Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 24 Febbraio, 2015
Nome: 
Walter Verini

A.C. 2738

Signor Presidente, c’è da dire che il motivo vero per cui noi approviamo questa nuova norma sta nell'esigenza di tutelare – è stato detto – da un lato, il diritto dei cittadini ad avere una giustizia giusta e, dall'altro, insieme l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, due principi costituzionali e civili che debbono camminare insieme. Però, c’è anche un'urgenza, e lo dico a chi accusa in maniera del tutto improbabile di aver considerato questa una priorità rispetto ad altre riforme che invece, come è noto, da tempo camminano e anche con grande intensità. L'urgenza è data dal fatto che, tra qualche giorno, l'Italia sarà chiamata a corrispondere, nel caso in cui questa legge non venisse approvata, oltre 50 milioni di euro di sanzioni dall'Unione europea, e francamente questa urgenza a cui vogliamo corrispondere ci sembra che sia una cosa seria; significa fare l'interesse del Paese. Ma il motivo fondamentale – dicevo – è un altro e sta in quelle cifre che molti hanno ricordato, cioè in quei ricorsi che sono stati fatti nella legge del 1988, la cosiddetta legge Vassalli, 400 ricorsi, solo trentaquattro ammessi e soltanto cinque che hanno avuto un esito positivo. E allora io credo che si debba parlare di questa norma con serietà, con un po’ di serietà. Per esempio, non mi pare che si possa dire che ci sia stata serietà nell'atteggiamento di chi, ad appena 200 metri da qui, al Senato, ha definito questa legge una legge giusta, certamente non perfetta, ma una legge giusta, votando a favore, e tutte quelle contumelie che lo stesso gruppo 5 Stelle ha riversato questa sera sulla norma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). 
Ma non è così. Non è segno di serietà. Ora noi vogliamo abolire, e lo aboliremo con le riforme costituzionali, il bicameralismo paritario. Ma credo che, insieme a questo, dovremmo abolire anche il bipolarismo ciclotimico perché soltanto ciclotimia può essere definito questo atteggiamento di chi al Senato vota in un modo e alla Camera vota con quei toni in un altro. 
In questi giorni, tornando alle cose serie, abbiamo molto apprezzato la posizione dell'Associazione Nazionale Magistrati che ha deciso di non proclamare scioperi. Sarebbe stata, secondo noi, una scelta sbagliata e poco comprensibile. La magistratura ha certamente il dovere, il diritto di esprimersi, e riteniamo comprensibile, ma non condivisibili, che, dal mondo della magistratura, si siano levate perplessità, riserve, contrarietà sulle norme che stiamo approvando. Non le riteniamo condivisibili perché francamente pensiamo che si tratti di preoccupazioni eccessive. 
Quello che stiamo votando non colpisce l'autonomia di interpretazione del giudice, non ne colpisce l'indipendenza. Se pensassimo questo, il Governo non le avrebbe presentate, non le sosterremmo, non le voteremmo. Non è questo il Governo. Lo vogliamo dire forte: non è questa la maggioranza che colpisce questi principi. Si è polemizzato con atteggiamenti della magistratura, e ognuno di noi lo ha fatto con il suo stile. Ma nessuno di noi, al Governo e in Parlamento, ha messo in discussione questi capisaldi della convivenza costituzionale e civile. E non è ammissibile neanche che il Movimento 5 Stelle accusi di questo. 
Lo hanno detto bene il perché. Lo ha detto bene Danilo Leva nella relazione. La stessa presidente Ferranti. Si tratta di cambiamenti che consentono al cittadino che motivatamente si sente colpito da atteggiamenti di dolo, colpa grave, diniego di giustizia, di poter decidere di ricorrere, senza quei filtri di ammissibilità, che di fatto hanno reso virtuale in 26-27 anni questa possibilità. 
E non credo che sia vero affermare che l'inserimento del travisamento del fatto e delle prove nella colpa grave possa colpire la libertà di valutazione e interpretazione del magistrato. C’è una sentenza della Corte costituzionale, anche questo è stato ricordato da Leva, che sancisce come il travisamento del fatto non è una diversa valutazione del fatto delle prove, ma uno stravolgimento delle stesse, e questo può sinceramente definirsi colpa grave. 
E lo stesso nostro responsabile della giustizia, David Ermini, intervenendo nei lavori della Commissione su questo argomento, ha addirittura definito questo tipo di travisamento, che deve essere colpito, «macroscopico». In questo caso sarà colpito. E a decidere in caso di ricorso sarà comunque un magistrato in sede civile. E se tutto questo, se queste gravi colpe, questo dolo, questo travisamento macroscopico verrà accertato, il cittadino sarà risarcito e lo Stato potrà rivalersi in questi casi, ripeto in questi casi, su chi ha commesso quei gravi errori. 
Allora, ci sono tutte le condizioni perché il Parlamento voti serenamente questa riforma dopo troppi anni in cui di giustizia si è parlato soltanto per interessi personali, per interessi di parte, per interessi ristretti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ecco, io credo che dobbiamo anche dare atto al Governo e a chi ha lavorato a questa norma, di aver eretto un argine. 
Noi non siamo per la responsabilità civile diretta; quella sì, avrebbe potuto colpire l'autonomia e l'indipendenza, mentre la norma che approviamo tutela questi principi. Concludendo, Presidente, io credo che si possa, che si debba dire che il Governo guidato da Renzi, con il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, abbia avviato una stagione nuova di riforma della giustizia. 
È tramontato, come dicevo, quel tempo di leggi particolari. Oggi il faro, secondo noi, deve essere rappresentato dai diritti dei cittadini, da una giustizia veloce, certa e giusta, da quell'autonomia della magistratura e dal dialogo con tutte le componenti del mondo giudiziario. 
Non voglio dire – e lo dico anche al Ministro – che l'intero cantiere di riforma del civile, del penale, dell'ordinamentale, o i provvedimenti presi per ridurre con successo il sovraffollamento carcerario siano perfetti. Per questo è giusto monitorare gli effetti di questi provvedimenti e fare, come si dice, dei «tagliandi», tagliandi anche di questo provvedimento. 
Oggi sul Corriere della Sera c'era un giovane magistrato che opera in Puglia, a Bari, mi pare, e che esprime preoccupazioni serie. Bene, a lui – come a tutti i suoi colleghi e come a tutti i cittadini – diciamo che è giusto monitorare tra qualche tempo gli effetti di queste nuove norme e vedere la quantità e qualità dei ricorsi. Questo chiediamo al Governo di impegnarsi a fare, assieme al Consiglio superiore della magistratura ed alle stesse Commissioni parlamentari che si occupano di giustizia. 
Detto questo, anche se quel cantiere è un cantiere attivo e certamente dovrà da parte nostra essere condotto con più tenacia e con più urgenza, però è innegabile che un cambiamento di sistema nel campo della giustizia, civile, penale e ordinamentale sia partito. E cambiare in meglio la giustizia, significa contribuire a quel cambiamento del Paese che stiamo guidando e di cui c’è un grande ed urgente bisogno. 
È anche per questi motivi, perché questo provvedimento si inquadra in questa strategia di rinnovamento, che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).