Dichiarazione di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Martedì, 14 Febbraio, 2023
Nome: 
Roberto Morassut

A.C. 750

Grazie, Presidente. Ogni uomo ha diritto alla sua terra. La nostra civiltà occidentale, nelle sue radici pagane, bibliche e poi cristiane, non ha mai smarrito questo principio di fondo che lega l'uomo alla terra. È la legge della vita contro quella della morte, e per l'uomo vuol dire terra; è una legge sacra che da sempre è stata rispettata ed onorata. Nessun Governo, quindi, può avere l'autorità di esercitare il suo piccolo ed effimero diritto di decidere violando convenzioni internazionali e antichi principi per sovrastare il diritto alla vita di migliaia di donne, uomini e bambini che, per mare, fuggono da terre rese sempre più inabitabili da un modello di sviluppo e di produzione di cui noi siamo responsabili.

Basti ricordare la catastrofe ecologica del lago Ciad, il cui bacino idrico si è ridotto, a causa della siccità, del 65 per cento in cinquant'anni, producendo instabilità nella regione, guerra e fuga di popolazioni che transitano, in gran parte, per la Libia.

La Presidente Meloni, riferendo al Senato sul Consiglio europeo, il 15 e 16 dicembre, ha detto che la soluzione al problema dei flussi migratori non è nel redistribuirli tra i Paesi europei, ma nel bloccare le partenze. In campagna elettorale aveva sfoderato la ridicola idea di fare un blocco navale sulle coste della Libia, cosa di cui non parla più perché, come era già allora evidente, la follia politica di una simile proposta era pari a quella economica. Tanto vale per la retorica del richiamo ad Enrico Mattei, espressione di un'altra stagione del rapporto tra l'Italia e i Paesi africani. Retorica, solo retorica.

Allora, questo Governo si è inventato un decreto di due articoli sulla gestione dei flussi migratori che è semplicemente un decreto sui naufragi e di criminalizzazione operativa delle organizzazioni non governative, una bandierina da sventolare, come il decreto Rave, per dire: abbiamo fatto qualche cosa. È un decreto che arriva nel mese di febbraio, quando i dati del cruscotto del Viminale non segnalano nemmeno un aumento particolarmente elevato degli sbarchi rispetto allo stesso periodo del 2022, quindi non tali da giustificare l'urgenza e la necessità di un decreto-legge, di un provvedimento che, ancora non convertito, è stato già contestato dal Consiglio d'Europa che ne ha chiesto il ritiro. Ben si è guardata la Presidente Meloni dal porre il tema del regolamento di Dublino, per non urtare le relazioni con gli amici di Visegràd, con i regimi sovranisti dell'Est Europa, disponibili ad accogliere solo una fattispecie di profughi e di migranti, in base al colore degli occhi, della pelle e dei capelli.

Noi, invece, non facciamo differenze. Il Governo Draghi fu promotore, fin dalle prime battute della guerra in Ucraina, di un programma di accoglienza profughi, perché l'umanità e le ragioni della pace non hanno distinzione, non si differenziano per specie o per nazionalità. Il Governo del Presidente Draghi lo ha fatto da protagonista, con l'autorevolezza e il riconoscimento che questo Governo, invece, non ha, come abbiamo visto in questi giorni. Ci avete fatto tornare, in pochi mesi, in seconda classe e questo certo non aiuterà l'Italia ad affrontare anche la questione migranti con il necessario rapporto di collaborazione che occorre per affrontare il tema di Dublino o per predisporre le giuste azioni che vadano verso una nuova missione di pattugliamento e di soccorso europeo per chi rischia la vita, sul modello Mare Nostrum, e verso la redistribuzione obbligatoria di chi ha diritto d'asilo tra tutti i 27 Paesi dell'Unione europea, nessuno escluso. Voi, invece, avete regalato 5 motovedette a quella Guardia costiera libica che, dalle Nazioni Unite - non dal Partito Democratico, non solo dal Partito Democratico - e dalla stampa italiana e internazionale, oltre che da testimonianze di organizzazioni umanitarie, viene ormai riconosciuta come responsabile di violenze, stupri e uccisioni di migranti, spesso in combutta con quei trafficanti che voi dite di voler combattere. La vostra ricetta è girarsi dall'altra parte. Se non possiamo fare un blocco navale, che muoiano in mare senza che noi ci se ne debba occupare, perché questo è scritto nei pochi ma chiari commi e articoli di questo decreto, che voi avete voluto immodificabile e approvato con la fiducia.

Colpite le organizzazioni non governative, identificandole come l'ostacolo principale a questo vostro irresponsabile schema; ed è vero che sono un ostacolo, perché la loro azione umanitaria vi costringe a fare di più e a costruire le basi di una vera politica per la gestione dei flussi ed il governo degli sbarchi. Tutto questo nonostante i numeri siano chiari e raccontino con evidenza che il contributo delle ONG al salvataggio e agli interventi complessivi di soccorso in mare non arriva, oggi, al 15 per cento degli interventi. Le norme di questo decreto violano i principi basilari degli antichi istituti del soccorso in mare in acque non territoriali e del codice della navigazione e le norme delle principali convenzioni internazionali ratificate dall'Italia in materia di salvataggio e soccorso in mare, toccano e ledono princìpi costituzionali fondamentali, creano ostacoli all'azione di soccorso rapido, imponendo il raggiungimento di porti lontani e dettando tempi, definiti “rapidi” in modo tanto generico quanto discrezionale, per le azioni di primo soccorso, ostacolano la possibilità di eventuali ulteriori soccorsi nel tragitto di raggiungimento dei porti e scaricano sui comandanti delle navi di soccorso adempimenti che non spettano loro ma spettano alle autorità pubbliche, in primo luogo ai prefetti. Con questo decreto, quindi, voi volete sguarnire il Mediterraneo, rendere più difficile il soccorso e, per questa via, lasciare che sia il mare ad occuparsi del problema.

Il cardinale Matteo Zuppi, vescovo di Bologna, in questi giorni ha detto, anche a nome della Conferenza episcopale italiana: le ONG salvano vite e, se c'è qualcuno in mare, aiutiamolo. Le ONG spingono i migranti a partire, ha detto invece, recentemente, il Ministro dell'Interno.

La miopia di questa affermazione e il suo cinismo ci lasciano senza parole, soprattutto alla luce dei dati oggettivi e attuariali sul fenomeno delle migrazioni, registrato dalle Nazioni Unite, che da anni ci richiama alla complessità e profondità del tema dell'immigrazione e che ci dice che, entro il 2050, a causa della crescita demografica e della riduzione delle risorse naturali e dell'acqua, soprattutto, lo spostamento dei migranti da alcuni Paesi dell'Africa e dell'Asia sarà enorme. E non potrà essere fermato con la retorica o con risibili misure di protezione, ma solo governato con una grande e intelligente politica di accoglienza e di integrazione.

Parliamo di colossali eventi umani ai quali non si può guardare con la meschinità di oggi né con parole superficiali. Non sono ancora uscite dalla nostra mente le parole, poi ritirate goffamente dal Ministro Piantedosi in occasione del pasticcio della Humanity 1: “carico residuale”, disse il Ministro. Per questi motivi, ma soprattutto per la memoria dei tanti bambini che continuano a morire in mare, gli ultimi cinque al largo di Lampedusa alla fine di ottobre, e per l'infinita tenerezza degli occhi delle loro madri, che non possono essere dimenticate, annuncio il voto contrario del Partito Democratico alla fiducia al Governo per il cosiddetto decreto sulla gestione dei flussi migratori.