Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 21 Maggio, 2015
Nome: 
Walter Verini

A.C 3008

 

Grazie, Presidente. Io voglio, innanzitutto, ringraziare alcuni interventi che ho ascoltato da parte di esponenti del MoVimento 5 Stelle. Li voglio ringraziare perché mi hanno fatto sentire più giovane. Ricordo che quando negli anni Settanta, insieme ai giovani democristiani, ai giovani socialisti, scendevamo in piazza e gridavamo «Vietnam libero» o «Cile libero» c'era sempre qualcuno che ci diceva no, non basta, bisogna gridare «Cile rosso», «Vietnam rosso».
Ecco, se avessimo dato retta a quelle estremistiche parole d'ordine, ancora in Vietnam ci sarebbero i marines e in Cile ci sarebbero gli amici di Pinochet e quelle manifestazioni, invece che unitarie, sarebbero state soltanto settarie. Ma il riformismo è difficile e la logica del «più uno» non sempre si fa strada tra le forze politiche. 
Vedete, in questo dibattito, che peraltro è stato comunque ricco ed è stato anche un dibattito sostanzialmente corretto, ci è stato detto che il provvedimento non basta, che è insufficiente, non organico, inadeguato, che bisogna rimandarlo al Senato. Poco importa a chi ha sostenuto queste tesi, per esempio, mi riferisco al MoVimento 5 Stelle, e che da parte di Forza Italia si siano levate critiche di segno diametralmente opposto. Poco importa il rischio di impantanare questo provvedimento ritardandone ulteriormente l'approvazione, necessaria per il Paese, non per la campagna elettorale. 
E cosa significa il fatto che personalità che hanno fatto dell'impegno per la legalità una ragione di vita, come Raffaele Cantone o come Francesco Greco, abbiano espresso giudizi positivi su questo provvedimento ? Meglio glissare. Viene occultato, in queste ultime ore, anche il parere ufficiale del Consiglio superiore della magistratura, alla cui stesura finale ha contribuito anche lo stesso giudice Morosini, che pure aveva scritto la prima bozza di parere, quella della Commissione. 
Insomma, io credo che questa logica del «più uno», che mi ricorda appunto quella del «Cile rosso» e del «Vietnam rosso», nasconda, da un lato, una sorta di primitivismo politico, ma, dall'altro, una volontà palese, quella di bloccare l'azione riformista di Governo e Parlamento per poterne poi denunciare presunti immobilismi e ritardi. Lo hanno detto bene David Ermini, nella relazione, e gli interventi nel corso del dibattito di Alessia Morani, di Franco Vazio, di Davide Mattiello. E lo ha detto ben il Ministro della giustizia, che ringrazio davvero per avere interloquito costantemente sul provvedimento sia con la Commissione che con l'Aula. 
È una legge davvero importante, obiettivamente. Non sarà perfetta, ma è importante. È un contributo vero a contrastare la piaga della corruzione, con misure che vanno – certo – anche dall'inasprimento delle sanzioni penali, comprese quelle accessorie, ma anche alla ripenalizzazione del reato di falso in bilancio, che spesso – come si sa – è un modo per occultare le tangenti. Oppure ci sono sconti, sospensioni di pena per chi, però, restituisce il maltolto. Ci sono le nuove misure relative alla concussione per l'incaricato di pubblico servizio, che migliorano parti della stessa legge Severino. 
Vedete, mentre ascoltavo il dibattito di questi giorni ho pensato ai parlamentari che c'erano prima anche di noi e prima di tanti parlamentari che sono stati eletti in questa legislatura. Quelli che c'erano nei due decenni precedenti, anche quelli che si battevano e si sono battuti contro la corruzione e il malaffare, hanno svolto il loro mandato vedendo il Parlamento approvare alcune leggi che vogliamo ricordare: la già citata depenalizzazione del falso in bilancio; la Cirami, per facilitare le ricusazioni dei giudici poco graditi; i condoni fiscali tombali; la ex Cirielli, per ridurre i tempi di prescrizione; la legge per limitare l'uso delle prove acquisite nelle rogatorie internazionali; l'abolizione delle imposte di successione non per le piccole eredità, ma per i grandi patrimoni; l'inappellabilità da parte del PM delle sentenze di proscioglimento, poi dichiarata incostituzionale dalla Corte. 
