Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 7 Luglio, 2014
Nome: 
Oliverio Nazzareno Nicodemo

A.C. 303-A ed abbinate

Signor Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghi, il testo unificato all'esame dell'Assemblea, derivante da un lungo ed articolato lavoro svolto dalla Commissione agricoltura in sede referente, rispetto alle numerose proposte di legge di iniziativa parlamentare presentate sull'argomento, rappresenta un importante risultato politico, frutto della condivisione dei gruppi di maggioranza e di una costruttiva e approfondita dialettica con i gruppi parlamentari dell'opposizione. 
  Già nella scorsa legislatura, bene diceva la relatrice Covello – che ringrazio per la sua attività – la XIII Commissione aveva avviato sul tema un'indagine conoscitiva nell'ambito della quale aveva effettuato una missione visitando l'ottima esperienza della fattoria sociale del Circeo. Questo testo amplia ed ulteriormente valorizza il ruolo multifunzionale dell'impresa agricola, arricchendola di una funzione sociale destinata a preannunciare un nuovo modello di welfare community nel quale il mondo produttivo si incontra con il mondo della sofferenza e della debolezza per creare migliori condizioni di inclusione sociale e di benessere.

Del resto, l'agricoltura ha storicamente svolto una funzione di crescita, di sviluppo e di promozione civile dell'uomo, ed è proprio grazie all'agricoltura, le sue traduzioni di solidarietà ed assistenza che la famiglia, all'epoca dei grandi cambiamenti sociali, si è tenuta unita e ha superato crisi devastanti conseguenti all'urbanizzazione ed a all'industrializzazione del Paese. In quei momenti l'agricoltura sembrava essere ridotta ad una Cenerentola triste, con il tempo si è invece capito quale ruolo fondamentale essa ha continuato a svolgere, soprattutto laddove ha mantenuto una realtà produttiva legata alla qualità e alle tradizioni enogastronomiche del territorio. Ma da sempre l'agricoltura non è stata solo attività produttiva in senso stretto, la letteratura specializzata sin dall'Ottocento, ha considerato il rapporto con la natura e l'aderenza ai ritmi del lavoro legati al susseguirsi delle stagioni elementi capaci di curare e di migliorare i disturbi fisici e psichici di quei soggetti costretti a vivere ai margini della società in quanto in posizione di estremo svantaggio. Rispetto a tutto questo, vi è oggi la necessità di assicurare nuovi servizi sociali per le donne che lavorano e per gli appartenenti alla cosiddetta terza età, categoria destinata ad accrescersi nei prossimi anni a ritmi rilevanti. La società cambia con grande rapidità, ma troppo spesso lo Stato arriva tardi, a volte non adeguatamente e non appare in grado di far fronte alle nuove domande che da essa provengono. D'altra parte, anche il Ministero del lavoro ha sottolineato che le politiche per favorire il maggior inserimento delle donne nel mercato del lavoro sono frenate da problemi di natura strutturale, quali la mancanza di servizi sociali attigui al luogo di residenza. Essi rappresentano barriere all'entrata nel mondo del lavoro che si traducono a volte perfino in una discriminazione. Siamo quindi convinti che politiche efficaci e di supporto all'inclusione possano venire dalla realizzazione di servizi capaci di garantire prossimità al luogo di residenza, flessibilità ed un rapporto più stretto dei cittadini con la natura. Queste politiche, che chiamiamo l'impresa agricola a svolgere un ruolo sociale, possono quindi integrare e compensare i servizi sociali pubblici volti alla famiglia, alla persona e in particolare ai soggetti deboli.

