A.C. 217-A
Grazie, signora Presidente. Saluto la Sottosegretaria. Riteniamo opportuna e doverosa, devo dire, la proposta di legge che oggi esaminiamo in quest'Aula.
È una proposta di legge che è frutto dell'abbinamento di due testi dell'attuale maggioranza, ma che recepisce un lungo lavoro, che, tra le allora forze di maggioranza e di opposizione, nella scorsa legislatura, era stato condotto all'interno delle Commissioni competenti e che aveva interrotto il suo percorso proprio a causa della fine anticipata della legislatura.
Sono misure che condividiamo proprio perché dirette a contrastare la pirateria online, che arreca numerosi danni agli autori, agli operatori e ai protagonisti del mondo della cultura, dello spettacolo dal vivo e dello sport. Si tratta di un fenomeno grave, che non possiamo sottovalutare e che abbiamo cercato di non sottovalutare anche nel lavoro che abbiamo condotto nelle due Commissioni congiunte, cercando di contemperare l'esigenza di fare presto, che proveniva anche comprensibilmente dai proponenti dei testi di legge, con la necessità soprattutto di fare bene, di implementare le audizioni che si sono tenute e che hanno offerto degli spunti importanti ed interessanti rispetto al testo, proprio per cercare di produrre un provvedimento in grado di prevenire e reprimere un fenomeno diffuso e preoccupante per l'intera industria creativa.
Il provvedimento che oggi arriva in quest'Aula - che si pone, tra l'altro, in linea con i princìpi costituzionali, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e con la stessa Convenzione Unesco del 2005 sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali - contiene in sé due princìpi importanti: da un lato, la tutela della proprietà intellettuale e del diritto d'autore, che la stessa giurisprudenza costituzionale riconosce come un interesse di rilevanza generale, e, dall'altro, la centralità e la rilevanza della creatività culturale. Proprio il binomio di questi due princìpi, di questi due interessi rilevanti, è alla base di quei procedimenti che la proposta di legge individua. Procedimenti, tra l'altro, che fanno capo all'AgCom, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che può intervenire, addirittura in alcuni casi particolarmente urgenti quali quelli degli eventi in diretta, con provvedimenti inaudita altera parte, per tutelare dagli atti di trasmissione illecita dei contenuti il blocco degli indirizzi IP. Sono situazioni in cui il danno che deriva dalla trasmissione abusiva di tali eventi è particolarmente ingente e giustifica, addirittura, nel termine massimo di 30 minuti, la disabilitazione dei contenuti illeciti.
È un provvedimento che non nasce dal nulla. C'è l'audizione in questo senso condotta in Commissione proprio dall'Autorità garante, che è stata un'occasione molto utile anche per ricostruire tutto il percorso che in quasi un decennio ha riguardato le attività compiute per reprimere i fenomeni di pirateria. Ed è un aspetto importante anche il fatto che dovranno essere coinvolti, poi, nella fase attuativa del provvedimento, in quel regolamento che il testo di legge richiama, tutti gli operatori del settore - i prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori dei motori di ricerca, i titolari dei diritti -, proprio perché, se non si è in grado di realizzare un pieno coinvolgimento di tutto il sistema, la norma, condivisibile nei temi e nei contenuti, rischia di essere poi inefficace e non operativa come tutti noi vorremmo.
Voglio richiamare in questa sede, lo ricordavo poco fa, che, in materia di tutela della pirateria online, ferma restando comunque una normativa ormai risalente, non siamo all'anno zero e non lo siamo grazie ai regolamenti. Il primo regolamento dell'AgCom del 2013 è stato poi aggiornato e rivisto anche in tema di interventi tempestivi, proprio per consentire efficacemente di operare in contrasto della pirateria. Ma voglio richiamare anche il lavoro che è attualmente in corso sempre da parte dell'Autorità garante: la consultazione - di cui anche questo provvedimento di legge dovrà tener conto - rivolta agli operatori per aggiornare quel regolamento e per rendere sempre più immediato e sempre più tempestivo l'intervento per evitare quei danni che la trasmissione abusiva dei contenuti online rischia di produrre ad un intero settore, un settore importante e rilevante, tutto il settore della filiera culturale e creativa che è stato danneggiato pesantemente da queste azioni.
