Dichiarazione di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Giovedì, 27 Luglio, 2017
Nome: 
Elena Carnevali

 

A.C. 4595

Signora Presidente, Ministra, onorevoli colleghi, ringrazio tutti coloro che con toni di pacatezza e con un confronto anche su posizioni diverse si sono espressi in questi giorni. Ringrazio il relatore, ringrazio la collega Binetti per la lectio magistralis di ieri sera, di un grande spessore storico e di cultura scientifica.

Non è sempre stato così, lo abbiamo sentito anche adesso; e noi, guardate, non vogliamo ricorrere a nessun allarmismo per motivare le scelte di natura politica. Ci bastano le indicazioni della comunità scientifica, quelle della comunità internazionale e, francamente, quest'aria di astio e di ostilità nei confronti della Ministra e di chi, invece, voterà questa fiducia e questo provvedimento è davvero inaccettabile.

Tutti dovrebbero usare le parole con molta più prudenza e, dico anche, forse con meno presunzione. Io rispetto le competenze di alcuni, ma abbiamo sentito, in questi giorni, chi ci suggeriva di portare le vaccinazioni antiepatite B a dodici anni, non si capisce sulla base di quale indicazione scientifica; chi, invece, ci dice che è in grado di discutere di EDC genetici e chi, guardate, mi sembra di capire abbia ormai perso anche il senso della misura, perché in quest'Aula, ieri sera, abbiamo sentito parlare di attacco alla Costituzione.

Adesso sentiamo parlare di amore dei figli, come se questo fosse un patrimonio esclusivamente di una forza politica. Forse bisognerebbe ricordare a una persona che le parole in libertà hanno una certa gravità, una gravità che è inversamente proporzionale a chi, con la stessa leggerezza, quando faceva il comico prima invece di diventare e fare il capo di un movimento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… E qua la ricordo, perché io ho avuto la cortesia e anche la pazienza di andare a risentirmi quello che ho sentito con le mie orecchie, che sono rabbrividita: sentire che la poliomielite e la difterite in questo Paese sono scomparse perché sono scomparsa per i fatti loro e non per le campagne vaccinali che noi abbiamo fatto e abbiamo messo in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Credo che il ricorso alla fiducia sicuramente non sia indolore. Leggo - e lo credo - che stiamo votando il più grande e importante intervento di sanità pubblica in questa legislatura e abbiamo il dovere di iniziare una campagna vaccinale al più presto, di attrezzare i servizi di prevenzione vaccinale, di accompagnare le scuole, i servizi educativi, prima dell'avvio dell'inizio scolastico. Sta qui, di fatto, la ragione della velocità e anche della fiducia.

Certo, non possiamo dire che il dibattito non è mancato; è stata votata al Senato, peraltro, senza fiducia, dove i voti sono sicuramente molto più difficili da poter recuperare, e quel testo è stato fortemente migliorato. Voglio qua toccare alcuni punti, che sono stati quelli di fatto abbiamo toccato in tutto il dibattito parlamentare.

Il primo riguarda la questione della libertà individuale. L'atto medico di vaccinarsi non è solo compiuto per proteggere i nostri figli, l'amore di cui abbiamo sentito parlare prima, in cui ci riconosciamo tutti, ma anche quello degli altri, ed è compito dello Stato dover proteggere i figli, i più fragili, i più esposti, quelli che hanno problemi dal punto di vista dell'immunodepressione, e lo Stato ha il dovere di proteggere la sua collettività.

Si parla di violazione di libertà, del diritto… Ma non si può invocare la libertà e mettere a rischio la libertà degli altri.

E poi c'è un tema vero, profondo, in questo Paese, che riguarda il rapporto tra uomo e scienza. Noi abbiamo un approccio ambivalente anche nei confronti della scienza, della medicina e dei farmaci: da un lato fatichiamo ad accettare il fatto che ci siano delle malattie che sono incurabili…Stavo appunto parlando di un rapporto difficile tra scienza e uomo, tra il fatto che fatichiamo ad accettare che ci siano malattie incurabili e contemporaneamente anche un concetto diverso da malattia inguaribile. Io posso convivere con una malattia cronica, ma a una malattia incurabile non c'è sopravvivenza. Noi vorremmo che la ricerca scientifica affrettasse il suo processo, i suoi successi, e venisse giustamente incentivata, anche quella indipendente; dall'altro lato assistiamo alla sfiducia quanto alla contrarietà, paure e timori di cui ci dobbiamo fare carico. Questo rapporto difficile l'abbiamo misurato quando qui abbiamo affrontato il caso Stamina: era una truffa, una truffa spudorata nei confronti dei bambini, dei pazienti con malattia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E lì c'è stata la pretesa di consentire, sulla base di speranze infondate, di vedere riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale una cura che nulla aveva a che fare con le evidenze scientifiche e con la sicurezza.

Vedete, cari colleghi, la scienza, abbiamo detto, non è democratica. È un'affermazione che ha fatto discutere, ma che afferma un principio innegabile: la scienza non è un'opinione, è basata sull'evidenza, sui dati, sugli studi e sulle fonti. I vaccini salvano le persone sane, non malate; il mio primo paziente trent'anni fa in terapia intensiva fu un giovane malato di tetano. Io non l'ho mai dimenticata quell'esperienza: era una persona con un corpo totalmente rigido, marmoreo, degli spasmi muscolari che erano inguardabili, intollerabili in un paziente totalmente vigile. Abbiamo dimenticato che cosa voglia dire potersi ammalare di queste malattie e non c'è natura che si possa sostituire al progresso scientifico.

