Discussione sulle linee generali
Data: 
Mercoledì, 24 Ottobre, 2018
Nome: 
Luciano Pizzetti

A.C. 1209-A

Grazie, Presidente. Io intanto, lo dico con rispetto anche per la mia terra da cui provengo insieme al Ministro Toninelli, trovo che sia davvero incomprensibile e inconcepibile che il Ministro che porta la firma principale di questo provvedimento non abbia avuto modo, tempo, rispetto per presentarsi nelle Commissioni ed ora in Aula.

Io ringrazio il sottosegretario Rixi, che ha seguito l'iter del provvedimento, ma questo non può non portarci a non tener presente e a non segnalare questo comportamento del Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Naturalmente, non credo che sia in missione per ponti né, tanto meno, penso che stia andando là dove lo porta il cuore. Penso semplicemente che abbia compiuto una scelta, cioè la scelta di non mostrare un volto in questo Parlamento, a fronte di un decreto che è stato gestito in modo confuso e contraddittorio come non mai.

Questo è un decreto emergenza che complica le condizioni del post-emergenza. Le condizioni, queste condizioni difficili solo in parte sono state superate dalla utile, ma non sufficiente azione emendativa condotta nelle Commissioni riunite e che, perciò richiederà, questa azione, un più proficuo lavoro in Aula; è un lavoro che faremo.

Il Governo e la maggioranza hanno fatto muro per impedire che le norme fossero più favorevoli alle popolazioni e alle imprese colpite, più efficaci nell'azione ricostruttiva, meno esposte rischi di ricorsi e controricorsi e di contenziosi che allungheranno i tempi della ricostruzione, così da far apparire, purtroppo, una mera chimera la fruibilità del nuovo ponte di Genova dalla fine del prossimo anno. E la responsabilità di questo sarà una e una soltanto, cioè una responsabilità del Governo che, appunto, ha agito in tal modo.

Il Governo e la maggioranza hanno fatto muro anche su qualcosa che non ha solo un valore materiale di inefficacia dell'azione demolitrice e ricostruttiva del ponte, ma ha anche un valore etico e morale. Hanno incredibilmente impedito che la legalità permeasse questa norma.

Io mi rivolgo a lei, Presidente, perché se ne faccia carico verso il Presidente Fico; anzi, mi rivolgo direttamente al Presidente di questa Camera, mi rivolgo a lui direttamente perché egli ha voluto sempre significare il suo scrupoloso attaccamento al valore della legalità e per la forza democratica della sua funzione.

Allora, sulle norme antimafia, cioè di contrasto al rischio delle infiltrazioni mafiose e criminali nell'opera di demolizione e ricostruzione del ponte, il provvedimento ha fatto acqua ed è stato posto solo in ultima istanza un piccolo argine. Sono state, queste norme, completamente bypassate nel decreto originato dal Governo. Ci sono state audizioni che ne hanno richiesto l'inclusione a viva voce. Emendamenti delle opposizioni sono stati presentati e respinti senza arte e con molta parte. Un rinsavimento legislativo in zona Cesarini c'è stato mediante un'operazione stravagante, di far sì che la I Commissione ponesse una condizione alla conversione del decreto. Bene, questa condizione è stata introdotta con un emendamento del relatore, dopo che l'esame del provvedimento si era concluso e appena prima del mandato al relatore.

Allora, Presidente, chiediamo a lei di censurare questo comportamento, perché questo comportamento ha comportato anche il divieto di subemendare tale emendamento. E non siamo in presenza di un argomento di cui mai si è discusso, siamo in presenza di un argomento che ha tenuto banco per lungo tempo nelle audizioni e nelle Commissioni, che è stato presentato e respinto scientemente; e poi, a fronte di fatti accaduti esternamente, e cioè le pressioni che sono state esercitate, finalmente il Governo è rinsavito e ha pensato, via relatori, di introdurlo, appunto dopo che, su questo argomento, c'era stato un approfondimento della discussione ed era stato posto un diniego incomprensibile.