Sono stati ricordati dai colleghi che mi hanno preceduto i dati del fenomeno legato alla pirateria online. La pirateria digitale è un fenomeno carsico, se vogliamo, che non si esaurisce mai, a volte aumenta, a volte sembra regredire, ma in realtà c'è ed è sempre presente. Voglio ricordarli ancora una volta quei dati macroeconomici che riguardano questo settore, i danni ingenti in termini di fatturato, in termini di PIL, che fenomeni come questo sono in grado di produrre: 1 miliardo e 700.000 euro, 716 milioni di euro in termini di PIL, e ancora, mancate entrate fiscali per lo Stato, stiamo parlando di circa 319 milioni di euro, che, ovviamente, potrebbero essere destinati e impiegati in servizi pubblici a disposizione della collettività, perdita concreta di posti di lavoro. Ecco perché è determinante in questo senso - anche in considerazione di quei dati e del fatto che sono le generazioni più giovani, spesso, a fruire di questi contenuti - la necessità di mettere in campo una strategia multilivello: le azioni cautelari che il provvedimento disciplina, le azioni repressive, perché c'è anche una parte relativa alla repressione di questo fenomeno, ma ancora di più le azioni di prevenzione, che debbono essere compiute a monte. Infatti, senza una prevenzione, senza una reale consapevolezza della gravità di questo fenomeno, le stesse sanzioni che sono previste rischiano di arrivare tardi e di non essere sufficientemente efficaci.
Mi si consenta, in questo senso, una breve digressione proprio intorno al termine “pirateria”, con cui associamo questi fenomeni. In termini letterari, molto spesso, i pirati vengono associati a degli emblemi di libertà, di anticonformismo, in qualche senso, nell'immaginario sono quasi degli eroi della libertà che combattono contro il potere costituito. E allora, forse, dovremmo anche fare uno sforzo per cambiare questo linguaggio, perché, quando si tratta di pirateria online, come quando si tratta dei fenomeni di cui oggi ci occupiamo, quella contro il diritto d'autore e i prodotti dell'intelligenza e della conoscenza non è una spavalda battaglia, in realtà, di un gruppo di pirati, ma il furto organizzato del lavoro intellettuale altrui. Proprio perché il lavoro si paga, il lavoro creativo, per un curioso pregiudizio in campo artistico e intellettuale, spesso non viene considerato lavoro fino in fondo. Anche per questo motivo, oltre ovviamente per il meccanismo indiretto con cui vengono ridistribuite le risorse e garantite le tutele, fin dagli inizi, in questa nuova terra che è il mondo del digitale e della rete, si è creato questo pericoloso fraintendimento per cui fruire in modo libertario dei contenuti sembra essere quasi un fenomeno giustificabile, in modo gratuito. Ebbene, invece, la prevenzione e la consapevolezza intorno ai danni prodotti da chi diffonde dei contenuti protetti dal diritto d'autore è fondamentale.
Lo riteniamo fondamentale ancora di più a partire dalle generazioni più giovani, ed è proprio dalle scuole che è necessario partire in questa azione di consapevolezza e di conoscenza di questo fenomeno, di valore anche, che la proprietà intellettuale riveste. È un valore importante proprio perché la proprietà intellettuale e la creatività sono in grado di incoraggiare l'innovazione e la crescita del nostro Paese, una crescita che non è soltanto culturale, ma è una crescita professionale, per chi oggi ha meno di vent'anni e può vedere prospettive di investimento nel proprio futuro, per chi domani potrebbe trovarsi a lavorare - i giovani di oggi - nel settore culturale e creativo. Una creatività che è fondamentale per il mondo delle opere culturali e di intrattenimento - cinema, serie televisive, eventi di spettacolo dal vivo, eventi sportivi anche - che per questo va sostenuta, va stimolata continuamente e, soprattutto, va difesa con le attività repressive, ma ancora di più con le attività preventive.
Proprio per questo, a mio avviso, forse, il cuore di questo provvedimento, la parte più importante, è proprio quell'articolo 5, che è contenuto in questa proposta di legge, che punta ad assegnare al Ministero della Cultura un compito importante. Noi riteniamo che in questa azione debba essere coinvolto più attivamente anche il Ministero dell'Istruzione. C'è un rinvio nel secondo comma di questo articolo, ma deve essere forse più incisivo e ancora più importante, proprio perché le campagne educative rivolte al pubblico, giovane e meno giovane, tra l'altro, dovrebbero essere tutte incentrate sulla creatività e sul rispetto del lavoro creativo, perché fare film e raccontare grandi storie coinvolge migliaia di persone, dai registi più acclamati, ai membri dei set meno conosciuti, ma importanti ed essenziali allo stesso modo.