I vaccini impediscono che si contraggono le malattie, che si diffondano; i vaccini hanno evitato la morte di 500 milioni di persone e nel decennio tra il 2011 e il 2020 permetteranno di evitare la morte a 25 milioni di persone. O forse pensiamo che anche tutto questo sia frutto di un complotto globale, dall'OMS alle multinazionali, e tutte le facezie che abbiamo sentito, e sentito leggere nelle e-mail scritte in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

In Italia la spesa per vaccini è l'1,4 del totale della spesa del Servizio sanitario nazionale. Certo, serve trasparenza: trasparenza nei prezzi, trasparenza nella contrattazione; ma a conti fatti chi ci guadagna è solo la salute pubblica.

Sul ricorso all'obbligatorietà: noi abbiamo già guardato sul diritto o sull'incostituzionalità, e abbiamo già in qualche modo sgombrato il campo. Però basterebbe ricordare che in questo Paese ci sono stati 32 anni in cui c'era l'obbligo delle vaccinazioni, c'erano sanzioni penali, c'era l'interdizione dalla scuola: nessuno ha mai sollevato problemi di incostituzionalità e nessuno si è sognato di dire che quello era un provvedimento da Paese totalitario. E forse basterebbe ricordare - e lo dico tramite la Presidente ai colleghi della Lega - che anche nella regione Lombardia è previsto che non ci sia la possibilità di accedere ai servizi per l'infanzia quando non c'è la presenza di vaccinazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il ricorso all'urgenza, si dice, è immotivato perché non ci sono epidemie: e meno male che questo non avviene! E meno male che questo non è ancora accaduto! Perché con questo provvedimento ci si affida alla medicina per prevenire un tale sciagurato epilogo. Guardate, non c'è nessuna comunità scientifica, né le regioni che sono contrarie, né sul complesso né sul numero delle vaccinazioni: se ne sono aggiunte sei alle quattro già obbligatorie. Voi avete voluto far passare l'idea che noi abbiamo inserito dieci nuove vaccinazioni: è questo il punto! In qualche modo avete voluto far credere che prima di adesso non c'era assolutamente la necessità dell'obbligatorietà (Commentidei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il Veneto, la FIMMG, la FIMP, l'ordine dei pediatri, i virologi, le società scientifiche, l'Istituto superiore di sanità, il Consiglio superiore di sanità: nessuno ha sollevato obiezioni; a meno che si pensi che tutti siano al soldo delle case farmaceutiche e multinazionali. E allora vi consiglio una cosa: rivolgetevi alla procura della Repubblica, oppure di quel venticello insinuato che anche ieri è uscito in quest'Aula, con l'idea del sospetto e dell'inganno, da quello ci si difende.

Persuadere è meglio che obbligare: certo che lo è e su questo non abbiamo dubbi, e saggiamente al Senato è stata introdotta la possibilità di togliere l'obbligatorietà tra tre anni, raggiunti livelli soddisfacenti. Ma sarebbe pensabile interrompere l'obbligatorietà dell'antipolio perché da diversi anni non abbiamo focolai locali né generalizzati di epidemia, in attesa di poter vedere una paralisi in qualche bambino?

Io voglio ricordarvi qui il decalogo delle vaccinazioni: un mondo libero, in cui ogni individuo, indipendentemente da dove sia nato, indipendentemente da dove vive, indipendentemente da chi sia, possa godere di una vita libera da malattie prevedibili. Ci sono Paesi liberali in cui gli obblighi ci sono e in altri in cui invece non ce ne sono perché non ce n'è bisogno, per l'alta adesione: hanno un alto senso civico e alti principi di solidarietà. La Francia sta discutendo dell'introduzione dell'obbligatorietà, la Germania ha alzato le sanzioni a 2.500 euro.

Le cause le ha già spiegate nel suo bell'intervento il collega Fossati. Che cosa dobbiamo fare? Agire sulla sensibilizzazione, sull'accompagnamento dei genitori alle scelte vaccinali: solo con una corretta informazione sui rischi e benefici, e non nelle bacheche, ma nel dialogo con i pazienti, perché il tempo del dialogo è il tempo di cura, nell'ascolto, nella garanzia della continuità assistenziale, si può invertire la sfiducia vaccinale.

E poi spazi, Ministra, strutture adeguate e personale sufficiente. Maggior tutela e trasparenza nel farmaco e nella vigilanza, la pubblicazione dei dati e delle reazioni avverse, che sono molto poche e comunque molto inferiori sia per incidenza che per gravità. L'aspirina, per esempio, causa un numero di reazioni avverse 1.500 volte maggiore rispetto ai vaccini, e sono uno strumento comunque di rassicurazione e di consenso vero.

Abbiamo una responsabilità altrettanto importante: contrastare la diffusione pericolosa e distruttiva della disinformazione, che tanti danni ha provocato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lo sa bene, lo conosce bene uno Stato, che è il Regno Unito, che ha pagato un prezzo altissimo: lì si sono avuti più di 10 mila casi di difterite, la morte di quindici bambini e un'epidemia da morbillo. Presidente, Ministra, colleghi, perché questo grande intervento di sanità pubblica e di medicina preventiva abbia successo, molto dipenderà dall'accompagnamento e da ogni azione che è necessaria. Voteremo la fiducia a questo decreto-legge e lo faremo senza vergogna, perché avremo bambini più sani e una comunità più protetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).