Ebbene, si è impedita un'azione appunto di ulteriore miglioramento del provvedimento. Ecco, questa è una valutazione che va oltre il merito; è un comportamento che deve poi essere posto all'attenzione dei livelli degli organi di garanzia di questo Parlamento perché le opposizioni non possono ovviamente, in una Commissione parlamentare, subire questo atteggiamento. Vale anche per il condono; il Presidente Fico si è autorevolmente pronunciato in ordine all'espulsione, dal decreto fiscale, delle norme più sfacciatamente condoniste e di sostegno occulto, di fatto, ai fenomeni criminali, quali il riciclaggio. Le chiediamo allora, chiediamo al Presidente eguale pronunciamento sulle norme contenute nel testo in discussione, che rendono lecito l'illecito; su Ischia, siamo in presenza, lo hanno detto i colleghi, di un condono tombale legittimante dell'illegalità e addirittura premiale; si condona l'abuso, non di necessità; si consente di ricostruire e si danno i soldi per la ricostruzione, ossia lo Stato legittima l'abusivismo e paga l'abusivo. Presidente, davvero, vi è materia per una sua autorevole pronuncia, che mi auguro abbia la medesima efficacia di quella avuta, in parte, sul decreto fiscale, che possa produrre i propri effetti nella fase emendativa del testo, consegnato all'Aula dalla Commissione.

Lega e 5 Stelle continuano a richiamarsi al contratto; è un matrimonio d'affari in logica scambista e senza veli; lo scambio di condono, quello di Ischia, in cambio di quello fiscale; a lei chiediamo di pronunciarsi, Presidente, non sul contratto scambista - non le compete - ma sull'illegalità che lo Stato non solo subisce ma promuove, anche attraverso un uso spregiudicato delle deroghe che travolgono la legislazione ad uso e consumo di interessi particolari. Avete sostituito lo sciocco “ciaone” con il vergognoso “derogone”. Complimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! La maggioranza e il Governo hanno costruito un decreto bicefalo, inserendo questioni tra loro diversissime: il crollo del ponte di Genova ed il terremoto di Ischia; lo hanno fatto con una tremenda logica ricattatoria: usare il disastro di Genova per coprire l'abusivismo ad Ischia, convinti che, di fronte al dramma di Genova, noi saremmo stati silenti sul resto. Noi respingiamo il ricatto, malvagio e immorale. Abbiamo lavorato per accogliere le fondamentali istanze della comunità genovese, per loro e per tutti noi, perché Genova è un punto nevralgico del sistema Paese; con la medesima determinazione, denunciamo gli ammiccamenti all'illegalità, in cambio di voti. Scopriamo, cara collega del cambiamento, che vi siete ispirati, non a madre Teresa, ma assai più prosaicamente ad Achille Lauro, un po' più oneroso per lo Stato, visto che un vano costa più di una scatola di pasta o di un paio di scarpe (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Un decreto nato male non è finito peggio solo grazie alla compattezza e alla determinazione dell'intera comunità genovese, supportata da un impegno costante dei parlamentari dell'opposizione e del PD in particolare; insieme, abbiamo fatto sì che maggioranza e governo accogliessero le istanze che hanno indubbiamente migliorato il decreto; purtroppo, la resistenza passiva dei portatori del cambiamento ha impedito che questo decreto venisse ancor più migliorato. Permangono assenze incomprensibili per il ripristino e il potenziamento del sistema ligure. Gronda e Terzo valico non solo non ci sono, ma continua la saga horror dei costi-benefici che rinvia, rallenta ed impedisce; permangono confusione ed incertezza sull'azione ricostruttiva del ponte e dei soggetti chiamati a realizzarla sulla base di ideologismi talebani che confliggono con una trasparente logica del fare e rischiano di generare conflitti interpretativi sulla normativa, generando a loro volta ricorsi e contenziosi.

