Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 18 Febbraio, 2021
Nome: 
Graziano Delrio

Presidente, signor Presidente del Consiglio, signore Ministre e signori Ministri, colleghe e colleghi, le deputate e i deputati del Partito Democratico voteranno convintamente la fiducia al suo Governo, Presidente, perché il suo Governo ci appare adeguato a fronteggiare le gravi emergenze sociali, sanitarie ed economiche che il nostro Paese sta fronteggiando. Desidero prima di tutto, però, a nome del nostro gruppo, rivolgere un ringraziamento al Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), che anche in questo difficilissimo frangente, causato da una crisi che ha aggiunto ansia ai nostri concittadini, già posti sotto una pressione terribile, ha saputo essere, il Presidente, una guida saggia e accorta, animato unicamente dal bene degli italiani e dal rigoroso rispetto del dettato costituzionale. Ho sentito qui parole rivolte al Presidente non giuste, non adeguate, dalla presidente Meloni.

E desidero ringraziare anche lei, Presidente Fico, per il suo sforzo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), per avere cercato fino all'ultimo di svolgere una funzione di rilancio della maggioranza precedente, a cui noi abbiamo partecipato convintamente. Per questo anche ringrazio il Presidente Conte, per il lavoro importante che ha fatto, e tutta la sua squadra (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

Ora è il momento, però, di parlare delle opportunità, delle opportunità che abbiamo di fronte, delle speranze che possiamo riaccendere e che ha riacceso l'incarico a lei, signor Presidente, ma anche delle paure che dobbiamo scacciare, che dobbiamo respingere.

Possiamo dire oggi, forse, che si apre una stagione dei doveri; dei doveri verso noi stessi e verso il nostro Paese, dei doveri e degli obblighi che abbiamo come uomini verso gli altri uomini, doveri ed obblighi prima dei diritti. Come forze politiche, oggi abbiamo risposto all'appello del Presidente della Repubblica perché abbiamo presente di avere soprattutto il dovere di servire il nostro Paese, di amare la nostra patria, di ricercare il bene comune prima di ogni altra cosa. Però, continueremo anche a esercitare il diritto della politica; il diritto della politica a uno sforzo di progettualità e di pensiero; il diritto della politica a seminare nuove idee per il futuro. E, in questa fase costituente, in questo tempo di ricostruzione, credo vi sia l'occasione, non so se dire storica, per noi, per i partiti, per la politica, di ridefinirsi, di trasformarsi, di cambiare e di essere all'altezza di quello che dovremmo essere, e non solo di quello che siamo. È quindi una fase costituente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Signor Presidente, lei avrà il sostegno dei Democratici, non solo per la fase di emergenza che viviamo, ma anche e soprattutto per il programma che lei ci ha esposto.

Noi troviamo con precisione le priorità per il nostro Paese. Il suo Governo siamo fiduciosi che sarà all'altezza di questa sfida e soprattutto della prima sfida che qui, oggi si pone per l'Italia: vincere la pandemia, questo invisibile nemico che ci ha portato via così tanti affetti, che ha causato dolore e sofferenza in ogni famiglia, che ha accresciuto le disuguaglianze. Dentro il dramma sanitario della pandemia, Presidente, c'è un inverno anche silenzioso: quello dell'anima, dei problemi psicologici, della solitudine, della depressione, dell'autolesionismo, dei disturbi del comportamento che hanno colpito le nostre famiglie. Il loro costo è incalcolabile, questa disperazione sta gridando senza voce da mesi, da mesi.

