A.C. 2448
Grazie, Presidente. Dicevo poco fa che abbiamo superato i 100 decreti. Se c'è un decreto motivato per l'urgenza, come avevamo già segnalato prima del vostro errore, è questo, per cui anticipo il nostro voto di astensione, nel senso di non ostacolare il rimedio a questo errore, ma debbo dire che quello che ho sentito da parte dei colleghi della maggioranza non corrisponde a verità. Non c'è nessuna diminuzione delle tasse nel nostro Paese, se ha senso ascoltare le relazioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio, ma gli stessi documenti del Governo. Questo errore nasce all'interno di un contesto, di una riforma o, meglio, controriforma fiscale, che continua a essere ingiusta, uno sbaglio voluto per un impianto corporativo, che non affronta la politica fiscale nel segno della progressività delle tasse, come vuole la nostra Costituzione, e non si fa carico del tema di una distribuzione equa del carico fiscale fra i cittadini e i contribuenti.
Per correggere gli errori, occorrerebbe guardare con verità ai dati e all'evidenza dei fatti, ma vi accontentate di dirci che domani ridurrete le tasse, vi accontentate di dirci che è aumentato il prelievo fiscale e che state lottando contro l'evasione fiscale. Noi riteniamo che anche questo non sia fondato: basterebbe guardare i dati che ci dicono gli uffici terzi, autonomi rispetto alle maggioranze o alla minoranza. La verità è che la pressione fiscale è aumentata, c'è stato un prelievo maggiore stimato di più 13 per cento, 370 milioni in più dovuti all'inflazione e al cambiamento delle regole fiscali, che gravano soprattutto sull'Irpef, sui lavoratori e sui pensionati.
Parlare di riduzione fiscale quindi è una fake news perché non corrisponde alla verità, come non corrisponde alla verità il fatto che continuate a ignorare quel termine inglese, sperando nella non comprensione dei cittadini, che si chiama drenaggio fiscale, cioè il fatto che l'inflazione aumenta il valore nominale dei redditi e, quindi, conseguentemente, se non si indicizza questo effetto dell'inflazione, aumenta il prelievo fiscale sugli scaglioni Irpef.
Nessuna iniziativa da parte vostra si annuncia su questo, in un contesto internazionale che è foriero di nuovi aumenti dell'inflazione, purtroppo, per le situazioni che stiamo vivendo, per quanto riguarda i dazi annunciati e per quanto riguarda il tema dell'altra guerra che stiamo commentando in questi giorni in Iran e che avrà conseguenze per quanto riguarda il costo dell'energia e del petrolio.
In ogni caso, avete ragione a fare la vostra parte, perché la Presidente del Consiglio Meloni ha, di recente, ribadito che questo Governo lavora per la riduzione delle tasse. Intanto, è annunciato un vostro provvedimento, di ulteriore proroga, della vostra cosiddetta “riforma fiscale”. Quindi, tutto pare destinato ad essere rinviato a dopo le elezioni del 2027. Nel frattempo, aumentano le ingiustizie tra i cittadini che, con lo stesso reddito, con tassazioni diverse, pagano importi diversi e, nel frattempo, l'inflazione continua a mordere e a vanificare gli aumenti contrattuali ottenuti dai lavoratori non per merito del Governo, ma per merito dei sindacati.
Quindi, è una situazione sempre più insostenibile e contraria agli elementi di giustizia normali di un Paese civile.
Assistiamo, per giunta, al fatto che questo aumento della pressione fiscale - altra cosa che ignorate, mentre dite che, a livello nazionale, diminuite le tasse - si sta ripercuotendo nei comuni e nelle regioni, dove molti comuni e molte regioni sono costretti ad aumentare l'addizionale Irpef comunale e regionale. Notate bene: con il fatto che avete aumentato le imposte sostitutive che non pagano nulla ai comuni e alle regioni, sono aumentate così, anche da questa via, le diseguaglianze territoriali e le ingiustizie all'interno dei contribuenti della nostra Repubblica.
