A.C. 1928-2083-2091-2152-2194-A
Grazie, Presidente. Intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico, perché quello che stiamo per fare è un passaggio molto importante. Riteniamo fondamentale chiarire anche in Aula, come abbiamo già fatto in Commissione, il senso che attribuiamo a questo percorso avviato negli scorsi mesi in Parlamento. E ha fatto bene il relatore Amich a riconoscere il lavoro di grande collaborazione tra le forze di maggioranza e quelle di opposizione. Vedete, non sono solamente i parlamentari della Commissione trasporti ad attendere questo provvedimento. Stiamo parlando di un settore fondamentale, con investimenti stimati da 7,8 e 10,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni, un impatto economico complessivo di circa 15 miliardi di euro. Proprio per questo, è fondamentale che sia il Parlamento il luogo dove si decidono le regole che devono governare questo sviluppo.
Ora, è chiaro che siamo in ritardo, in un fortissimo ritardo, un ritardo con cui si sono scontrati, in questi mesi, in questi anni, tutti quelli che, in questo settore, hanno provato a garantire competitività e opportunità anche nel nostro Paese, ma proprio per questo non possiamo permetterci di acuire questo ritardo. Dobbiamo intervenire in una maniera che sia rapida, ma che vada nella direzione giusta. Ed è proprio per questo che abbiamo guardato con profonda preoccupazione ai diversi rinvii che ci sono stati prima dell'estate. Siamo fortemente preoccupati anche per la doccia fredda di ieri: eravamo arrivati alla giornata di ieri sperando che finalmente si potesse arrivare a questo passaggio parlamentare e, invece, assistiamo a un nuovo rinvio.
Da questo punto di vista, ci teniamo anche a mettere in chiaro le questioni per cui pensiamo sia importante che questo lavoro vada avanti e per cui auspichiamo che, attraverso questo rinvio in Commissione, si possa andare in tempi rapidissimi - e ringrazio il relatore per avere fatto riferimento alla necessità, entro un mese da oggi, di concludere questo percorso con un voto parlamentare -, perché alcune questioni che restano sul campo sono molto importanti e riguardano lo sviluppo dei data center, la pianificazione, la saturazione virtuale della rete elettrica e l'edge cloud; tante questioni sono rimaste sul campo.
Ma la questione più importante di tutte è una: noi abbiamo bisogno di regole certe e di procedure semplificate - è vero, servono -, ma queste procedure non possono e non devono essere limitate alle nuove costruzioni e, soprattutto, non possono essere limitate ai grandi, grandissimi progetti, perché dobbiamo trovare un modo per valorizzare anche le realtà già presenti sul territorio, perché l'Italia e l'Europa, per vincere la sfida dell'autonomia e dell'indipendenza digitale, hanno bisogno non solo di data center, ma anche di uno sviluppo di data center che sia armonico, diffuso su tutto il territorio nazionale e che arrivi a garantire una opportunità per tutto il Paese. Da questo punto di vista, continueremo a vigilare per evitare che questo rinvio possa determinare un cambiamento di rotta e, soprattutto, abbiamo a cuore un aspetto: i data center possono essere straordinari acceleratori di sviluppo tecnologico, economico e sociale, ma possono anche diventare i porti franchi del nuovo millennio, tutti nelle mani delle nuove Compagnie delle Indie.
Da questo punto di vista, non possiamo permetterlo. È fondamentale che le regole, come previsto da questo percorso, vengano scritte dal Parlamento e che il Parlamento possa collaborare con il Governo, per quanto di competenza, per definire i percorsi e che sia questa la sede - dove siamo stati eletti per rappresentare la Nazione e per difendere il bene comune - il luogo in cui vengano definiti tutti i passaggi fondamentali. È un percorso che si può avviare e concludere a livello parlamentare. Noi continueremo a operare e a vigilare perché non venga smarrita questa strada.