A.C. 2308-A
Grazie, Presidente. Contrariamente a quanto ritengono i colleghi di maggioranza che abbiamo appena ascoltato, consideriamo questo decreto un'occasione persa e lo consideriamo un provvedimento privo di coraggio. Vedete, sarebbe stata necessaria una riforma, quella sì, una riforma vera e propria per innovare e per rendere efficiente la pubblica amministrazione. Ho sentito parlare tanto qui di modernizzazione, perché effettivamente avere una pubblica amministrazione efficiente significa garantire poi servizi di qualità ai cittadini, perché la pubblica amministrazione ha a che fare con la scuola, ha a che fare con la giustizia, ha a che fare con la sanità.
Pensiamo che sarebbe stato opportuno anche mettere in campo una riforma che, oltre che garantire funzionalità ed efficienza alla pubblica amministrazione, garantisse anche attrattività per le nuove generazioni, per i tanti giovani che oggi - ahimè - non guardano più a una carriera nel settore pubblico. Nel decreto, al di là di tante parole che ho sentito dai colleghi di maggioranza, devo dire che tutto questo non l'ho trovato, che tutto questo manca: mancano misure per rinnovare veramente la pubblica amministrazione e per renderla più moderna; mancano - lo voglio dire - investimenti nella digitalizzazione, per aggredire quella che è l'arretratezza tecnologica del nostro sistema pubblico. Sta entrando nelle nostre vite - e ci entrerà sempre di più - l'intelligenza artificiale, che richiede, quella sì, una rivoluzione, altro che colpa del paradigma dei partiti dell'opposizione. Lì sì ci vuole una rivoluzione, perché l'organizzazione, le procedure stesse della pubblica amministrazione devono saper rispondere a queste nuove sfide che abbiamo davanti.
Devo dire che in questo provvedimento manca anche un piano di assunzioni straordinario, legato a una lettura dei nuovi fabbisogni e alla luce dei cambiamenti sociali in atto. Per esempio, ci saremmo aspettati un impegno per investire di più su tutto ciò che ha a che fare con i servizi sociali e noi stessi avevamo chiesto, con i nostri emendamenti, di stabilizzare i precari di quei servizi e di allungare il periodo di stabilizzazione previsto, invece, da questo decreto.
Quindi, il piano di assunzioni non è stato previsto e questo è un grave problema, perché dal prossimo anno andranno in pensione fino a un milione di lavoratori e di lavoratrici della pubblica amministrazione e ricordiamo anche che noi abbiamo da colmare un gap di organico del pubblico rispetto agli altri Paesi europei, perché prima giustamente veniva ricordato che in Italia ci sono 5,7 dipendenti ogni 100 abitanti, peraltro con un'età media - è vero - questa molto alta. Ricordo che in Germania sono 6,1, in Spagna 7,3, nel Regno Unito 8,1 e in Francia 8,3.
Ma per fare della pubblica amministrazione una garanzia dell'erogazione di servizi di qualità ai cittadini e un motore dello sviluppo del nostro Paese, di traino della nostra economia, va detto, appunto, che non basta un decreto. Il problema sta tutto lì, il problema sta all'origine. Serve una riforma organica, non l'ennesima decretazione d'urgenza. Tra l'altro, questo è il terzo decreto sulla pubblica amministrazione e, mentre stiamo ancora per approvare questo decreto, è già stato annunciato che ci sarà un nuovo decreto sulla pubblica amministrazione. Non solo: era così tanto urgente questo decreto che è stato pubblicato un mese dopo l'approvazione del Consiglio dei Ministri. Quindi, anche a dire che c'è un certo abuso della decretazione d'urgenza e, appunto, il risultato è stato un decreto confuso, un decreto caotico, un decreto senza visione, un decreto dove c'era già dentro di tutto e dove, dopo l'esame in Commissione, diciamo che il decreto stesso è raddoppiato. Lo voglio dire: questo modo di legiferare non fa un buon servizio alla pubblica amministrazione.
In questo provvedimento noi non ci abbiamo visto - devo dirlo con grande onestà e lo devo dire ai colleghi di maggioranza, che ho ascoltato con grande attenzione - la volontà di rendere più efficiente la pubblica amministrazione e di dare le risposte ai problemi veri, come dicevo prima, a partire dall'arretratezza tecnologica. Ci abbiamo visto, però, una bella volontà di occupare posti. Qui sia chiaro, Presidente, lo voglio dire: noi non siamo per criminalizzare i lavoratori dello staff; noi contestiamo questo aumento a dismisura di consulenti, di uffici di diretta collaborazione dei Ministri, di capi di gabinetto, di segretari particolari. Avete messo 3,8 milioni di euro in più in un anno del Governo Draghi. Io questo lo voglio dire: siete riusciti a fare quello che i Governi precedenti non avevano mai fatto. E questo come lo chiamiamo se non clientelismo di Governo, con cui voi state letteralmente occupando la pubblica amministrazione?