Questo provvedimento tiene conto delle esperienze ormai diffuse in molte regioni, dove la realtà agricola ha già incontrato il mondo della cooperazione sociale, creando importanti sinergie in termini di un'agire economico eticamente sostenibile. Il testo unificato definisce sotto il profilo civilistico, nel rispetto delle competenze regionali, l'attività di agricoltura sociale esercitata dagli imprenditori agricoli qualificandola come attività agricola per connessione. Valorizza altresì anche le attività del ricco e articolato mondo delle cooperative sociali, il cui fatturato derivante dall'attività agricola è in prevalenza, riconoscendo loro il ruolo sociale svolto nell'inserimento socio-lavorativo dei soggetti svantaggiati e nelle altre prestazioni individuate dall'articolo 2. 
  La certezza dell'inquadramento civilistico risponde a due esigenze sentite dall'imprenditore e fornisce altresì elementi di chiarezza anche ai fini della possibilità di ottenere il dovuto riconoscimento da parte degli enti e delle strutture pubbliche. 
  La nostra iniziativa legislativa è coerente con gli obiettivi e le azioni della nuova politica europea per lo sviluppo rurale, chiamata ad incentivare la creazione di imprese agricole, soprattutto dei giovani e delle donne, e a valorizzare al contempo il ruolo multi-funzionale della stessa anche attraverso specifiche misure per l'inclusione sociale nelle aree rurali. 
  Il testo è un importante supporto che l'agricoltura, come settore economico, fornisce alla comunità, anche in funzione del mantenimento e dell'incremento di servizi alla popolazione. A nessuno può sfuggire che l'agricoltura è una vera e propria sentinella dei territori, che vigila e difende l'ambiente ed evita danni ben più gravi legati all'abbandono delle terre e al dissesto idrogeologico. È grazie all'attività agricola che si evita lo spopolamento, riuscendo anche a fornire servizi alla collettività nelle aree interne, dove lo Stato sembra ritrarsi sempre di più, finendo per non riuscire più a garantire i servizi essenziali come la tutela della salute, l'istruzione pubblica e la formazione professionale. L'attività agricola moderna spinge le nuove generazioni ad investire le proprie capacità intellettuali in un settore economico-produttivo che è stato il primo ad uscire dalla gravissima crisi degli ultimi dieci anni. 
  Questo provvedimento consentirà anche la costituzione, compatibilmente con quanto previsto in sede europea, di organizzazioni di produttori di agricoltura sociale e il recupero del patrimonio edilizio esistente per l'esercizio di questa attività attraverso il mantenimento della ruralità, contribuendo così a porre un freno alle nuove costruzioni e al consumo delle superfici agricole. 
  Il sostegno all'attività non si realizza in un'ottica assistenzialistica in questo provvedimento, ma con la possibilità di sfruttare nuove opportunità per fare imprese, estendendo agli imprenditori di agricoltura sociale la possibilità di vendere direttamente i prodotti delle aziende, di partecipare, con criteri di preferenza, alle gare di appalto per l'assegnazione di forniture di prodotti agricoli alle mense scolastiche ed ospedaliere e di vedere assegnati prioritariamente i terreni demaniali agricoli o i terreni confiscati alla criminalità. 
  In conclusione, riteniamo che l'agricoltura possa dare il via ad una nuova stagione di sviluppo e di crescita economica, nel rispetto dell'ambiente e della natura e nella piena valorizzazione della persona – specialmente di quella che vive una condizione di svantaggio – e lo possa fare dando a tutti la possibilità di accedere alla sua storia, alle sue tradizioni, al suo ritmo lavorativo, legato all'incedere delle stagioni ed al rapporto strettissimo tra l'uomo e il territorio. 
  Il comparto agricolo è già oggi – e lo sarà sempre di più – nelle condizioni di creare opportunità di crescita e di lavoro per tutti, riducendo le disuguaglianze e favorendo lo sviluppo economico-sociale del Paese. 
  Quello che noi stiamo facendo è, sì, un messaggio positivo per il nostro Paese, ma lo è anche per gli altri Paesi europei, proprio nel momento in cui l'Italia ha assunto la Presidenza dell'Unione europea e si avvia ad applicare la nuova PAC. Il messaggio è netto e chiaro: dall'agricoltura arriva la ripresa economica, dall'agricoltura nascono le nuove condizioni per sviluppare l'economia europea ed è all'agricoltura che i legislatori europei, nazionali e regionali devono guardare con attenzione e con coerenza perché è da qui che inizia il futuro dei nostri giovani ed è da qui che può partire la vera economia.