Aspi non va demonizzata moralmente ma costretta a risarcire secondo una delle logiche più vecchie del mondo: chi rompe paga, in solido e in responsabilità. Aspi è concessionaria, Aspi è responsabile, Aspi deve pagare. La vostra logica demenziale invece ha già colpito in primo luogo gli sfollati e il valore del risarcimento loro spettante e dovuto. Il falso moralismo nulla ha a che fare con l'etica pubblica ed è nemico della trasparenza, consente indignazione a beneficio del popolo e accomodanti intese assai, molto assai pragmatiche. Permane una sottovalutazione incredibile della funzione strategica del porto di Genova dalla cui operatività dipende non solo l'economia di Genova e del retroterra del Nord Italia, ma quella dell'intero Paese, tanto più che è proprio sulla domanda estesa e sul flusso delle merci da e per l'estero che principalmente si basa la nostra economia. A meno che il post disastro sia il prototipo della decrescita felice al termine della quale varrà un non detto: chi ha mangia e chi non ha guarda il cielo. Noi insieme alle altre opposizioni abbiamo condotto un'azione emendativa importante che riproporremo in Aula sui temi che tanti colleghi hanno ben evidenziato. Noi sosterremo in ogni sede il Governo se vorrà agire per l'istituzione della grande Genova e della zona economica speciale. Noi riproporremo l'estensione temporale della cassa integrazione in deroga, peraltro non prevista nel decreto originario, questa sì uno buona deroga, come richiesto da tutte le forze sociali ed economiche genovesi unitamente a quelle spirituali a partire dall'Arcidiocesi. Noi lavoreremo per una soluzione che assicuri agli sfollati risarcimenti soddisfacenti e soluzioni abitative adeguate. Il nostro è stato da subito e sarà uno spirito massimamente collaborativo e di concorso alla ricerca delle vie migliori per la ripartenza di Genova e della Liguria, anche per dare a Genova la sede dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture. Anche qui non comprendiamo la schizofrenia del Governo: si annuncia con grande pompa che si supera la società ANAS strade e ferrovie, oltretutto con costi al seguito e si attiva un'agenzia per la sicurezza di strade e ferrovie; davvero sono i misteri della mente governativa. Noi aiuteremo il presidente Toti e il sindaco Bucci nella loro azione molto, molto complicata e impegnativa e riteniamo sia stata una scelta giusta, pur molto tardiva, per le vostre lotte di potere, quella di nominarli commissari investendo sui principali punti di forza della Repubblica, vale a dire le massime espressioni democratiche territoriali e locali. Anche per questo denunciamo l'azione punitiva di vera e propria rappresaglia nei confronti dei presidenti delle regioni terremotate. Maggioranza e Governo li hanno estromessi in modo tanto irresponsabile quanto ignobile dall'azione ricostruttiva; siete arroganti e poco trasparenti e fate pure danni. Chiedo alla Lega che si batteva per le autonomie e per il federalismo: non provate un po' di imbarazzo e anche un po' di disgusto per l'estromissione dei presidenti delle regioni? Spero che nell'azione emendativa questa condizione venga superata.

Ho terminato Presidente, la collaborazione ha come premessa l'onestà e la lealtà; in maniera onesta indichiamo problemi e opportunità di soluzione. In modo leale agiremo con gli emendamenti affinché in queste ore vengano apportati i significativi correttivi da molti richiesti. Confidiamo che in Parlamento i deputati di maggioranza siano meno muti e il Governo meno sordo. I cittadini onesti sappiano che la nuova stagione dei condoni che premia le illegalità ha con i 5 Stelle e la Lega nuovi padri e nuove madri. I cittadini di Genova sappiano che il 31 dicembre 2019 il nuovo ponte non ci sarà e se non ci sarà la colpa esclusiva sarà dei mandanti politici di questo decreto, vale a dire il Governo in primo luogo. Proprio per evitare che i cittadini debbano subire questa condizione lavoreremo per migliorare il decreto anche con un'azione di potabilizzazione laddove questa si rende necessaria e non vi daremo l'alibi di porre la fiducia. Dovrete mostrarvi al Paese respingendo emendamenti e ordini del giorno che rispondono a ciò che imprese e cittadini chiedono.

Questo alibi proprio non ve lo daremo. Se la volete mettere, sarà solo responsabilità vostra