E anche la solitudine è un fatto politico. Per questo, plaudiamo alla scelta, che lei ha enunciato, di investire sulla sanità territoriale, alla scelta che il Ministro Speranza ha già fatto con grande decisione di investire sulle case di comunità, che possono diventare la risposta, il luogo della prossimità, del benessere dei nostri quartieri, della riscoperta della salute, non solo come prestazione sanitaria ma della salute come benessere sociale, come benessere psichico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il piano pandemico sarà la prima e la più importante prova di questo Governo e noi collaboreremo pienamente alla sua realizzazione. Se vi sarà bisogno di produrre più vaccini anche in Italia, si faccia; se vi sarà bisogno di togliere e di acquistare i brevetti, si faccia; si dia subito la disponibilità piena delle dosi vaccinali per la nostra popolazione, per proteggere subito la nostra popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Se non sconfiggeremo la pandemia, non vi sarà ripresa economica. Insieme alla pandemia, però, vi è la sfida legata all'uso del Recovery, all'uso strategico delle risorse del Next Generation EU, che noi - ne sono sicuro - raccoglieremo e che insieme lavoreremo. Lei ha detto che verrà costantemente informato e coinvolto il Parlamento. Noi contiamo che questa scelta, che fu fatta già dal Governo precedente, di mettere il Parlamento al centro della discussione sul Next Generation, venga confermata e sono sicuro che lo sarà. Il Next Generation è il frutto di un'Europa che ha saputo finalmente superare egoismi nazionalistici per aprirsi a un orizzonte solidale. È il frutto di un'Europa che ha creduto di nuovo nel valore della cooperazione, nel valore della comunità, che crede nella scelta irreversibile della moneta, come lei ha detto, ma che riconosce finalmente - mi permetta di dire - la centralità di strumenti comunitari per difendere i suoi cittadini dalla disoccupazione, con il fondo SURE, dalla recessione, con la grande quantità di titoli di Stato che sono stati acquistati, e dalle disuguaglianze, con i grandi investimenti che sono previsti.

Pende, dunque, sul suo Governo e sulla maggioranza un compito molto gravoso, una missione che non è esagerato definire, appunto, storica. Da ciò che il Parlamento e il Governo decideranno nei prossimi mesi dipende il futuro dell'Italia, non solo di un settore industriale, di un servizio pubblico, ma dell'intera comunità nazionale, dei nostri figli, dei nostri nipoti. Decideremo anche quale sarà la collocazione dell'Italia nel mondo, la sua capacità di essere decisiva, di essere all'altezza della nuova sfida, e la nuova sfida è trasformativa; della vocazione dell'Italia a continuare a difendere politiche di multilateralismo, di pace, di protagonismo nel Mediterraneo, che lei ha citato con convinzione nella sua relazione. Nella lotta ai cambiamenti climatici dovremo essere protagonisti, senza dimenticare, Presidente, che per la sua storia questo Paese mette i diritti umani al centro della sua azione. Penso alle donne della Bielorussia, penso a Zaki (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), a coloro che subiscono violazioni dei loro diritti umani. L'Italia sia faro nel mondo in questa sfida. Decideremo anche della dignità, quindi, del ruolo internazionale della nostra Repubblica. Serve, quindi, quello che abbiamo definito uno spirito costituente. Dopo la Seconda Guerra mondiale, partiti fieramente avversari, ma con solide radici all'interno della società, trovarono il modo di cooperare per ricostruire l'Italia, per generare di nuovo benessere e futuro alle generazioni.

Noi credo siamo chiamati, colleghi, oggi, a dimostrarci degni di quell'eredità: degni di quell'eredità. Le idee ricostruttive, come le chiamava De Gasperi, che stiamo discutendo, sono idee ricostruttive che devono essere condivise e analizzate, che devono essere portate avanti da tutti con uno spirito realmente unitario e che possono essere realizzate solo se vi sarà una visione comune. Una visione che lei ha esposto nel suo programma e in cui noi ci riconosciamo, un approccio di ecologia integrale. Lei non ha parlato solo di economia o di transizione ecologica; ha voluto dirci, credo, e noi ne siamo profondamente convinti, che la dimensione ambientale, la dimensione sociale e la dimensione economica sono connesse. Non vi sarà transizione ecologica se non ci sarà sviluppo sostenibile e se non verrà affrontato insieme a questo il grande tema della questione sociale, Presidente.

