Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 3 Agosto, 2022
Nome: 
Nicola Pellicani

A.C. 3702

Grazie, Presidente. Il decreto che convertiamo oggi contiene norme indispensabili per continuare a perseguire la strada del Piano nazionale di ripresa e resilienza, interventi coerenti con quegli obiettivi che ci aiutano a snellire ulteriormente gli iter amministrativi e autorizzativi e ad accelerare la realizzazione di opere sostenibili e resilienti. Con questo provvedimento ci occupiamo anche di un tema sempre più centrale, quello dei trasporti. Lo facciamo dando il via alla sperimentazione di nuove forme di mobilità e potenziando la programmazione dei servizi di trasporto pubblico locale. Interveniamo sulla sicurezza stradale e su quelle forme di integrazione tra servizi, che sono imprescindibili per garantire migliori standard di efficienza, tanto nel trasporto di persone quanto soprattutto in quello di merci. Due interventi più importanti riguardano Roma e Venezia, di cui parlerò a breve.

Prima di approfondire i contenuti del provvedimento, voglio però evidenziare che in questa atmosfera surreale, in cui siamo qui a convertire il decreto di un Governo dimissionario, il ruolo del Parlamento è stato ulteriormente mortificato, più di quanto non sia già avvenuto nel corso dell'intera legislatura.

Il provvedimento che ci apprestiamo a votare avrebbe potuto essere migliorato se ci fosse stato solo l'ordinario confronto tra Governo e Parlamento, ma così non è stato; è una delle conseguenze della decisione di Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia di togliere irresponsabilmente la fiducia al Governo: un errore che stiamo pagando a caro prezzo. È un errore che pagheremo soprattutto nei prossimi mesi, quando davanti all'inflazione che cresce, le bollette che salgono, all'aumento delle disuguaglianze, non avremo un Governo dotato di tutti gli strumenti per poter dare risposte tempestive ed esaurienti.

Come dicevo, questo decreto contiene misure che contribuiscono a costruire un Paese più veloce ed efficiente e a fare quel salto nel futuro che attendiamo da decenni. Citandone solo alcune, ci occupiamo di infrastrutture fondamentali come le dighe, sia per la costruzione sia per la messa in sicurezza e il controllo, interveniamo per adeguare la dotazione infrastrutturale delle Capitanerie di porto e per accelerare lo sviluppo del sistema nazionale integrato dei trasporti, favorendo l'accesso ferroviario agli aeroporti incrementandone, di conseguenza, la rilevanza strategica.

