Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 24 Maggio, 2022
Nome: 
Nicola Pellicani

A.C. 3514-A​ e abbinate

Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, Vice Ministra, quello che ci apprestiamo ad approvare è un provvedimento fondamentale per il rilancio del Paese, innanzitutto perché l'ambito dei contratti pubblici ha un impatto molto significativo per l'intero sistema economico nazionale, considerato il volume di quasi 200 miliardi di euro che mobilita annualmente, destinato peraltro a crescere nei prossimi anni grazie ai corposi investimenti previsti dal PNRR; inoltre, perché una riforma organica della disciplina dei contratti pubblici è, essa stessa, uno degli obiettivi che ci siamo posti nell'ambito del Recovery Plan, un obiettivo funzionale per rendere strutturale un quadro normativo chiaro e semplice, che favorisca la concorrenza, senza perciò arretrare sul piano dei diritti, della trasparenza e della legalità. Una revisione necessaria, perché il codice degli appalti, frutto della riforma del 2016, è rimasto inattuato in diverse sue parti e ha subìto numerosi interventi soprattutto di carattere derogatorio, che ne hanno profondamente modificato l'impianto. A ciò devono aggiungersi le necessità contingenti, che spingono verso una complessiva rivisitazione delle norme, anche per aderire alle regole del diritto europeo e ai princìpi espressi dalla giurisprudenza nazionale ed internazionale negli ultimi anni. Ciò non significa che questa iniziativa sia una mera risposta all'ormai canonico “ce lo chiede l'Europa”. Tutt'altro. Questa riforma ce la chiede l'Italia: è nell'interesse del nostro sistema economico poter contare su regole di appalto più semplici e certe, che garantiscano lavoro, trasparenza, legalità e siano maggiormente conformi a quel principio di sostenibilità ambientale e responsabilità energetica, che ora più che mai devono contraddistinguere la traiettoria del nostro sviluppo.

Il Partito Democratico ha lavorato per questo, nel passaggio al Senato come in quello alla Camera, ha lavorato per semplificare le procedure, superare le strettoie burocratiche, rafforzare gli istituti di controllo e vigilanza e favorire al contempo la libera concorrenza. Insomma, abbiamo lavorato nell'interesse del Paese per agevolare gli investimenti sui territori, senza mai cedere sul piano della trasparenza e delle tutele dei lavoratori. Proprio partendo dai lavoratori, il Partito Democratico può rivendicare un grande risultato: la reintroduzione della legge dell'obbligo della clausola sociale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), un presidio che in questi anni si è rivelato imprescindibile per la salvaguardia del posto di lavoro per più di un milione di lavoratori e ha garantito maggiore qualità dei servizi e necessaria expertise nei cambi d'appalto.

Il PD, lo abbiamo detto forte e chiaro fin dal principio, non avrebbe mai potuto accettare un passo indietro su questo fronte, perché non è tollerabile far gravare sui lavoratori, spesso assunti con contratti precari, il passaggio tra l'appaltatore e chi vi subentra. Con la norma modificata dalla Commissione ambiente della Camera non ci sarà più, quindi, la mera facoltà: le stazioni appaltanti avranno l'obbligo di inserire specifiche clausole per assicurare stabilità occupazionale.

Sempre a tutela dei lavoratori, abbiamo introdotto un altro principio importantissimo e inderogabile: mai più massimo ribasso o prezzo più basso riferito al costo della manodopera e alla sicurezza dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Negli ultimi quattro anni, quasi 5 mila persone hanno perso la vita sul lavoro. L'ultimo incidente mortale, signor Presidente, è successo ieri, a Porto Marghera: Alessandro Zabeo, lavoratore interinale, nei suoi 34 anni, è precipitato a terra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) durante le operazioni di scarico di container di una nave. Basta, signor Presidente, non è ammissibile e non possiamo più accettare che in Italia un lavoratore esca di casa senza sapere se la sera vi farà ritorno. Questo, come ha ricordato in più occasioni il Presidente Mattarella, non possiamo più consentirlo.

