Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 30 Luglio, 2019
Nome: 
Luca Rizzo Nervo

A.C. 181

 

Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, se io avessi adesso un arresto cardiaco e nessuno di voi intervenisse fra dieci minuti con alta probabilità io sarei morto. Nel nostro Paese ogni anno su 100 persone colpite da un attacco di cuore un terzo dei pazienti muore prima di raggiungere un ospedale, nonostante i dati della letteratura scientifica ci dicano che con una defibrillazione precoce si possa arrivare a triplicare i sopravvissuti, salvando circa 10 mila persone ogni anno. L'arresto cardiaco in Italia uccide, invece, 57 mila persone ogni anno, 156 persone ogni giorno, una ogni nove minuti. L'arresto cardiaco si configura come responsabile del 10 per cento dei decessi che si verificano ogni anno in Italia.

Anche questo è bene ricordarlo oggi, che pure approviamo una legge importante, anche per le insopportabili differenze territoriali che presenta ancora il sistema dell'emergenza-urgenza italiano, che espone il cittadino a standard e possibilità diverse a seconda che abiti in una regione o in un'altra, in una grande città o nelle aree interne del Paese, e che chiederebbe un potenziamento nazionale per assicurare a tutti i cittadini un sistema omogeneo per numero di mezzi, operatori e organizzazione.

Ma non di meno nel quadro del potenziamento delle opportunità salvavita poter disporre in breve tempo di un apparecchio per la defibrillazione è cruciale per il fatto che l'efficacia dell'intervento è inversamente proporzionale al trascorrere dei minuti. È bene dirlo: non vi è un solo elemento decisivo, neppure il solo defibrillatore, di cui pure favoriamo l'utilizzo e la formazione in questa legge. Perché una vittima di arresto cardiaco abbia la probabilità più alta di sopravvivere, è necessario che si verifichino velocemente una serie di interventi, che compongono una catena ideale: il riconoscimento precoce dell'arresto cardiaco, la chiamata di aiuto al 118, il massaggio cardiaco, la defibrillazione precoce, l'intervento dei sanitari e il trasporto in ospedale.

Tutto questo costituisce la cosiddetta catena della sopravvivenza, la cui forza si basa su quella di ciascuno degli anelli che la compongono. Se uno di questi elementi, soprattutto quelli iniziali, non partono tempestivamente, le fasi successive perdono drammaticamente di significato. È quindi necessario che la valutazione di proposte di legge per la diffusione e l'uso dei defibrillatori tenesse conto dell'evidente esigenza di garantire la tempestività del soccorso ai pazienti in arresto cardiaco, considerando tuttavia quali interventi si siano dimostrati, negli anni, più appropriati e realmente efficaci, oltre che ragionevoli e proporzionati in termini di spesa finanziaria. Sotto il profilo dell'efficacia e dell'appropriatezza, la defibrillazione non pone problemi diagnostici a chi lo usa, dato che è la macchina stessa a riconoscere le condizioni del paziente, a fornire istruzioni vocali e visive.

Dunque, qualsiasi soggetto può essere potenzialmente in grado di usarla in maniera appropriata, anche senza specifica formazione. Grazie alle tecnologie d'avanguardia, i defibrillatori sono studiati appositamente per essere usati anche dai cosiddetti soccorritori laici e a questo si aggiunge la possibilità di ricevere indicazioni in remoto dalla centrale 118.

Fatte queste premesse, risulta evidente perché sia una scelta giusta, di buonsenso, giustificata dalle evidenze scientifiche, una scelta qualificante, che abbiamo voluto nella nostra proposta di legge, oggi ricompresa nel testo unificato, che è quella di introdurre la salvaguardia giuridica, sia civile che penale, rispetto a tutti gli eventi riconducibili ai tentativi di rianimazione e defibrillazione con defibrillatori verso la vittima e verso terzi, anche da parte dei soccorritori occasionali, una salvaguardia che consentirà di proteggere chiunque voglia intervenire, risultando un fattore incentivante l'utilizzo del defibrillatore in caso di emergenza.

Tutti hanno infatti paura di intervenire, spesso per paura delle ripercussioni legali: questa legge sarà uno schermo di protezione verso tutti i cittadini che intervengono per stato di necessità.