Potremmo continuare. Non rimpiangiamo quegli anni e quei tempi, onorevole Santelli. A questo proposito, a proposito di paladini della sicurezza e della legalità, ci aspetteremmo anche delle parole non dico di scusa, ma di rammarico anche dai colleghi della Lega e dallo stesso Salvini, per avere sempre sostenuto e condiviso queste cose. 
Ma quella stagione è finita. Oggi i parlamentari di più recente nomina, in particolare quelli della recente legislatura, quando tornano nei propri territori o quando lo racconteranno in futuro, anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle, potranno dire a testa alta di aver fatto parte di un Parlamento che ha visto approvare la ricordata riforma dell'articolo 416-tercontro il voto di scambio politico-mafioso, che ha introdotto il reato di autoriciclaggio e colpito di nuovo quello di falso in bilancio. 
Un Parlamento e un Governo che, invece dei condoni tombali, anche per scempi e speculazioni edilizie, ha introdotto per la prima volta nell'ordinamento i reati ambientali. Un Parlamento che aumenta le pene, come vediamo con questo provvedimento, per i reati di corruzione contro la pubblica amministrazione, che raddoppia i tempi di prescrizione per questi odiosi reati. Certo, sappiamo anche noi che non basta. Anche noi pensiamo che la piaga della corruzione non si contrasti solo con misure di questo tipo ed è per questo che sosteniamo con grande convinzione altre iniziative del Governo guidato com’è noto dal segretario del Partito Democratico Renzi. Iniziative che vanno alla radice di questi fenomeni per prevenirli e combatterli meglio. Quando sarà approvata la legge Madia di riforma della pubblica amministrazione, che prevede la rotazione di dirigenti per combattere discrezionalità, opacità e per maggiore semplificazione e trasparenza delle procedure, sarà dato un colpo preventivo alla corruzione. E così pure con il nuovo Codice degli appalti che modifica il sistema delle gare, che riduce le stazioni appaltanti, aumenta i controlli, colpisce le perverse logiche del massimo ribasso e delle perizie con relativa revisione dei prezzi e, come abbiamo spesso visto, con relative tangenti. Ci riferiamo alla nomina, ricordata, ma dobbiamo rivendicarla, non come una nomina in sé, fine a se stessa, quella di Raffaele Cantone, ma anche al fortissimo ruolo assegnato all'Autorità nazionale anticorruzione per controllare e contrastare gli illeciti, che ha consentito, ricordiamolo, di giungere al traguardo dell'Expo con l'Italia a testa alta. 
Ecco, quello che voglio dire, concludendo, è che questo provvedimento, certamente migliorabile, non è solo un importante passo in avanti per combattere la corruzione, ma si inquadra in una strategia fatta di molti provvedimenti di questo Governo e di questo Parlamento, per rendere davvero efficace la lotta all'illegalità e alla criminalità economica. Una strategia che è fatta di chiari segnali di cultura della legalità. Ha ragione Rocco Buttiglione: non bastano solo le norme repressive, ma occorre lavorare anche per diffondere nel Paese questa cultura della legalità. E, allora, quando una politica è in grado di dare questi segnali, dice anche a tutti quei cittadini che pagano le tasse senza evasione, alla stragrande maggioranza delle imprese che competono sul mercato senza pagare le tangenti, alle migliaia e migliaia di ragazzi di Libera o di tante altre associazioni che si battono contro le mafie, che non sono soli. E lo dice all'Italia che fa il proprio dovere dalla mattina alla sera e che en passantvorrebbe una vita pubblica pulita, ma vorrebbe anche un tempo libero pulito, magari quando guarda una partita di calcio, che per l'ennesima volta è stato sporcato. Bene, a questa Italia che si rimbocca le maniche noi diciamo anche che ci sono un Governo, un Parlamento e una politica che provano davvero a cambiare il Paese anche su questo. È una politica che si riconosce veramente con i fatti, non soltanto a parole, nelle parole del nostro Presidente della Repubblica che parla di corruzione come impoverimento e caduta della politica e di una concezione del potere come fine a se stesso e di concezione rapinatoria della vita e che cita Bergoglio che definisce i corrotti come i peggiori peccatori perché hanno sfruttato i deboli. Ed è per questi motivi ed è con questo spirito che il Partito Democratico vota questo provvedimento contro la corruzione.