Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 26 Aprile, 2022
Nome: 
Andrea Casu

A.C. 2805

Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, le disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere contenute nella proposta di legge approvata dal Senato il 25 novembre 2020 rappresentano una nuova importante tappa di un lungo percorso avviato nel 2013, quando, durante il Governo guidato da Enrico Letta, è stata ratificata la Convenzione di Istanbul, e affronta uno dei problemi fondamentali che abbiamo nel fronteggiare la violenza di genere: la raccolta di informazioni e dati certi aggregati che possano aiutarci ad elaborare politiche che consentano di prevenirla e contrastarla. Infatti l'obiettivo di questa legge non è solo di riuscire finalmente a determinare con certezza la dimensione quantitativa del fenomeno, ma anche di indagare la relazione tra autore e vittima per scoprire la radice delle violenze.

Voglio ringraziare la prima firmataria, la senatrice Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio del Senato, insieme al Governo, a tutte le senatrici e i senatori che hanno votato il testo, insieme a tutti i membri delle Commissioni giustizia e affari sociali che qui, alla Camera, hanno lavorato per portare in Aula, nei tempi più brevi possibili, questo testo. L'unità che tutte le forze politiche stanno trovando su questo tema è un segnale molto importante per l'Italia. L'urgenza è dovuta da una necessità. La pandemia che stiamo ancora combattendo, la guerra e la crisi energetica causati dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia di Putin non possono in alcun modo distogliere l'attenzione delle istituzioni dall'impegno per contrastare la violenza di genere.

È un fenomeno che riguarda le donne, le nostre madri, figlie, sorelle, ma anche e soprattutto noi uomini, perché dietro ogni violenza di genere c'è sempre l'azione di un uomo, spesso di un uomo di cui la donna si fida, spesso di una persona molto vicina alla donna che subisce violenza. Ed è per questo che dobbiamo tenere accesa la nostra attenzione, ed è per questo, per questa ragione, che ringrazio davvero il gruppo del Partito Democratico per avermi consentito di intervenire oggi qui, in Aula, su questo tema come parlamentare uomo. In questa discussione generale noi affrontiamo un'ulteriore tappa di un lungo percorso, che ci ha portato ad adottare misure significative fin dall'inizio della scorsa legislatura. Dicevamo che dal 2013 centrale è stata in tal senso la ratifica della Convenzione di Istanbul, che ci invita a promuovere politiche integrate per la prevenzione e per il contrasto, le modifiche al codice penale e di procedura penale per inasprire le pene di alcuni reati commessi nei confronti di donne, l'emanazione del Piano d'azione straordinario contro la violenza di genere e per la previsione di fondi per il supporto delle vittime.

Particolare rilievo ha poi assunto la modifica al codice penale finalizzata ad estendere il campo di applicazione per il reato di omicidio aggravato da relazioni personali. È fondamentale continuare questa discussione anche in questo momento così difficile a livello internazionale per l'emergenza sanitaria perché, se esiste un tratto comune che lega queste tragedie così diverse e terribili, la pandemia e la guerra, è proprio il fatto che a pagare il prezzo più alto siano sempre e proprio le donne, e che il termometro più terribile per misurare l'andamento di questo fenomeno siano proprio le violenze di genere, che crescono, sono cresciute durante il lockdown, spesso violenze domestiche; e al tempo stesso oggi, nel momento in cui tutti siamo sconvolti dalle immagini di Bucha, apprendiamo la notizia orribile delle prove degli stupri di donne uccise e gettate nelle fosse comuni in Ucraina.

Anche per questo dobbiamo portare avanti la nostra azione. Il provvedimento è stato approvato - è stato ricordato - lo scorso 25 novembre, una data importante, per introdurre nel nostro ordinamento la regolamentazione della raccolta dei dati e delle informazioni per un più preciso monitoraggio del fenomeno, e dunque finalizzato all'elaborazione di politiche di prevenzione e di contrasto della violenza di genere.

Ricordiamo che nella legislazione italiana manca una vera e propria definizione di violenza di genere, e si fa quindi riferimento a quella contenuta nell'articolo 3 della Convenzione di Istanbul, che definisce la violenza nei confronti delle donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata. Il nostro ordinamento non prevede misure volte specificatamente al contrasto né aggravanti quando alcuni delitti abbiano la donna come vittima. Il genere della persona offesa, che fino a qualche anno fa non ha assunto rilievo, non è stato censito nelle statistiche giudiziarie. A tale mancanza hanno perciò sopperito l'Istituto nazionale di statistica e il Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio.

Inoltre il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno svolge ciclicamente dei report di monitoraggio della violenza maschile contro le donne. In questa nostra discussione, per avvalorare il valore prezioso di questo provvedimento, è utile citare quelli che sono i dati attualmente disponibili prima dell'entrata in vigore di questo provvedimento. Da quello che è stato possibile censire nel periodo che va da gennaio ad ottobre 2021 particolarmente elevata risulta essere l'incidenza delle vittime di sesso femminile, che va dal 73 per cento nel caso degli atti persecutori all'82 per cento per i maltrattamenti, fino ad arrivare al 92 per cento con riguardo alle violenze sessuali. Il dato generale sugli omicidi nel periodo 1° gennaio-31 ottobre 2021 registra 246 omicidi, con 102 vittime donne, di cui 86 uccise in ambito familiare e affettivo; di queste 59 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner.

Il provvedimento in esame prevede per tutti gli uffici, gli enti, gli organismi e i soggetti pubblici e privati che partecipano all'informazione statistica ufficiale l'introduzione di un sistema integrato di raccolta dei dati disaggregato per uomini e donne, con lo scopo di monitorare il fenomeno ed elaborare politiche che consentano di prevenirlo e contrastarlo, nonché l'obbligo per tutte le strutture sanitarie pubbliche, e in particolare le unità operative di pronto soccorso, di fornire i dati e le notizie relative alla violenza contro le donne. In particolare, le informazioni statistiche devono contenere la rilevazione della tipologia di violenza, fisica, sessuale, psicologica o economica, esercitata sulla vittima, se la violenza è commessa in presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o delle vittime o se la violenza è commessa unitamente ad atti persecutori. Viene introdotta la predisposizione di una relazione quale integrazione della relazione annuale al Parlamento che il Presidente del Consiglio dei Ministri trasmette annualmente sulle attività svolte dall'Istat e dagli altri enti operanti nel sistema statistico nazionale SISTAN nel corso dell'anno precedente.

Si prevede l'istituzione di un sistema integrato tra i Ministeri dell'Interno e della Giustizia per la rilevazione dei dati, con particolare riguardo a quei dati che consentono di ricostruire la relazione esistente tra l'autore e la vittima del reato, la loro età e genere, le circostanze del reato, il perfezionamento delle rilevazioni annuali condotte da Istat sulle prestazioni e i servizi offerti rispettivamente dai centri antiviolenza e dalle case rifugio. Questo è il provvedimento che andiamo oggi a discutere e che dovremo andare al più presto a votare. Il 25 novembre deve essere ogni giorno, diciamo ogni anno, e oggi siamo qui tutti e tutte per dimostrarlo nei fatti, perché, come ci ha ricordato un grande maestro del cinema italiano, Nanni Moretti, le parole sono importanti, ed è vero, ma non dobbiamo dimenticare mai che anche i numeri lo sono; e oggi compiamo un passo decisivo per fornire numeri certi e utili nella grande battaglia contro la violenza di genere. Una battaglia che dobbiamo combattere insieme, uomini e donne, ogni singolo giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).