Discussione generale
Data: 
Martedì, 20 Maggio, 2025
Nome: 
Christian Diego Di Sanzo

A.C. 2402

Grazie, Presidente. Oggi è un giorno in cui il Governo Meloni va a mettere un altro tassello, quello più tragico del piano di smantellamento delle realtà degli italiani all'estero.

Un piano al quale assistiamo dall'inizio di questo Governo, che pezzo dopo pezzo state attuando per distruggere la realtà degli italiani all'estero, ostacolandola non per necessità, ma per una chiara scelta politica. Quando il Ministro Tajani ha annunciato questo provvedimento il 28 marzo devo ammettere che ci ha colti di sorpresa. Non sapevamo dell'esistenza di questo provvedimento che si sarebbe rivelato una realtà, una novità pesantissima per tutti italiani all'estero. Non ci siamo mai sottratti a un ragionamento complessivo sulla riforma della cittadinanza e saremmo stati ampiamente disponibili a trovare e a intavolare insieme una discussione che potesse trovare una soluzione che bilanciasse la lotta agli abusi, la certezza amministrativa e la coerenza con la realtà sociale. Una riforma che avrebbe dovuto usare la strada di una proposta di legge, di un disegno di legge invece che quella del decreto-legge per il quale è oggettivamente impossibile trovare le ragioni di necessità e urgenza per una questione che si protrae da decenni.

Questo decreto è arrivato in Consiglio dei ministri come una scure pesantissima per gli italiani all'estero, che pone uno spartiacque tra prima e dopo il 27 marzo. Un decreto annunciato male con motivazioni fantasiose - e ci ricorderemo della conferenza del Ministro Tajani - ma che è finito peggio. Noi infatti pensavamo che la discussione al Senato potesse portare a una soluzione condivisa e speravamo di trovare al Senato un dialogo tra maggioranza e opposizione che si risolvesse alla fine in una soluzione bilanciata, non in un'ulteriore stretta peggiorativa che va a limitare strettamente la cittadinanza delle generazioni passate, ma anche di quelle future degli italiani all'estero.

Con questo decreto voi oggi state dicendo che i figli di chi ha la doppia cittadinanza non potranno essere più italiani a meno che i genitori non abbiano vissuto 2 anni in Italia. Un decreto che impone un limite fortissimo a tutti gli italiani che vivono oggi l'esperienza dell'emigrazione. In pratica state dicendo che i nipoti di chi oggi emigra non saranno più cittadini italiani perché i nonni si sono macchiati del peccato di acquistare la doppia cittadinanza.

Una legge che ci riporta in pratica indietro di 30 anni a quando non esisteva la doppia cittadinanza, un salto nel passato che non potevamo neanche lontanamente pensare di vedere oggi fatto proprio da questo Governo che in campagna elettorale diceva di voler difendere gli italiani all'estero. Con questo provvedimento oggi voi dite ai nostri giovani ricercatori, imprenditori, professionisti che se oggi se ne vanno dall'Italia li punite con la minaccia che i loro nipoti non potranno essere italiani. Un messaggio chiaro per dire che se vai e rinunci all'Italia lo farei per sempre, per i figli dei tuoi figli, perché voi concepite chi oggi si trasferisce in un altro Paese come un traditore della Patria che deve essere punito. Ma se pensate che questo sia un modo per trattenere in Italia i nostri giovani e fermare la nostra emigrazione vi sbagliate perché con le minacce non otterrete niente.

Oltre a questo avete inserito altri aspetti volti solo ad ostacolare la vita degli italiani all'estero, come la registrazione entro un anno dei nuovi figli quando i nostri consolati sono già oberati di pratiche e molti richiedono appuntamenti per svolgere le pratiche di stato civile, appuntamenti che sono spesso molto difficili da trovare. Quindi, si rischia che molti giovani, neonati italiani perderanno il diritto alla cittadinanza solo perché non troveranno un appuntamento in consolato.