Io voglio dare, Presidente, qualche numero certo non esaustivo, altrimenti esaurirei il tempo di parola che ho a disposizione, ma qualche numero lo voglio dare. Allora, solo con questo decreto - e tralascio quello che è stato fatto con la legge di bilancio e con altri provvedimenti passati - lo staff del Ministero dell'Ambiente è aumentato di 1.800.000 di euro; il Ministero di Piantedosi ha avuto 2.000.000 di euro; il Ministero di Salvini due dirigenti in più, chiaramente a chiamata diretta; al Ministero dell'Agricoltura ci avevate già pensato con la legge di bilancio; al Ministero della Cultura 1.200.000 euro per Sangiuliano e poi per Giuli, a dimostrazione che con la cultura se sei un amico del Ministro evidentemente mangi; e un caso a parte, una menzione a parte, la voglio fare alla Ministra Calderone, che ha avuto solo mezzo milione di euro a disposizione, ma una menzione speciale perché stiamo ancora aspettando l'emendamento che il Ministero del Lavoro aveva promesso alle lavoratrici de La Perla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ma andando avanti con i numeri, avete per esempio aumentato da due a tre gli uffici dirigenziali del Piano Mattei. Cioè, anche lì, non si è ancora vista una lira per le risorse della cooperazione di cui questo Piano si dovrebbe occupare e in compenso ci sono già tre uffici dirigenziali. Per arrivare al MEF: al MEF sono state previste ben due nuove cabine di regia, per un totale di 4 milioni di euro, con possibilità, chiaramente, di assunzione di esperti e consulenti diretti, tutti rigorosamente di nomina diretta, in due materie. La prima: la valorizzazione e lo sviluppo del mercato dei capitali, perché, evidentemente, al MEF manca qualcuno che sia esperto in queste tematiche, e io mi porrei il problema, grosso, enorme. L'altra cabina di regia che è stata formata è quella che prevede fino a un massimo di 10 esperti per la redazione del codice tributario e della riforma fiscale. E anche qui, speriamo che, dopo l'istituzione di questa cabina di regia, la prossima volta, gli acconti dell'Irpef vengano almeno calcolati correttamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ma quello che noi non possiamo accettare è che, mentre Giorgetti, in audizione alla Camera e al Senato, affermava che il Governo non è in grado di sostenere il Servizio sanitario nazionale perché il debito pubblico divora ogni spesa, nelle Commissioni affari costituzionali e lavoro passava un emendamento che autorizzava la spesa di 4 milioni di euro per le cabine di regia al MEF e un altro per aumentare lo staff di diretta collaborazione del Ministro Schillaci, con risorse che si potevano mettere a disposizione per abbattere le liste d'attesa, per aumentare gli organici degli ospedali, per assumere medici, per pagare gli straordinari a tutto questo personale che ancora, dal COVID, non ha visto un euro.
Presidente, noi alla fine ci siamo resi conto di una cosa proprio durante i lavori di Commissione: questa narrazione diversa fra maggioranza e opposizione è perché noi abbiamo un'idea diversa della pubblica amministrazione. Noi abbiamo un'idea dove i criteri dell'imparzialità e dell'indipendenza, ben sanciti dalla Costituzione, valgono più della fedeltà politica. Noi abbiamo l'idea di una pubblica amministrazione dove gli idonei - mi sia permesso - non sono considerati “bocciati”, come ha detto il Ministro Zangrillo al nostro collega Casu, che, in Commissione, ha ricordato che gli idonei sono candidati che hanno superato il concorso, ma che non sono riusciti a collocarsi in posizione di assunzione.
Ecco, noi vogliamo una pubblica amministrazione che garantisca lavoro di qualità, e, per farlo, ha bisogno anche che le persone vengano pagate con stipendi adeguati (per non parlare del problema degli stipendi, in generale, nel nostro Paese). E soprattutto, pensiamo che vadano superate le disparità di trattamento fra amministrazioni diverse. E diciamo anche qui la verità…
Concludo. Se si vuole eliminare veramente il tetto al salario accessorio per i dipendenti degli enti locali, non diciamo le bugie, bisogna stanziare le risorse e non mettere i comuni in condizioni di decidere se aumentare lo stipendio a un dipendente o assumerne uno nuovo, perché questo non è dignitoso. E, infatti, noi avevamo presentato emendamenti per chiedere questo.
Concludo, Presidente, perché ci sono comunque alcuni punti qualificanti. Io voglio ricordare che è stata sanata la situazione dei precari - che si trascinava da anni - delle fondazioni lirico-sinfoniche…
Concludo davvero. I 20 milioni sull'edilizia scolastica, che consideriamo un segnale molto importante, però non sufficiente a cambiare il nostro giudizio su questo provvedimento, che riteniamo senza visione, fatto solo per il consenso di pochi e che penalizzerà, invece, molti