La verità è semplicemente questa. Il tempo sicuramente è galantuomo, ma i dati delle buste paga, già leggibili, ci dicono che abbiamo tutto meno che una riduzione del carico fiscale. Prima di parlare di riduzione del carico fiscale con questo debito pubblico, noi ci ostiniamo a dirvi che sarebbe già sacrosanto agire su una maggiore distribuzione del carico fiscale nel segno dell'equità e dell'eguaglianza. Ma non contenti di questo, con una certa improntitudine, il dibattito attuale del Governo, tra le forze di maggioranza di questo Governo, è se bisogna intervenire per ridurre ulteriormente le aliquote - non si sa con quali risorse - o se, oppure, bisogna fare la pace fiscale, con l'ennesimo condono, sanzione voluto dagli esponenti della Lega.
Noi non ci infiliamo in questa diatriba, perché fa parte di un ragionamento che non sta in piedi, anche in termini economici, ma sicuramente non ci infiliamo nel termine “pace fiscale”.
In realtà, da tempo, è stata dichiarata una guerra, che non avete il coraggio di annunciare, ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, che semina ingiustizie e continua ad aggravare le diseguaglianze nel nostro Paese. Guardiamo a quel che resta dell'Irpef, perché ormai dobbiamo parlare di questo.
È un caos programmato, in cui 3 aliquote si intersecano con bonus decrescenti al crescere del reddito e detrazioni per tipo di reddito, anch'esse variamente articolate.
L'effetto di questo combinato disposto che voi chiamate “semplificazione del sistema fiscale” è che ora abbiamo ben 7 aliquote marginali effettive, con un andamento totalmente imprevedibile.
Ad esempio, un lavoratore con un reddito lordo di 35.000 euro, a fronte di un aumento di 100 euro, guadagnato con la contrattazione, si deve confrontare con un'aliquota marginale effettiva del 56,18 per cento e gli restano in tasca solo 144 euro netti.
Questi sono i dati con cui noi vorremmo confrontarci con voi, ma a voi non interessa affrontare il tema che abbiamo un sistema fiscale che distribuisce l'onere in modo casuale e ingiusto, creando continuamente regimi speciali, alternativi all'Irpef, per categorie di reddito, quando non di singole porzioni degli stessi redditi, violando il principio basilare per cui, a parità di reddito, si dovrebbe pagare la stessa imposta.
È un criterio molto semplice, previsto dalla nostra Costituzione. Ma, in realtà, abbiamo compreso bene che il vostro intento non è dire, alla luce del sole, che siete contro la progressività fiscale, voluta dalla Costituzione, ma, come state facendo per altre materie, portarci al fatto compiuto di uno svuotamento effettivo della progressività fiscale, con un regime fiscale ingiusto e divisivo.
Per non parlare dei giovani. Noi ne vogliamo parlare anche in questo contesto, dove si rimedia a un errore, per ricordarvi che, oggi, i giovani sono costretti, pur di guadagnare redditi bassi, ad aprire una partita IVA e lavorare come finti autonomi, rispetto al fatto che avete introdotto con la flat tax un prelievo proporzionale del 15 per cento fino a 85.000 euro.
Questo è un fatto, la flat tax, che sta aggravando ulteriormente le ingiustizie nel nostro paese.
Vi segnalo, a futura memoria - ma di questo avevamo già avvisato - che fissare un tetto a 85.000 euro significa favorire quello che sta già avvenendo, ossia molti posticiperanno le loro dichiarazioni per non superare gli 85.000 euro e restare col 15 per cento di tassazione. Il contrario di un sistema fiscale che incentiva lo sviluppo economico, che incentiva la crescita delle nostre aziende.
Quindi, noi riteniamo che il vostro sistema fiscale sia ingiusto; ne abbiamo proposto un altro che non vi interessa, che è quello di non continuare con l'accorpamento delle aliquote Irpef, ma di prevedere un sistema di aliquote, come avviene in Germania, un metodo condiviso da un numero crescente di studiosi che comporterebbe il fatto che, superando la logica degli scaglioni, ogni contribuente potrebbe avere, in tempo reale, la situazione effettiva delle tasse che deve pagare, nel segno della progressività e della giustizia fiscale.
I conti stanno venendo al pettine, continuate pure ad annunciare tagli improbabili di riduzione del carico fiscale, mentre aumentano il lavoro povero e i lavoratori che, pur lavorando, non arrivano a fine mese. Come certifica la Caritas, stanno aumentando, in modo notevole, le povertà assoluta nel nostro Paese, ma l'importante per voi non è rimediare a uno sbaglio, l'importante per voi è riuscire a introdurre un sistema che vanifica la progressività fiscale e la giustizia fiscale nel nostro Paese.
Auguri per il domani che avete annunciato.