A noi è parso di cogliere la sua ansia e la sua preoccupazione per continuare a sostenere politiche di protezione sociale, e questo ci ha molto molto rassicurato, perché siamo convinti che le disuguaglianze, che gli squilibri territoriali, gli squilibri generazionali, gli squilibri di genere, che proprio il COVID, peraltro, ha contribuito ad allargare, tutti questi squilibri renderanno il nostro Paese, possano rendere il nostro Paese sempre più debole, sempre più fragile di fronte alle sfide. Il COVID non ha fatto distinzione nella diffusione, ma lascia conseguenze profondamente differenti tra garantiti e non garantiti, tra categorie protette e non, tra coloro che hanno una protezione sociale di un certo tipo e chi non ce l'ha. Quindi abbiamo bisogno, in questa fase, di non dimenticare che il COVID genera nuove disuguaglianze; ha generato disuguaglianze nell'occupazione femminile, nei posti di lavoro che abbiamo perso. Per questo, se dobbiamo rivedere la bozza del Next Generation, continuiamo a rafforzare il sostegno all'occupazione femminile, il sostegno agli strumenti per la libertà di scelta delle donne, per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Solo quando questo Paese avrà assunto e valorizzato a pieno il valore del contributo delle donne potremo dirci davvero un Paese pienamente europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Qualche giorno fa ci ha lasciato un grande italiano, per tanti di noi un caro amico e maestro, Franco Marini (Applausi - L'intera Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi). Franco aveva come un faro che l'orientava in tutte le sue scelte: il faro della giustizia sociale; era un po' un'ossessione. Noi abbiamo colto nella sua relazione un richiamo forte ad essere giusti, al bisogno di essere giusti, giusti verso i giovani, giusti verso le donne, giusti verso i territori più fragili, come il Mezzogiorno, o i territori colpiti dal terremoto. Essere giusti, per noi, significa, appunto, proteggere, ma significa anche dare opportunità, fornire strumenti……tirare fuori il meglio. Se vogliamo essere giusti per i nostri figli abbiamo il dovere di rivedere il modello di sviluppo, signor Presidente; abbiamo il dovere di smettere di consumare l'albero della terra, abbiamo il dovere di investire sul lavoro più che sulla finanza. Per questo, è così importante che lei abbia preso l'impegno di portare a termine la riforma fiscale già avviata, una riforma fiscale che prevede il completamento dell'assegno unico, che è stato votato, non a caso, all'unanimità in questo Parlamento. Ogni progetto economico e sociale, poi, non potrà essere forte se non sarà fondato sull'educazione, educazione che è arricchimento delle facoltà di critica e di pensiero. Dobbiamo, allora, riflettere sul fatto che questo è un tempo difficile, ma io penso che noi ne possiamo uscire, signor Presidente - mi permetta un solo consiglio -, se lei stimolerà un nuovo protagonismo delle nostre comunità familiari, locali, di lavoro e di vita. Le chiederei di fidarsi dei nostri sindaci, di qualsiasi colore e provenienza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Se può li ascolti e li convochi spesso, perché il comune rappresenta, appunto, la colonna vertebrale del nostro corpo sociale.

Il suo Governo, signor Presidente, ha davanti a sé sfide decisive. Diventa concreta, allora, la possibilità di dare un altro volto all'Italia: tocca a voi ora. Le attese sono molto alte, altissime, forse troppo. Noi non crediamo nei salvatori della patria, negli uomini della provvidenza. Ma non tocca solo a voi: tocca anche a noi, alle forze politiche (lo dico agli amici seduti in Parlamento). Tocca a noi corrispondere alla richiesta di unità che viene dalla sfida che abbiamo ricevuto e dal mandato che abbiamo ricevuto dal Presidente della Repubblica. Tocca a noi non mostrare, ma costruire unità, non promettere ma fare futuro, non annunciare ma restituire un'Italia più giusta e più plurale, più verde e più equa, più fiduciosa.