Data: 
Mercoledì, 13 Gennaio, 2021
Nome: 
Maurizio Martina

Grazie, Presidente. Non voglio abusare della vostra pazienza e della pazienza dei colleghi, però ci tengo a salutare l'Aula, a salutare tutti i gruppi parlamentari e a ringraziare, in particolare, il mio gruppo parlamentare, il gruppo parlamentare del Partito Democratico. Ho deciso in queste ore di accogliere la proposta che mi è pervenuta dalla FAO, per un nuovo impegno in quella grande organizzazione multilaterale. Di conseguenza, nelle prossime ore, nei prossimi giorni, di qui a lunedì, rassegnerò le dimissioni da parlamentare. Per me, si tratta di una scelta importante. Spero che possa essere utile anche al mio Paese. Farò di tutto per aiutare il mio Paese a rafforzare il suo ruolo su temi strategici fondamentali come quelli che da tempo cerco di coltivare anche con le responsabilità di Governo, che ho avuto l'occasione di poter esercitare. Non c'è alcun dubbio, per quel che mi riguarda, per l'esperienza di questi anni al Governo, in passaggi importanti per il nostro Paese - mi viene in mente l'Esposizione universale di Milano - e poi, dopo, anche con gli impegni che proprio in quest'Aula abbiamo concretizzato, anche sui temi della sostenibilità e dell'equità dei sistemi agricoli e alimentari. Questi li considero temi cruciali per il futuro del nostro Paese e del mondo intero. La pandemia ce lo ha dimostrato, ci ha sbattuto in faccia tutta la drammatica emergenza nell'emergenza. Penso, in particolare, alla povertà alimentare, ma non solo. Mi vengono in mente, come penso vengano in mente a voi, situazioni drammatiche che la pandemia ha fatto esplodere anche nel cuore dell'Occidente. Il tema del diritto al cibo e, più in generale, della sovranità alimentare non è solo un tema lontano da noi. È il tema delle file di centinaia di migliaia di persone anche nelle nostre città, anche in questo momento, durante questa pandemia. Quindi, io mi appresto a fare questo passo. Lo faccio ovviamente con una particolare emozione, perché per me significa cambiare una prospettiva; ma lo intendo fare sempre con la forza di quei valori di riferimento, che hanno fatto il bello di un'esperienza di militanza politica, che non si conclude certo oggi per me, ma cambia strada. Voglio essere grato a quest'Aula, per quello che mi ha dato e vorrei anche provarvi a dire di essere sempre all'altezza della solennità di questo luogo, non solo nei comportamenti, nelle parole, nei gesti, nello stile, nel modo che, anche nella dialettica che giustamente deve vivere dentro questi luoghi, noi dobbiamo sempre, però, avere in mente. Io sono entrato in quest'Aula non molto tempo fa - anche se ho avuto il privilegio ovviamente di frequentarla un po' -, nel 2013. Ci sono entrato con le gambe tremolanti, da componente di un Governo, non da parlamentare. Esco oggi, come capite, con un po' la voce tremolante. In mezzo, c'è il senso di un'esperienza che è arrivata fin qui e, quando è arrivata qui, ha pensato di toccare il cuore della democrazia italiana. Non sempre quest'Aula è stata all'altezza di questa forza, che ha scritta anche nelle parole che attraversano questi muri. Quindi, io vi auguro veramente di fare il meglio per il nostro Paese, nella reciproca autonomia e nella massima libertà. Per quel poco che potrò fare, vi vorrei dire che, anche dentro questa nuova esperienza, potete contare su un italiano che è passato qui e ha riconosciuto, in questo luogo, la casa della democrazia italiana. Buon lavoro, grazie.