Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 27 Febbraio, 2024
Nome: 
Antonella Forattini

A.C. 1560-A​ e abbinata

Grazie Presidente e onorevoli colleghi. Non farò un comizio sulla Sardegna perché c'è bastato ascoltare chi ha perso. Ancora una volta, il Governo, interferendo con i lavori parlamentari, ha esautorato la Commissione e il Parlamento, presentando un disegno di legge riguardante una materia su cui la Commissione, attraverso la proposta di legge n. 389, si era già espressa, approvandola anche in un ramo del Parlamento. Tutto questo non per produrre - come la maggioranza ci vuol far credere - un quadro legislativo compiuto, ma per arrivare ancora lunghi su un provvedimento del quale invece avevamo urgente bisogno. La previsione di una legge delega, e di un termine di 24 mesi per l'adozione dei relativi decreti legislativi, non farà che dilazionare ulteriormente i tempi di attuazione di misure attese da tempo dal settore florovivaistico. 24 mesi che, secondo il Governo, serviranno per costituire un quadro normativo organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità e dell'utilizzo dei prodotti del settore florovivaistico e della filiera florovivaistica, una delega che faticherà a rispettare i tempi, soprattutto sui temi che rimangono controversi, come ad esempio la disciplina dei centri di giardinaggio, tanto che in queste ore sono stati stralciati per evitare appunto maggiori oneri a carico della finanza pubblica e inseriti all'ultimo momento prima di arrivare in Aula. Ecco perché, a nostro avviso, sarebbe stato meglio proseguire l'esame della proposta di legge precedente, appunto la n. 389, che - come già ricordato - ci aveva visto lavorare in maniera proficua e condivisa e aveva generato una fondamentale collaborazione con i soggetti del comparto. Il florovivaismo rappresenta un segmento importante dell'economia agricola nazionale - lo si è già detto - per superfici coltivate (circa 30.000 ettari), numero di aziende (circa 27.000), valore della produzione (oltre 2,7 miliardi di euro, con un più 5 per cento nel 2021), per l'export (oltre 1 miliardo di euro) e anche per occupazione (circa 110.000 addetti). Il comparto può contare su numerosi punti di forza: elevata specializzazione, spiccata capacità imprenditoriale degli operatori, ampia disponibilità di varietà, elevati standard qualitativi. Tutti questi elementi fanno sì che il prodotto florovivaistico nazionale sia molto apprezzato all'estero e l'Italia venga considerata uno dei principali Paesi florovivaistici a livello europeo. Da qualche anno poi, grazie anche all'attività di sensibilizzazione portata avanti dalle organizzazioni del settore florovivaistico, ha dato impulso al green deal europeo: le politiche comunitarie hanno riconosciuto l'importanza di un verde pubblico e privato ben curato e, più in generale, l'importanza di tutelare e valorizzare l'ambiente, sia urbano, che quello delle aree naturali e rurali, anche alla luce delle numerose opportunità che da esso derivano in termini di miglioramento della qualità della vita, salute pubblica, tutela del territorio, crescita dell'occupazione, come valore aggiunto dei vari sistemi territoriali.

Un settore caratterizzato da numerosi punti di forza, ma anche sottoposto a una forte pressione competitiva e minacciato da diversi elementi che rischiano di minare la tenuta del florovivaismo nazionale. Ai problemi ormai noti da anni, quali, ad esempio, l'arrivo e la diffusione delle fitopatologie, dal punteruolo rosso delle palme passando per la Xylella sino ad arrivare alla cocciniglia tartaruga, che sta attaccando i pini, se ne aggiungono altri, a partire dalla costante riduzione dei principi attivi per la difesa fitosanitaria, la non idoneità di alcuni principi attivi alla lotta contro i nuovi patogeni, la mancanza di antagonisti naturali e la previsione di un'ulteriore stretta sulla disponibilità dei principi attivi in seguito alla strategia Farm to Fork. Nell'ultimo periodo, inoltre, le imprese florovivaistiche si sono trovate a fare i conti con numerose altre difficoltà dovute a dinamiche internazionali, quali l'incremento fuori controllo dei costi di produzione, energetici in primis, ma anche di molti altri mezzi tecnici come sementi, piantine, torbe, fertilizzanti e imballaggi, nonché la difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime, le carenze logistiche, l'aumento dei tassi d'interesse, la crescita dell'inflazione e il conseguente crollo dei consumi. Anche l'andamento climatico anomalo ha rappresentato un mix esplosivo che sta determinando una rilevante compressione della marginalità delle imprese e che sta condizionando le scelte produttive aziendali. È altresì importante progettare un nuovo modo di fare florovivaismo che risponda anche a esigenze di sostenibilità, alla luce delle emergenze climatiche in atto e dell'incombente carenza idrica. Su questo punto si ravvisa, inoltre, la possibilità, anche con i fondi del PNRR, di rendere il settore più autonomo, anche dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico, consentendo così di ridurre contemporaneamente i fabbisogni di tutte le risorse impegnate nella produzione.

Nel complesso la proposta di legge in esame poteva essere condivisibile, in quanto è necessario riconoscere la filiera del florovivaismo, ma con questa legge delega, come ho già detto, si profila il rischio che i decreti non verranno mai alla luce e questo, più che un rischio, è una certezza. Noi voteremo a favore, anche perché abbiamo contribuito a migliorarla con alcuni emendamenti che sono stati accolti e ci spiace che non ne siano stati accettati altri che avrebbero migliorato ulteriormente il provvedimento. Questa delega in bianco, però, non ci piace. Si sanciscono i principi ma è tutto un prevedere, un definire, un disciplinare sulla base di nessuna certezza. Il nostro sarà un voto, quindi, in fiducia, fiducia affinché il Governo porti a termine il suo compito. Noi vigileremo e vi incalzeremo perché il Governo trovi le risorse necessarie per concretizzare gli impegni che questo provvedimento si è assunto: la formazione professionale, la ricerca, la sperimentazione, l'innovazione tecnologica, la promozione di coltivazioni, l'installazione a basso impatto ambientale, la promozione di azioni di informazione a livello europeo e l'incentivazione dell'avvio delle filiere produttive a livello regionale. Sono tutti provvedimenti che hanno un costo e le cui risorse vanno trovate, come ha evidenziato il servizio bilancio della Camera, se davvero si vuole rilanciare il settore del florovivaismo nel nostro Paese. Per queste ragioni noi voteremo a favore, ma - ripeto - con il fiato sul collo al Governo perché tutto ciò venga approvato.