Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 4 Novembre, 2020
Nome: 
Susanna Cenni

A.C. 1824-A

Grazie, Presidente. Colleghi, prima di entrare nel merito del provvedimento - su cui, fra l'altro, a nome del nostro gruppo, è già intervenuta in occasione della discussione generale la collega Incerti - voglio anch'io ringraziare il collega Liuni per la sua iniziativa, le due relatrici per il lavoro che è stato svolto in Commissione e tutti i colleghi che hanno concorso a compiere un lavoro costruttivo in questi mesi. Però, voglio anche ricordare due cose in premessa. La prima è questa: oggi siamo di fronte, in Aula, nuovamente, ad un provvedimento che vede una posizione molto larga ed un lavoro congiunto di forze di maggioranza e di opposizione.

Non è la prima volta che accade, in agricoltura è già accaduto nei mesi passati anche su alcune nostre iniziative quando il Governo era un altro, e credo che questo avvenga quando chi propone e chi raccoglie provano ad ascoltarsi e provano a lavorare sul merito dei provvedimenti, evitando rigidità di chi propone cercando di stare nella realtà del Paese; insomma, una cosa molto diversa da quella che è avvenuta questa mattina e che è avvenuta nei giorni che sono passati.

La seconda considerazione riguarda il settore del florovivaismo, che è stato uno dei più colpiti dal lockdown nella primavera scorsa, messo letteralmente in ginocchio per ragioni evidenti: i mercati si sono fermati e piante e fiori, a differenza di altri prodotti, se non veicolati in tempo, semplicemente muoiono, diventano un costo anche per lo smaltimento. Il Governo ha lavorato per attenuare questo colpo, in quei mesi; lo ha fatto allentando il blocco, consentendo la vendita nei supermercati, la consegna a domicilio; lo ha fatto intervenendo con i decreti sul settore, compreso il provvedimento, voluto con un nostro emendamento, nel “decreto Rilancio” sul taglio degli oneri contributivi. È vero, oggi una parte di queste imprese si sono riorganizzate, ma la perdita è stata indubbiamente pesante, con tutti i mesi primaverili, con la perdita della Pasqua che è un momento molto importante per questo settore e in relazione alle difficoltà, tuttora in essere, per la sospensione delle cerimonie. Questo per dire che c'è la consapevolezza in tutti noi del rilievo di un comparto, che forse non a tutti è noto quanto rappresenti, lo hanno già detto altri colleghi: il 5 per cento della produzione agricola totale, 30 mila ettari di estensione, 27 mila aziende, 100 mila addetti, una PLV di circa 25 miliardi, senza considerare l'indotto; e vorrei ricordare anche che è un settore che non ha beneficiato negli anni dei contributi PAC. Eppure è un settore importante per la produzione e la vendita di sementi, piante di qualità, vivaismo specializzato, per i settori del vino e dell'olio, importante a livello nazionale ma anche internazionale. Anche questo forse non tutti lo sanno, ma è uno di quei comparti che contribuisce in maniera molto importante al nostro export, perché oltre ad abbellire i nostri balconi, le nostre strade e i nostri giardini, e caratterizzando l'arredo urbano, rappresenta l'abbellimento e l'arredo urbano delle principali capitali europee, e non soltanto, con numeri molto, molto importanti.

È un settore che, io credo, oggi conosce anche importanti novità: fra queste, indubbiamente, c'è l'uso del verde nella progettazione urbanistica più recente, attraverso una scelta di tanti progettisti che lo utilizzano in termini di sostenibilità ambientale, e può contribuire agli importanti obiettivi indicati dallo European Green Deal per le produzioni alimentari, per la vivibilità degli ambienti urbani, extraurbani e delle foreste.