Avete poi messo questo spartiacque tra prima del 27 marzo e dopo il 27 marzo per le pratiche di cittadinanza, creando caos e confusione negli uffici consolari, perché siete incapaci di gestire una transizione organizzata che poteva essere programmate e strutturata. E poi solo grazie all'intervento del Partito Democratico siamo riusciti a salvare le pratiche di chi aveva già un appuntamento, il minimo che si potesse fare per evitare di passare come il solito Paese di Pulcinella dove si promette prima una cosa a persone che spendono migliaia di euro per ottenerla e poi a un certo punto si annulla tutto dicendo che abbiamo semplicemente scherzato.

Direi che l'unica notizia positiva di questo provvedimento è la possibilità del riacquisto della cittadinanza per chi l'ha persa prima del 1992.

Una battaglia bipartisan che noi fortemente rivendichiamo, come Partito Democratico, per il lavoro che abbiamo fatto per costruire e raggiungere questo risultato, un lavoro avviato già da anni, da più legislature. Solo in questa legislatura c'erano ben 3 proposte alla Camera sul riacquisto della cittadinanza. Però avete ottenuto un risultato a metà perché chi riacquista la cittadinanza non potrà trasmetterla ai figli nati quando non era cittadino e soprattutto non potrà trasmetterla ai propri nipoti. Il riacquisto non era tanto fondamentale solo per far morire da italiano chi era nato italiano, ma lo era anche per i loro figli e i loro nipoti e non si può pensare che ora voi andrete a rivendervi questo risultato nelle comunità all'estero senza però dire che non avrà alcuna influenza sulle loro famiglie. Per questo è un giochetto che può funzionare uno o due mesi perché non appena andranno al consolato a cercare di registrare i propri figli o i nipoti si accorgeranno che la vostra è stata solo una promessa parziale. Chi vuole oggi riacquistare la cittadinanza non lo fa solo per sé, ma lo faceva proprio per condividerla con la famiglia e questa cosa non gli sarà possibile.

Voi che siete il partito di Mirko Tremaglia, uno degli artefici di una riforma che però fu bipartisan - attenzione - del voto degli italiani all'estero, siete coloro che oggi decretano la morte delle comunità all'estero. Oggi infatti stiamo assistendo al sacrificio delle comunità di italiani all'estero che voi avete deciso di immolare oggi sull'altare del nazionalismo perché nella vostra idea di Patria non esiste che qualcuno possa essere cittadino di più Paesi e che in un mondo globalizzato si possa avere più di una cittadinanza. Quindi, l'unico modo che avete di interpretare la realtà di oggi, che voi non riuscite a comprendere, è quello di riportarci a 30 anni fa, ossia a quando non esisteva la doppia cittadinanza, perché la realtà del mondo vi sfugge e riuscite solo a sopravvivere rinchiudendovi nel vostro nazionalismo.

Oggi è quindi il giorno dell'inizio della fine di una realtà, di un'eredità culturale, politica e storica: quella delle nostre comunità all'estero. Comunità che non capite come poter integrare nel sistema Paese, che vi fanno paura e che non sapete come rendere partecipi se non a parole quando andate a cercare il loro voto. Ma io spero che gli italiani all'estero si ricordino il nome, questa volta è la Presidente Giorgia Meloni, di colei che ha decretato la fine delle nostre comunità.

Noi, come Partito Democratico, crediamo in un'idea fondamentalmente diversa del mondo, in un mondo in cui l'esperienza internazionale dei nostri giovani è un valore e non un demerito, in un mondo in cui si può essere cittadini di più Paesi e costruire ponti tra l'Italia e l'estero. Ed è per questo che voteremo convintamente contro ad un provvedimento che ci riporta agli anni Ottanta perché invece di andare avanti voi avete deciso di riportare il mondo indietro.

Ma dopo questa legge io vi lancio un appello e vi invito a una riflessione collettiva e seria. Sappiamo che questo decreto oggi è solo un altro dei vostri tasselli nel piano di smantellamento delle comunità all'estero. Ma sappiamo anche che presto dovremo discutere un altro provvedimento in tema di cittadinanza che avete già mandato al Senato (il DDL cittadinanza). Ecco, quella potrebbe essere l'occasione di limitare i danni che avete fatto oggi. Almeno quella non sprechiamola.