Ma l'allargamento della platea dei potenziali soccorritori e la scriminante introdotta non tolgono valore ed importanza alla diffusione della formazione: l'introduzione nelle scuole dell'insegnamento del primo soccorso è un investimento per il futuro.

Siamo uno dei cinque Paesi europei con una legislazione dedicata a questo insieme a Belgio, Danimarca, Francia e Portogallo.

Lo abbiamo fatto nella scorsa legislatura attraverso l'articolo 10 della legge sulla buona scuola.

Il provvedimento di oggi sottolinea ancora una volta l'importanza di questo investimento per il futuro e sottolinea ulteriormente l'importanza di una formazione specifica all'utilizzo dei defibrillatori rivolta alle più giovani generazioni.

Un'altra importante novità risiede nell'aver previsto una pianificata presenza di defibrillatori nelle nostre città, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, alle amministrazioni pubbliche con più di 15 dipendenti, ai luoghi di transito come stazioni e aeroporti, prevedendo una dotazione nei mezzi di trasporto ad alta percorrenza.

Importante è anche aver affidato ai comuni la definizione di una sorta di piano regolatore dei defibrillatori, per una collocazione diffusa e capillare nei contesti cittadini, in modo da renderli disponibili facilmente 24 ore su 24 e altrettanto fondamentale è stato ribadire il ruolo decisivo delle centrali 118 come playmaker del sistema della sopravvivenza; la presenza della mappatura e la conseguente visualizzazione, sulle mappe, della centrale operativa, permetterà agli operatori di allertare e di consigliare i soccorritori occasionali dove recuperare un defibrillatore che potrebbe essere dietro l'angolo ma nessuno lo sa. La centrale operativa è in questo l'anello di congiunzione fra le gambe e le braccia del soccorritore e un defibrillatore dentro una teca. In questa direzione assume valore anche la previsione di creare un'applicazione di reclutamento e localizzazione dei soccorritori e dei defibrillatori con un'unica interfaccia nazionale, che possa integrarsi con i database regionali, allo scopo di allertare e reclutare i possibili primi soccorritori presenti nei paraggi dell'arresto cardiaco e geolocalizzare il defibrillatore più vicino e le modalità d'accesso, sul modello di DAE RespondER, il primo sistema di App integrato delle centrali operative che allerta i potenziali soccorritori nato in Emilia Romagna, dove non a caso è nato anche il sistema del 118, che sta dando ottima prova di sé. Per risultare realmente utile, l'applicazione dovrà avere la stessa interfaccia su tutto il territorio nazionale.

E ancora è importante l'allargamento dell'obbligo di avere un defibrillatore per le società sportive, non solo nello svolgimento delle partite, ma anche durante gli allenamenti, che per frequenza vedono un'incidenza maggiore di casi di emergenza, completando nella direzione del buonsenso ciò che era già previsto opportunamente nel decreto Balduzzi e nelle scelte compiute dai Governi a guida PD negli anni scorsi.

Insomma, questa legge consentirà di aumentare il denominatore di persone disposte ad un atto di solidarietà, senza aver paura di avere effetti collaterali legali, amplierà le occasioni di formazione fin dal percorso scolastico, aumenterà e renderà facilmente reperibili soccorritori vicini ad un'emergenza, anche grazie alle possibilità di geolocalizzazione consentite dalle moderne tecnologie, diffondendo la presenza di defibrillatori e migliorando la cardioprotezione delle nostre città. Vi era il rischio, trattando questa materia, di fare una legge manifesto, una legge di testimonianza, poco concreta; così non è stato: si è riusciti a convergere su alcuni obiettivi in grado di produrre un reale avanzamento nel sistema dell'emergenza-urgenza, come ci è stato riconosciuto in sede di audizione dall'Italian Resuscitation Council e da tutti gli esperti in materia di rianimazione cardio-polmonare, un testo unificato figlio di un buon lavoro di collaborazione svolto in Commissione affari sociali, un testo che riprende tutti gli aspetti decisivi che avevamo proposto nel nostro progetto di legge, un testo che fornisce strumenti concreti in grado di aumentare la possibilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. Concludo Presidente, concludo e non essendosi per fortuna realizzato l'incipit del mio intervento, lo faccio annunciando che per tutte queste ragioni vi è il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico al provvedimento di legge in esame.