Infatti, io voglio ricordare che la Strategia per la biodiversità, presentata il 20 maggio dalla Commissione europea, prevede fra i propri obiettivi quello di ripristinare i sistemi terrestri, in due paragrafi ben precisi: il 2.2.4 - Foreste più estese, più sane e più resilienti - prevede l'impianto di almeno 3 miliardi di alberi supplementari entro il 2030, con azioni di rimboschimento e con l'adozione di una nuova piattaforma europea per l'inverdimento urbano; l'altro paragrafo, il 2.2.8, è esplicitamente rivolto all'inverdimento delle zone urbane e periurbane, parchi, giardini, tetti verdi, orti e tutti quegli spazi urbani che offrono benefici agli abitanti delle città e proteggono da siccità e ondate di calore; e in virtù di questi obiettivi, la Commissione invita le città europee di almeno 20 mila abitanti ad elaborare, entro il 2021, piani di inverdimento urbano. Mi permetterà la collega Caretta di dire che forse tutto questo è stato possibile anche grazie agli scioperi sul clima e, quindi, ad un cambio di sensibilità a livello europeo. Ecco, per realizzare questi piani, che saranno previsti anche nel Patto europeo per il clima, si potranno mobilitare finanziamenti ed opportunità e quindi anche per questo noi abbiamo un comparto che deve farsi trovare pronto e che noi dobbiamo aiutare a trovarsi pronto.

Questo per sottolineare come il settore florovivaistico sia un pezzo della nostra economia; lo ricordo anche a quelli che qualche mese fa hanno sorriso e non risparmiato sfottò quando prima con le FAQ, poi con le riaperture graduali, molti di noi uscivano pubblicamente con messaggi che invitavano i cittadini, quando andavano a fare la spesa, a portarsi a casa anche una pianta, perché anche quel piccolo gesto era un modo per ricordare che c'era un settore in grande sofferenza. È in virtù di tutto questo che credo abbiamo lavorato assieme per provare ad arrivare a un testo condiviso; lo abbiamo fatto consapevoli di quanto questo settore rappresenti, in tante regioni del nostro Paese, un pezzo di economia significativa.

La Liguria, la Toscana, il Lazio, la Campania e la Puglia sono tutte regioni con importantissimi distretti e anche qui voglio correggere un attimo alcune considerazioni che ho ascoltato dalla collega Caretta: molte di queste regioni in questi anni hanno lavorato in maniera significativa per sostenere questi distretti, e lo hanno fatto anche con risultati importanti. Allora penso che abbiamo cercato tutti quanti di migliorare il testo proposto e di integrarlo con aspetti che credo abbiano contribuito a produrre un testo che parla a una filiera che tiene assieme produzione, vendita, ricerca e anche la funzione ambientale di questo settore.

Noi avremmo voluto, e probabilmente sarebbe stato possibile con un po' più di tempo, migliorare ancora: penso al tema degli obiettivi che l'Europa, le strategie europee si pongono con la riduzione dell'uso della chimica, e quindi anche alla funzione della ricerca e dell'uso di fertilizzanti meno impattanti sul territorio utilizzati anche da questo settore; o ancora su come favorire interventi mirati per la riduzione delle spese energetiche in serra, utilizzando fonti rinnovabili. Noi sappiamo che quella dell'energia è una spesa importante per questo settore, però spero che questo e molti altri ambiti di miglioramento possano essere oggetto del lavoro nel tavolo di settore che viene istituito con la legge.

Ma, tornando al testo, come Partito Democratico abbiamo contribuito al lavoro emendativo; lo abbiamo svolto intervenendo sul tema della filiera, un tema strategico, come sappiamo, sull'organizzazione degli uffici deputati a seguire il comparto, sul tema dei marchi, sulla relazione, di cui ho parlato diffusamente in premessa, della green economy, prevedendo l'istituzione di un coordinamento permanente che si occupi di queste relazioni. Lo abbiamo fatto sui temi della comunicazione e della promozione e sulle risorse per finanziare la ricerca del settore, tema questo assolutamente strategico. Il testo a cui siamo giunti definisce una cornice d'insieme, credo abbastanza chiara, e credo che gli strumenti che inseriamo siano utili al settore. Anche qui voglio precisare che con gli articoli 12 e 13 riferiti ai centri di giardinaggio non si bypassa l'articolo 2135, che definisce con chiarezza cos'è un'impresa agricola. In conclusione dico solo questo: sarebbe utile forse anche in queste Aule poter ricordare più sovente quanto il comparto agricolo e agroalimentare concorrono alla buona economia e alla crescita sostenibile, e quanto possono essere strategici per le sfide del Green Deal e per l'utilizzo delle risorse del Recovery Fund.

Nessuna legge è perfetta, probabilmente non lo sarà nemmeno questa, ma credo che in una stagione come questa arrivare a un testo con un consenso così elevato sia un contributo a dare un messaggio positivo ad un Paese che sta combattendo.