Occorre quindi, a nostro avviso, convincere i giovani a non accettare l'offerta pirata, aumentando ovviamente l'offerta legale, stando vicini ai ragazzi nel momento della scelta, con esempi virtuosi e anche con la conoscenza portata dai loro coetanei, dagli artisti più importanti e dai protagonisti dello spettacolo perché, dietro ogni prodotto audiovisivo, c'è l'impegno e soprattutto la scommessa di un professionista. Un film o un brano musicale sono il risultato di un gran numero di persone conosciute, ma spesso anche meno conosciute. Scegliere l'offerta illegale va a penalizzare proprio quei professionisti - soprattutto quelli meno noti, ma che quotidianamente vivono appunto di quel lavoro creativo e si impegnano -, quei 500.000 professionisti del settore, che vanno appunto rispettati e protetti con passione e con creatività. Mi avvio alla conclusione, ma voglio fare ancora due osservazioni e due notazioni: oggi - non solo da oggi, per la verità - la rete è una nuova frontiera, quasi un West da conquistare, in cui però l'orizzonte deve essere, non solo nazionale, ma sovranazionale e non può essere uno spazio dove domina soltanto la legge del più forte. È uno spazio in cui devono esserci delle regole e in cui devono essere riconosciuti i diritti e il compito delle istituzioni è proprio quello di favorire il passaggio dalla legge del più forte allo Stato di diritto, uno spazio appunto che si sta cercando di realizzare con tentativi, a volte anche con errori, ma in cui la dimensione transnazionale deve essere garantita - voglio ricordarlo in questa sede anche quando ci apprestiamo ad approvare delle norme che sono esclusivamente nazionali, come in questo caso -, proprio perché i social media e Internet sono, per loro natura, fatti sovranazionali ed i relativi processi solo in una parte ridotta possono essere governati su scala locale. Ce lo dimostra proprio la cronaca di questi giorni, la controversia in atto tra Meta e SIAE. La normativa, l'articolo 43-bis della legge sul diritto d'autore, introdotta in attuazione della direttiva europea del 2019 sul mercato unico digitale, ha previsto che gli autori di contenuti originali, in particolar modo giornalistici e non, abbiano diritto ad un equo compenso dovuto per la diffusione dei loro testi nel web. E' una norma importante e significativa, che affida appunto, anche grazie all'intermediazione dell'Agcom, la possibilità per gli editori di chiedere a queste grandi piattaforme un compenso. Questo non è accaduto nelle scorse ore purtroppo con l'interruzione - cerchiamo di pensare che sia soltanto un'interruzione - dell'accordo in corso tra SIAE e Meta, che sta penalizzando gli utenti ovviamente, ma ancor più sta penalizzando gli artisti e gli autori, che non vedono ancora riconosciuto un loro giusto diritto. Su questo riteniamo che non sia solo necessario e ovviamente auspicabile avviare un dibattito - come è già stato anticipato - nella Commissione competente, nella nostra Commissione cultura, ma riteniamo che il Governo in questo caso debba impegnarsi anche attivamente con i poteri di moral suasion che ha a disposizione per favorire il prima possibile il recupero di un accordo, perché il tema è troppo delicato ed importante ed è un tema - come ricordavo poco fa - che riguarda il nostro Paese, ma non soltanto, che è sovranazionale e su cui non possiamo rimanere indifferenti e soprattutto silenti. Il Governo dovrà intervenire con la sua forza persuasiva e con la sua autorevolezza; in questo senso, la normativa che si approverà - tra l'altro nelle prossime ore in quest'Aula e torno al tema originario di questa giornata - dovrà tenere conto anche di un'altra questione: la consultazione che è in corso, in sede di Commissione europea, per una raccomandazione proprio diretta contro gli atti di pirateria online. E' solo una raccomandazione purtroppo, avremmo magari voluto degli interventi più stringenti in questo caso, però inevitabilmente, per essere efficace, la norma che oggi approviamo dovrà raccordarsi con un quadro sovranazionale ed europeo proprio per garantire un'omogeneità e un'uniformità di tutta la normativa vigente.
Oggi di fatto proviamo, con uno sforzo comune, a mettere un punto fermo in questo campo - è un importante punto di partenza -, ristabilendo innanzitutto il principio di tutela del lavoro creativo, aggiornando tra l'altro gli strumenti con cui lo tuteliamo e dando anche nuovi mezzi e nuovi strumenti alle stesse autorità indipendenti. È un primo passo importante in un cammino ovviamente più lungo, un passo importante che dobbiamo a quei professionisti della creatività che ricordavo poco fa, a quegli artisti, a quegli autori a quei - così mi piace chiamarli, come fatto in passato - viaggiatori della luna, che sono capaci, grazie alle loro opere, di accompagnarci, di emozionarci e di far parte di tanti momenti importanti della nostra vita. Il loro è un lavoro che va riconosciuto e quindi, come tale, è bene che, in questa sede e nelle sedi opportune, continuiamo a impegnarci e ad occuparci di questo.