Tra le questioni importanti c'è il passaggio di A24 e di A25, le autostrade abruzzesi, Abruzzo- Lazio, passaggio storico da privato, Strade dei Parchi, ad Anas, una decisione importante che deve essere accompagnata dalla massima tutela dei lavoratori e dall'aumento dei vantaggi per l'utenza dei pendolari. Già al Senato il PD ha contribuito a rafforzare la tutela dei lavoratori nel complesso passaggio con un apposito emendamento sulla clausola sociale, ma sarà necessario che il Governo intervenga sull'abbattimento delle tariffe per i pendolari e sulle tratte urbane a Roma e L'Aquila, così come indicato nell'ordine del giorno che abbiamo presentato a prima firma di Stefania Pezzopane. Ma soprattutto con il decreto diamo il via libera a due pacchetti di misure per Roma e per Venezia, due simboli del nostro Paese. Per Roma approviamo misure che consentono di accelerare la realizzazione delle opere per la viabilità in vista del Giubileo del 2025. Il decreto poi si occupa ancora di Venezia dopo che solo qualche settimana fa il Parlamento su iniziativa del PD ha approvato un'importante norma per la regolamentazione delle locazioni turistiche; con la parte che il decreto riserva a Venezia chiudiamo finalmente la vicenda dell'autorità portuale, che è stata giustamente rinominata Nuovo Magistrato alle Acque come del resto avevo proposto fin dall'inizio, recuperando la denominazione della più antica istituzione veneziana, ma soprattutto con questo provvedimento è stata finalmente ridefinita la modalità di nomina dei vertici del Magistrato alle Acque che aveva finora impedito il decollo di un soggetto indispensabile per la governance della laguna. Dopo due anni di attesa sembrava finalmente giunto il momento di dar corso alla norma che deriva dal decreto dell'agosto del 2020, ma con la caduta del Governo Venezia dovrà aspettare ancora chissà quanto. I veneziani dovranno ringraziare la decisione scriteriata di Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia di staccare la spina al Governo Draghi, perciò quel cambio di passo che aspettiamo da anni resterà ancora una volta solamente sulla carta. Sempre per Venezia il decreto consente di ampliare gli approdi provvisori per le grandi navi includendo anche il porto di Chioggia, ma soprattutto il decreto in discussione, nelle more del piano morfologico, che è stato recentemente bocciato ancora una volta dalla Commissione VIA-VAS, consentirà all'autorità portuale di compiere gli interventi necessari per garantire la navigabilità e quindi l'operatività del porto di Venezia, nonché le opere di manutenzione del Mose alle bocche di porto. Sarà poi in prospettiva il nostro il nuovo Magistrato alle Acque il soggetto che dovrà farsi carico di elaborare il nuovo piano morfologico. Sarebbe stato anche questo un argomento da approfondire nel corso dell'indagine parlamentare sui problemi di Venezia, promossa dal PD in Commissione ambiente, anch'essa bruscamente interrotta; sono stati mesi di lavoro intenso, seguiti con grande attenzione dalla città, dalla stampa ma nel disinteresse totale del centrodestra che non ha mai partecipato alle sedute della Commissione. I lavori hanno però consentito di portare alla luce sprechi, costi, consulenze e ritardi nella redazione del MoSE, un'opera non ancora conclusa dopo decenni e ha consentito inoltre di evidenziare come per superare le criticità e la paralisi che regna sovrana in città forse non sarà sufficiente aggiornare la legge speciale, bensì pensare, per Venezia, ad una riforma costituzionale sul modello di quella prevista per Roma capitale che era già approdata in Aula alla Camera senza riuscire ad essere approvata per l'improvvisa caduta del Governo.

Ormai però, signor Presidente, non si torna più indietro; nella prossima legislatura il Parlamento non potrà sottrarsi dall'affrontare il tema del governo delle grandi città italiane a vocazione internazionale che, senza poteri e strumenti legislativi adeguati, non sono in grado di risolvere la complessità dei problemi che si trovano di fronte. C'è Roma, ma ci sono, tra queste, certamente Milano, Napoli e Venezia per la sua specialità e un'unicità.

Signor Presidente, è inutile nascondere il rammarico per quanto avremmo potuto fare con il Presidente Draghi nei mesi che ci separavano dalla scadenza naturale della legislatura, ma l'irresponsabilità e i calcoli elettorali hanno prevalso di fronte agli interessi degli italiani. Noi ci abbiamo sempre messo la faccia, durante questi 17 mesi, anche quando abbiamo dovuto sacrificare le nostre battaglie per non compromettere il delicato equilibrio che si era formato a sostegno del Governo. Il centrodestra e il MoVimento 5 Stelle hanno scatenato tutto questo senza nemmeno trovare il coraggio di assumersene la responsabilità a viso aperto. Il prossimo 25 settembre ne daranno conto comunque agli elettori.

Il Partito Democratico è sempre stato coerente con le sue scelte e sempre vicino alle persone, in particolare ai più deboli; il prossimo sarebbe stato un autunno di importanti riforme, con al centro l'agenda sociale che avrebbe voluto dire salario minimo, taglio del cuneo fiscale, aumento delle pensioni. Grazie a voi, non se ne farà più niente, faremo comunque tutto questo subito dopo le elezioni con il mandato pieno degli italiani. Dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico.