Discussione generale
Data: 
Martedì, 22 Aprile, 2025
Nome: 
Andrea Casu

A.C. 2308-A

Grazie, Presidente. In una giornata di lutto, come quella che stiamo vivendo, non posso aprire il mio intervento senza rivolgere, anch'io, un commosso ringraziamento e saluto a Papa Francesco per tutto quello che ci ha dato fino al suo ultimo respiro (Applausi). Domani, in Aula, sarà commemorata la sua figura di esempio fino all'ultimo istante. Come istituzione faremo il nostro dovere nella giornata di domani, come parlamentari siamo chiamati oggi a fare il nostro dovere, onorando anche questa seduta, questa discussione generale e cercando di portare il nostro contributo in quest'Aula.

Io ho partecipato ai lavori di Commissione nella scorsa settimana. Ringrazio la Sottosegretaria Siracusano, che è stata presente, i relatori, i membri del mio gruppo, di maggioranza e opposizione, i funzionari della Camera, tutte le persone che hanno lavorato per consentirci di affrontare questa discussione e questo confronto.

Non posso, però, non sottolineare il fatto che se, probabilmente, avessimo avuto modo - come avevamo anche chiesto come opposizione - di affrontare questa discussione con i tempi dovuti in Commissione e non passare - come, purtroppo, passeremo - con la richiesta del voto di fiducia a breve, forse avremmo potuto rendere più comprensibile a chi osserva i lavori di quest'Aula il perché della nostra netta contrarietà a questo decreto e, soprattutto, la visione che è posta alla base dell'azione del Governo sul tema fondamentale del rinnovamento e del rafforzamento della pubblica amministrazione.

Questo è il terzo decreto PA in poco tempo e noi speriamo veramente che possa essere per il Paese l'ultimo così. E questo non perché non serva anche affrontare i temi di riforma indispensabili della pubblica amministrazione, ma perché quello di cui noi abbiamo bisogno è una riforma che non sia una riforma permanente, confusa, caotica, nella quale non si capisce veramente qual è l'orizzonte, ma che, poi, serve semplicemente a coprire - lo vediamo con nuovi decreti che vengono annunciati in corso d'opera: non abbiamo ancora finito di convertire un decreto sulle assunzioni, che emerge un nuovo decreto che cambia la modalità di selezione dei dirigenti - un'operazione. Chi mi ha preceduto ha definito “punto di rottura”, “svolta”: quello che è sicuro è che questa operazione sta portando a cambiare pelle a quella che è la pubblica amministrazione italiana.

Ed è grazie a un'iniziativa del Partito Democratico in Commissione, alla richiesta di avere il Ministro Zangrillo per un momento di confronto - per il primo momento di confronto con le Commissioni parlamentari su questo tema -, che questo cambiamento di pelle c'è stato spiegato, svelato dalle parole stesse del Ministro Zangrillo.

Questo confronto è avvenuto nella notte, è avvenuto non a favore di telecamere e non è stato un confronto pubblico, come forse avrebbe dovuto essere; è stato un confronto interno ai lavori di Commissione, ma pensiamo che si debba aprire un grande dibattito pubblico nel Paese su quello che sta avvenendo nella pubblica amministrazione, perché nel cambiamento di pelle che state portando avanti non vi è solo l'umiliazione nei confronti di alcune figure: noi abbiamo ricordato, l'abbiamo ricordato in Aula, abbiamo chiesto un'informativa su questo e continueremo a chiedere conto al Ministro Zangrillo di quello che ha detto nei confronti degli idonei nei concorsi, cioè di coloro i quali hanno superato le prove concorsuali, non sono risultati tra i vincitori ma hanno acquisito giuridicamente, oltre che moralmente ed eticamente, l'idoneità per potere svolgere quelle mansioni. Vedete, dato che nell'intervento che poi ha seguito la nostra richiesta di informativa sono state contestate quelle parole, le voglio ripetere anche in quest'Aula e le voglio ripetere proprio testualmente: il Ministro ha affermato che, nella pubblica amministrazione italiana, chi non passa un concorso viene definito idoneo, mentre nel resto del mondo viene definito bocciato e che il limite del 20 per cento sulle assunzioni e sullo scorrimento delle graduatorie è funzionale ad aumentare la qualità della pubblica amministrazione, dal momento che andando sotto tale limite si assumerebbero persone che non hanno avuto un buon esito del concorso, sostenendo altresì che la sua ambizione è che la pubblica amministrazione sia composta da persone all'altezza delle alte sfide da affrontare.

Ora, queste posizioni che lui ha rappresentato tradiscono sicuramente una mancata conoscenza di quello che è il nostro ordinamento e di quella che è anche la giurisprudenza costituzionale - è stata la stessa Corte costituzionale a chiarire che lo scorrimento delle graduatorie non costituisce una deroga al principio del pubblico concorso, in quanto presuppone lo svolgimento della selezione concorsuale, e che può contribuire a realizzare il buon andamento della pubblica amministrazione -; ma tradiscono anche un disegno che rischia di minare quello che è uno dei pilastri attraverso cui abbiamo costruito un'idea di pubblica amministrazione imparziale e indipendente: quello di andare a selezionare attraverso figure di concorso. Che cosa significa andare a minare questo pilastro? Nel momento in cui è lo stesso Ministro Zangrillo a ricordarci che da qui al 2033 ci saranno un milione di dipendenti pubblici che andranno in pensione e lo stesso Ministro Zangrillo a rivendicare che nell'ultimo biennio abbiamo avuto 350.000 nuove assunzioni e lo stesso Ministro Zangrillo a rivendicare una nuova grande stagione di concorsi, è una sua scelta - con questi numeri - mettere in contrapposizione, in una guerra tra poveri, con lo scorrimento delle graduatorie, perché ci sarebbe tutto lo spazio, l'opportunità e la possibilità di procedere sia allo scorrimento delle graduatorie esistenti che ai nuovi concorsi, perché stiamo parlando comunque di un milione di posizioni che dovranno essere solo sostituite.

Tra l'altro, in questo momento e in questo cambiamento, si inserisce una variabile pericolosa come il taglio del turnover e, in funzione di questo inserimento che è sempre il Governo ad aver portato avanti, si è costretti a fare almeno un passo indietro momentaneo anche in questo decreto sul limite al 20 per cento, perché è chiaro che, nel momento in cui c'è un blocco del turnover e c'è la necessità di procedere comunque a cambiamenti che sono indispensabili, per quanto il Ministro ha manifestato aspramente la propria contrarietà è stato costretto a sospendere, pur votando contro tutte le nostre richieste di annullare definitivamente questo assurdo limite, questo limite che aveva introdotto con i decreti precedenti. Che cosa significa farlo adesso e farlo in questa pubblica amministrazione? Significa far passare il messaggio che saranno altre le strade maestre di selezione ed è quello che già sta avvenendo. Basta scorrere i giornali anche nella giornata di oggi; ce lo racconta il Domani: “Il Governo moltiplica le poltrone ai fedelissimi, gli staff ora costano 15 milioni più di Draghi”.

Questo lo ha rivendicato il Ministro anche quando ha parlato, nello stesso discorso in cui attaccava i concorsi, intesi come in grado di garantire, anche attraverso gli idonei che hanno superato le prove, la possibilità di attingere a quelle graduatorie per colmare le esigenze e le carenze di organico della pubblica amministrazione, poi inseriva un altro elemento, sempre di attacco, dicendo: poi, per la selezione dei dirigenti e per la carriera nella PA, non è che si può pensare solo ai concorsi; ci devono essere altri criteri. Ma chi stabilisce questi criteri? Chi stabilisce come si alza il livello di qualità se andiamo a picconare quelli che sono i pilastri del sistema di assunzione tramite i concorsi, così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi? È chiaro che si ha in mente un altro disegno: si ha in mente l'idea di una pubblica amministrazione pienamente dipendente da una selezione politica, in cui il criterio per poter fare carriera, per poter diventare dirigente e per poter vedere soddisfatto il proprio futuro è quello di dimostrare affidabilità politica nei confronti di chi detiene il potere politico in questa fase.

Questo tipo di deriva è una deriva, a nostro avviso, estremamente pericolosa. Per questo ci stiamo battendo: per chiedere che si apra finalmente un dibattito aperto su questi temi; per chiedere che il Ministro Zangrillo venga in Aula a rendere conto di quello che sta facendo e venga a scusarsi non solo nei confronti di quei lavoratori, di quelle ragazze e di quei ragazzi, che hanno fatto enormi, immensi sacrifici per preparare le prove, per preparare i concorsi, per le spese sostenute dalle loro famiglie e da loro stessi, per le ore sottratte alla cura dei figli - ore sottratte anche quando si entra magari, si vince un concorso ma si continua a studiare per vincerne un altro oppure per poter diventare dirigente o crescere attraverso un altro concorso interno -; ecco, non solo nei confronti di coloro i quali stanno attendendo, per esempio, uno scorrimento, sono idonei e si sentono in questo modo spiegato il fatto che il ritardo in quello scorrimento o la mancata attenzione nei confronti di quella richiesta di proroga - e tutti gli emendamenti che noi abbiamo presentato sono stati, purtroppo, bocciati in questo senso - è motivata proprio da una contrarietà del Ministro Zangrillo a considerare la loro figura come una figura in grado di arricchire o di migliorare la pubblica amministrazione, ma solo - ce lo ha detto testualmente - di peggiorarne la qualità.

La questione riguarda anche tantissime persone che stanno già lavorando nella pubblica amministrazione e qui, però, arriviamo a un punto veramente dolente del nostro confronto. Perché - vedete - potete avere un'idea differente da quello che dice il diritto, da quello che abbiamo visto nei lavori di Commissione, da quello che ci dice l'intelligenza artificiale, da quello che dicono i principi affermati dalla Corte costituzionale, da quello che ci dice il buon senso e da quello che ci dice la necessità di cambiamento, di rinnovamento e rafforzamento della pubblica amministrazione; dovreste però farlo in maniera dichiarata. Potreste fare una riforma, ad esempio, per abolire le figure degli idonei o potreste fare una riforma per dire che avete intenzione di cambiare delle regole e di farlo in maniera definitiva; quello che però non potete proprio assolutamente fare - e che invece state facendo e vi siete rifiutati, bocciando i nostri emendamenti, di mettere in campo - è discriminare le persone che sono entrate nella pubblica amministrazione attraverso lo scorrimento delle graduatorie.

Avevamo presentato, nello scorso ottobre, un ordine del giorno votato dalla maggioranza e dall'opposizione all'unanimità per chiedere proprio al Governo di impegnarsi per sanare questa discriminazione che sta già avvenendo, perché oggi ci sono persone che hanno fatto lo stesso concorso, che fanno lo stesso lavoro, ma che non guadagnano lo stesso salario e questa ha un solo nome per poter essere definita: è una tremenda ingiustizia nei loro confronti; è un'ingiustizia che, abbiamo capito dalle parole di Zangrillo, ha una ragione e una motivazione che affonda nel fatto che questo Governo considera di minore qualità il contributo di chi è più in bassa posizione in una graduatoria e quindi, evidentemente, vuole andare anche a immaginare una retribuzione conseguente; però, è chiaramente inaccettabile giuridicamente per quelli che sono principi di uguaglianza, che sono proprio alla base del nostro diritto, fra i lavoratori chiamati poi a svolgere lo stesso lavoro e di fronte a questo, di fronte a questo impegno unanime del Parlamento dello scorso ottobre, non c'è stata nessuna azione concreta del Governo.

Abbiamo un dossier di disposizioni urgenti, emendamenti approvati fino all'ultimo istante per consentire di fare qualche assunzione in più al Ministero della Salute, piuttosto che al Ministero dell'Agricoltura o altri Ministeri, che, evidentemente, hanno bisogno di ulteriori staff perché superare i record dei Governi precedenti non basta, si può fare sempre di più, si può fare sempre di peggio nel termine delle assunzioni dirette che porta avanti questo Governo, ma non si trova una riga per affermare un principio di parità salariale fra coloro che sono già stati assunti. E qui, veramente, questo è veramente inaccettabile da un punto di vista etico e politico nei confronti di queste persone, e genera anche un effetto molto molto negativo rispetto a, invece, quell'elemento positivo che è dato dall'arrivo di nuove persone negli uffici. Perché, se chi arriva e porta un contributo nella pubblica amministrazione, la ventata di freschezza, di cambiamento, di voglia, di contemporaneità, che può in qualche modo migliorare gli effetti di un'azione amministrativa, che poi significa i servizi a tutti i cittadini, che poi significa andare a migliorare la condizione del nostro Paese. Perché quando vediamo i dati che ci dicono che l'Italia è sotto la media dei Paesi più sviluppati in quanto a dotazioni di organico e pubblica amministrazione - con 5,7 impiegati pubblici ogni 100 abitanti contro i 6,1 della Germania, i 7,3 della Spagna, gli 8,1 del Regno Unito e gli 8,3 della Francia - dentro questo confronto fra i numeri c'è anche quella difficoltà che poi i cittadini si ritrovano a vivere nel momento in cui sono chiamati a interagire con la pubblica amministrazione che, sottorganico, non riesce a dare quelle stesse risposte che, in altri contesti, dove si riescono a fare delle politiche che mettono al centro il fattore umano - e mettendo al centro il fattore umano riescono a garantire risultati migliori - e stanno vivendo, anche in questi momenti di profonde trasformazioni tecnologiche, una capacità di non rompere quel filo che deve legare il cittadino con l'amministrazione pubblica.

Ma questo filo noi rischiamo di spezzarlo nei confronti di queste persone, che stanno facendo questo lavoro e si vedono umiliate non solo dalle parole dal Ministro ma dal cedolino che ricevono ogni mese, perché è più basso del loro collega solo perché sono entrati successivamente per uno scorrimento di graduatorie.

Le difese d'ufficio che abbiamo sentito in questi mesi non rispondono però all'ingiustizia. Se ci sono delle regole - noi non pensiamo che siano così, non le abbiamo trovate, le stiamo contestando - che consentono di fare questa ingiustizia, allora codifichiamo queste regole. Troviamo un comma oltre le 600 pagine di questo dossier e facciamone 601, e cerchiamo di evitare che ogni mese si consumi questa ingiustizia. Ed invece, su questo, c'è stata una totale indisponibilità del Governo ad affrontare questo tema. Su altri temi devo riconoscere che, invece, c'è stata un'attenzione.

Io voglio ringraziare la Sottosegretaria per essere stata al nostro fianco durante i lavori e avere espresso alcuni pareri che hanno consentito, comunque, di inserire alcuni miglioramenti di questo atto che, come Partito Democratico, abbiamo avanzato. In particolare, l'intervento per l'edilizia scolastica è un grandissimo tema, è chiaro che servirebbero ben più di 20 milioni di euro per colmare quelle che sono le carenze, le esigenze. Però, il segnale di attenzione che è stato riconosciuto dal Governo è un segnale di attenzione che va nei confronti di una questione sentitissima a livello nazionale, e che deve, in qualche modo, essere al centro delle nostre preoccupazioni. Così come ci sono stati altri emendamenti che sono stati frutto di un confronto bipartisan.

Io ho sottoscritto - ma l'hanno fatto rappresentanti delle opposizioni, della maggioranza - un emendamento per il riconoscimento della figura del social media manager, del digital manager, ci sono migliaia di persone che lavorano già nelle nostre pubbliche amministrazioni che hanno professionalità importanti, competenze che devono essere riconosciute. È chiaramente un primo passo. Si può e si deve fare di più.

C'è stato un emendamento per il riconoscimento delle unioni comunali; c'è stato un emendamento per riconoscere attenzione nei confronti dei lavoratori delle strutture liriche sinfoniche, frutto di un lavoro dell'opposizione e della maggioranza; c'è stato un confronto parlamentare.

Purtroppo, però, questo confronto si è fermato di fronte a una grande questione generale che è una questione di visione del futuro della pubblica amministrazione.

Ecco, gli errori che ci possono essere stati nel passato, commessi da tutte le forze politiche - possiamo averli commessi noi, in alcune fasi, altri - sono stati errori che non possono, però, giustificare l'orrore di andare a smontare ciò che di buono c'è nel sistema della pubblica amministrazione.

Quello che non ci possiamo consentire è non ribadire, in questa fase fondamentale, anche di grande trasformazione tecnologica e anche di grande apertura di una nuova fase di concorsi, che noi, nell'apertura di questa nuova fase di concorsi, però, ci teniamo molto a difendere il fatto che l'obiettivo di questi concorsi è rinnovare e rafforzare la pubblica amministrazione. E quindi, una volta fatti, tutte le persone che li hanno superati, sia le persone che sono immediatamente risultate vincitrici, che le persone che hanno ottenuto l'idoneità, non possono essere divisi in cittadini di serie A e cittadini di serie B, in lavoratori di serie A e in lavoratori di serie B.

Noi dobbiamo mettere al centro delle nostre politiche un riconoscimento della funzione dei lavoratori, anche perché, se si crea, fin dal momento in cui si prepara il concorso, se si crea - e in questo il portale inPA può aiutare - una maggiore velocità, trasparenza, comunicazione sulle modalità, una maggiore capacità a raggiungere quelli che sono gli obiettivi dichiarati, alla fine, si crea anche una maggiore collaborazione con quella figura che, nel momento in cui poi viene chiamato a svolgere la sua funzione, lo può fare al meglio.

Purtroppo, voi avete scelto un'altra direzione, quella di tagliare il turnover, di umiliare gli idonei, sia quelli in attesa sia quelli che lavorano, con un unico obiettivo: quello di accrescere il numero di figure di diretta dipendenza politica, di diretta nomina e scelta politica all'interno dei Ministeri, e all'interno della pubblica amministrazione. Finché continuerete a fare decreti della pubblica amministrazione che hanno questo obiettivo: moltiplicare le poltrone ai fedelissimi e che continuano, invece, ad umiliare quella che è la figura di migliaia, centinaia di migliaia, di donne e uomini che fanno sacrifici per contribuire al rinnovamento e al rafforzamento della pubblica amministrazione, il Partito Democratico voterà contro i vostri provvedimenti.