di certe leggi o non si vedeva per niente. Abbiamo chiesto che fosse garantito, con una norma transitoria, il tempo necessario per adeguare gli uffici giudiziari alla sfida, in termini di personale, professionalità multidisciplinari e digitalizzazione verso quel decisivo consolidamento dell'ufficio del processo. Abbiamo ascoltato anche le critiche, quelle serie e costruttive che sono venute da istituzioni dello Stato come il CSM, dalla Procura antimafia e dal presidente dell'ANM, ma anche da personalità dell'avvocatura, come Vittorio Manes, e, su certi punti, dal presidente delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, nonché da personalità che hanno speso una vita al servizio leale dell'istituzione e della giurisdizione, un nome per tutti: Armando Spataro. Abbiamo raccolto, e il Governo ha raccolto tutti utili suggerimenti a far atterrare davvero nella realtà concreta la riforma. Nessuno ha mai voluto mandare in fumo procedimenti per reati gravissimi di mafia e lo dico con il tono giusto, credo. Per quanto riguarda il PD, consideriamo offensivo solo aver pensato questo. Lo voglio ricordare: io non so che riferimenti abbiano certe persone, ma tra i nostri riferimenti, morali e fondativi, stanno anche il patrimonio morale e politico di uomini come Piersanti Mattarella e Pio La Torre.

Per questo abbiamo proposto e ottenuto, per certi gravissimi reati, di dare più tempo alla necessità di chiudere il processo con un esito, senza lo scatto dell'improcedibilità, così come non saranno cancellati i processi per reati ambientali e quelli per violenza sessuale. Per noi, la Convenzione di Istanbul è una cosa seria, un punto di riferimento di straordinario valore, e tutto ciò è stato giusto, signora Ministra. Un procedimento, come lei ha detto, che non riesce a concludersi è una sconfitta dello Stato; è un'offesa per gli imputati, che - ribadiamolo - sono presunti innocenti fino all'ultimo grado di giudizio, ed è una ferita per le vittime dei reati, siano cittadini singoli o sia l'intera collettività. La riforma punta proprio a questo: a garantire tempi certi di durata ragionevole dei processi, come dice la Costituzione e come ci chiede l'Europa, che ci ricorda questo, ma - non lo dimentichi nessuno - ci chiede anche di tenere altissima la guardia contro la penetrazione delle mafie nella gestione dei fondi del Recovery e contro la piaga della corruzione nel nostro Paese. Dunque, con questa riforma si può voltare una pagina troppo lunga. Però, questo chiama tutti a un respiro, a uno spessore forte delle proprie convinzioni, ma, contemporaneamente, a un atteggiamento alto. Intendo, per atteggiamento alto, fare riforme come questa per il Paese e non per qualcuno o contro qualcuno, per rendere più giusta e civile l'Italia, non per colpire l'avversario, e per accompagnare con credibilità gli investimenti previsti dal Piano nazionale PNRR.

La riforma è, dunque, una tappa importante, una tappa. Mentre il Governo dovrà scrivere le deleghe, in rapporto anche con il Parlamento, c'è da approvare, presto, la riforma del processo civile, per un processo più veloce, a favore di cittadini, imprese e investitori. C'è la riforma del CSM, per aiutare la magistratura a recuperare credibilità e per garantirne così anche autonomia e indipendenza, e dobbiamo mettere mano anche alla riforma dell'ordinamento penitenziario. Anche qui voglio ringraziare il Presidente Draghi e lei, signora Ministra, per i gesti e le parole pronunciate sulla gravissima vicenda di Santa Maria Capua Vetere e per l'approccio, civile e costituzionale, sulla questione carceraria. Basta con le concezioni della pena come vendetta, del “buttiamo via la chiave”, del “marciscano in galera”. La pena dev'essere certa, ma, al tempo stesso, occorre garantire trattamento umano, recupero e reinserimento. Così non si torna a commettere reati, la società è anche più sicura e i mercanti della paura - e ogni riferimento non è casuale - avranno meno lavoro.

Questa riforma è, dunque, un passo di grande rilievo. E ha fatto bene, signora Ministra, a partire dall'impianto del Governo precedente e del suo predecessore, che conteneva già aspetti come quelli della giustizia riparativa, del patteggiamento, dei riti abbreviati e delle pene alternative. Ma ha fatto anche bene a tenere la barra dritta per cambiare in modo profondo aspetti sbagliati, come quello legato alla prescrizione, per giungere davvero a un rispetto sostanziale del principio costituzionale della durata ragionevole, con le garanzie per gli imputati, le vittime e la collettività.

Ho sentito che qualcuno l'ha rimproverata, ieri, di non essere stata in Aula ieri sera. Posso dire, signora Ministra, che ha fatto bene; si è risparmiata uno spettacolo vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), così come ha fatto bene a rappresentarci tutti, oggi, alla manifestazione a Bologna in occasione dell'anniversario della strage (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Deputati del gruppo Partito Democratico si levano in piedi). Infine, votando questa legge, il Parlamento dimostra a se stesso di avere forza e capacità, insieme al Governo Draghi, di riformare ambiti della vita sociale che sembravano irriformabili e di fare le riforme, non solo di volerle abrogare dall'esterno. Non sarà perfetta, ma è una tappa coraggiosa, seria, civile, europea. Sono queste le ragioni del convinto voto di fiducia del Partito Democratico.