Colleghi, la riforma del codice degli appalti affronta molti temi meritevoli di attenzione. Per motivi di tempo mi limiterò a richiamare i più rilevanti. Abbiamo detto che la complessità di approvare questa legge era tutta nell'individuazione del giusto bilanciamento tra esigenze spesso in contrasto. A fronte di importanti princìpi di semplificazione adottati, abbiamo ritenuto di dover rafforzare e potenziare l'azione dell'ANAC: un rafforzamento che rappresenta un investimento in trasparenza e legalità, che non si tradurrà in ulteriori appesantimenti burocratici per i privati.

La legge affronta, poi, un tema quanto mai attuale: l'impennata dei prezzi delle materie prime e dell'energia. Per rispondere alle legittime esigenze degli operatori è stato introdotto un regime obbligatorio di revisione dei prezzi, che scatta al verificarsi di condizioni eccezionali e imprevedibili al momento dell'offerta. I casi del COVID e del conflitto in Ucraina sono fin troppo calzanti. Siamo soddisfatti, poi, che tra queste ci sia anche il maggior costo derivante dal rinnovo dei contratti collettivi.

Importanti anche i due interventi sulle stazioni appaltanti e sulle imprese di minore dimensione per garantire, da un lato, maggiore efficienza ed efficacia e, dall'altro, una reale concorrenza. Nella prima direzione vanno la riduzione numerica delle stazioni appaltanti, che potranno essere accorpate e riorganizzate, nonché gli incentivi previsti per spingere all'utilizzo delle centrali uniche di committenza. Nell'altro verso vanno i princìpi e i criteri direttivi inseriti per favorire la partecipazione delle micro e piccole imprese attraverso la suddivisione in lotti degli appalti e mediante nuovi criteri premiali per incentivare le aggregazioni tra le imprese.

Infine, signor Presidente, un tema che dovrebbe stare a cuore un po' a tutti: quello dei servizi sociali e della ristorazione ospedaliera, scolastica e assistenziale. In questi ambiti abbiamo inserito il principio che non possono essere affidati con l'unico criterio del prezzo, perché non si può oggettivamente mettere sullo stesso piano risparmio di spesa e qualità della nutrizione. Mangiare bene e mangiare sano è un diritto di tutti e lo è, a maggior ragione, quando si parla di ospedalizzati, di bambini, di degenti o assistiti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Per concludere, signor Presidente, voglio anzitutto ringraziare le relatrici, le onorevoli Braga e Mazzetti, per il lavoro svolto, ma voglio ribadire l'importanza del lavoro parlamentare fatto in queste settimane, che ci ha consentito di affrontare tutti gli aspetti più problematici di questo delicatissimo provvedimento. Taluni temi richiederanno, però, un ulteriore approfondimento. Mi riferisco, anzitutto, all'appalto integrato, al quale, come abbiamo ripetuto in più occasioni, bisognerebbe fare ricorso solo nei casi in cui, effettivamente, il progetto svolto dall'impresa esecutrice dei lavori possa assicurare un valore aggiunto.

Ma il Partito Democratico è soddisfatto del risultato ottenuto dall'esame della legge, del lavoro fatto per rendere più giusto questo testo con la clausola sociale e gli altri interventi a tutela dei lavoratori, ma anche per difendere i fondamentali presidi di legalità a cui bisogna sempre garantire un adeguato raggio di azione per la verifica del buon utilizzo delle risorse pubbliche.

Mi auguro che il Senato non tardi a chiudere il provvedimento, perché siamo convinti che questo testo migliorerà la disciplina degli appalti, semplificandola e rendendola più chiara ed efficace e, soprattutto, contribuendo a dare quello slancio di crescita economica ed occupazionale che tutti quanti noi ci aspettiamo. Per questi motivi, signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).